00 20/09/2010 15:09
da www.ilgazzettino.it

Treviso super,
il Belluno
deve inchinarsi


Sotto 2-0 alla fine del primo tempo
stavolta non riesce la rimonta

La squadra della Marca si impone per tre a zero
Determinanti il cinismo e la domenica no dei gialloblù

Lezione trevigiana
stavolta il miracolo
non è possibile


Lunedì 20 Settembre 2010,
Con un Treviso così sarebbe servita un po’ di furbizia in più, forse perfino di cattiveria. Perché l’entusiasmo se n’è andato presto, dopo l’uno-due in mezz’ora, figlio della sfortuna e delle sviste, nato in inferiorità numerica, definito in una dormita collettiva. Il Belluno perde quindi la prima partita del campionato, con l’avversario che forse più di ogni altro avrebbe voluto battere. Non ci è riuscito ma cambia poco nel disegno stagionale: contro certe squadre, per blasone e budget molto superiori, sarà sempre durissima.
Si parte con il minuto di silenzio in ricordo del maresciallo Romani, ucciso in Afghanistan. Poi è solo calcio. Con una sorpresa. Il modulo scelto da Tormen, il 4-2-3-1 con la novità Elia Brustolon. Zanin risponde invece con il previsto 4-3-1-2, ma deve fare a meno proprio dei due attesi ex, De Mattia e Ferronato, entrambi infortunati. Bisogna attendere 7’ per la prima iniziativa, veloce ma innocua, di Radrezza. Al 10’ ci prova Rosso, da 30 metri: tanto coraggio, poca mira. E poi ecco Mele, dopo un contrasto vinto, a calciare dal limite, di sinistro: centrale e controllato a terra da Sartorello senza soffrire. L’azione viene creata mentre i gialloblù sono in dieci, per un intervento di Perna su Mosca non rilevato né dall’arbitro né - fatto più grave - dall’assistente, a due passi dal contrasto. Trascorre troppo tempo per le medicazioni e in inferiorità numerica, il Belluno va sotto anche nel punteggio. La difesa e soprattutto la protezione davanti alla linea a quattro fanno acqua, Torronino si inserisce senza incontrare opposizione - anche grazie all’assistenza di Ferretti - e ha l’intelligenza di calciare in controtempo, un sinistro soffice che Marziani può solo guardare accomodarsi nell’angolino alla sua sinistra. 1-0 per gli ospiti, è il 19’. Finalmente si procede alla sostituzione di Mosca, entra Sommacal che si sistema a destra, Mike Miniati trasloca sulla sinistra. Tempo di assestarsi perché cambia anche il modulo con il ritorno al 4-4-2, e il Belluno riprende a macinare gioco. 28’, Radrezza apre per Mele e di testa va a raccoglierne il cross, la deviazione innervosisce Cernuto che sfiora l’autogol. Il Treviso però è sornione: Perna salta Simone Brustolon sulla sinistra, il cross trova prontissimo, sul primo palo, Ferretti. Che sfiora di testa, infilando la palla ancora alla sinistra di Marziani. 2-0 al 34’ e sembra finita, ai bellunesi non rimane che aggrapparsi alla speranza di ripetere il miracolo-Opitergina.
Il secondo tempo scorre senza sussulti, il Treviso punta sul possesso palla, il Belluno fatica così non resta che giocarsi la carta Pontin. Il match-winner del debutto in casa rileva Elia Brustolon al 6’. Peccato che sia proprio Giacomo a rallentare la prima azione interessante dei gialloblù, al 13’. Pontin in ogni caso non si demoralizza e anzi pochi secondi dopo va al tiro: alto. Ma il Treviso non solo non si spaventa, ma aspetta l’occasione giusta. Che arriva al 25’, grazie al colpo di testa di Perna. Marziani è un po’ troppo avanzato, il 3-0 somiglia tanto a un colpo di grazia. È così, e anzi Ferretti si mangia il 4-0. Sarebbe stata una punizione troppo severa. (M.F.)

PARLA TORMEN

«Mosca? Sembrava
potesse farcela...»


Lunedì 20 Settembre 2010,
Toni Tormen lo sa. La matematica non è un’opinione: «Quando entri 4 volte in area e segni 3 gol, significa che sei una grande squadra. E il Treviso lo è per davvero». E ancora: «Difficile chiedere di più quando si regalano 3 difensori su 4 a un avversario così. Dietro avevamo ben due giovani del 1992». Ragionamenti tanto semplici, quanto veritieri. Ma c’è qualcosa che non torna. Perché Mosca è rimasto a bordo campo per oltre 5’ senza essere sostituito? Oltretutto, in quel lasso di tempo, è arrivato il gol del Treviso.
«Abbiamo temporeggiato perché sembrava che Stefano potesse riprendere a giocare. Ma così non è stato. In ogni caso, il risultato finale è troppo pesante».
Ha presentato molte novità nell’undici iniziale.
«Sì, i cambiamenti di formazione sono la conseguenza della mancanza di diversi giocatori in difesa. Ho preferito arretrare Mike Miniati, mentre per quanto riguarda Elia Brustolon, la scelta di schierarlo dall’inizio dipendeva dal fatto che, in settimana, si era allenato molto bene. Poi, però, ha bucato la partita».
Insomma, Treviso di un altro pianeta?
«Hanno sfruttato la loro superiorità a livello fisico e la maggior esperienza, oltre ovviamente alle nostre defezioni. Non possiamo regalare giocatori del calibro di Lazzaretti, Lazzarini e Mosca neppure al Montecchio, figuriamoci Treviso. Gli errori? Troppi e non solo nella difesa orfana dei tre. La squadra si è espressa negativamente anche in altre zone del campo». (M.D.I.)

Lunedì 20 Settembre 2010,

Il Belluno fa autocritica. Marziani e Simone Brustolon non accampano scuse e si prendono tutte le responsabilità del caso. Non sufficienti in campo, da 10 e lode fuori.
DEBUTTO AMARO - Sognava un esordio ben diverso con la nuova maglia. E sicuramente migliore. Mauro Marziani, schierato tra i pali al posto di Alan Miniati, è molto critico con se stesso: «Male, male, male. Non mi aspettavo di giocare così. Sono deluso». In particolare dal terzo gol incassato: «In quell’occasione ho sbagliato io. Punto e basta. Ho sottovalutato l’avversario: il cross mi sembrava lento e alto. Non pensavo che l’attaccante (Perna, ndr) riuscisse ad arrivare su quel pallone. E tantomeno a indirizzarlo sotto la traversa». Marziani offre la sua interpretazione anche sulla prima rete del Treviso: «A mio avviso non avevo colpe particolari, nel senso che dopo il dribbling di Torronino, sono avanzato di un passo per chiudere lo specchio della porta. Ma il trevigiano mi ha beffato tirando di punta e prendendomi in controtempo. E dopo il raddoppio non ero più in campo con la testa. Così come tutta la squadra. Peccato perché l'approccio alla gara era stato molto buono. Ma appena siamo andati sotto nel punteggio, abbiamo mollato».
NESSUN ALIBI - Ma quali infortuni e quali assenze? Simone Brustolon non accetta scuse: «L’analisi del match è fin troppo semplice. Il Treviso ha vinto perché ci è stato superiore in ogni zona del campo, mentre noi abbiamo giocato male sotto tutti i punti di vista. E quel che è peggio, non ci siamo comportati da squadra». Tuttavia, le assenze in difesa non erano esattamente di poco: «Ma non abbiamo perso per questo motivo. Gli assenti sono stati sostituiti, non siamo scesi in campo con 8 uomini. In attacco non ci siamo mai resi pericolosi, in difesa abbiamo concesso troppo, finendo col subire in maniera evidente le loro individualità. Dobbiamo voltare pagina, c’è ancora molto da lavorare».

IL PORTIERE

Marziani
non cerca scuse
e si ritiene
responsabile
soprattutto
del terzo gol


«Non siamo stati una squadra»
Autocritica spietata di Simone Brustolon: «Dobbiamo voltare pagina e lavorare molto»
Lunedì 20 Settembre 2010,
Il Belluno fa autocritica. Marziani e Simone Brustolon non accampano scuse e si prendono tutte le responsabilità del caso. Non sufficienti in campo, da 10 e lode fuori.
DEBUTTO AMARO - Sognava un esordio ben diverso con la nuova maglia. E sicuramente migliore. Mauro Marziani, schierato tra i pali al posto di Alan Miniati, è molto critico con se stesso: «Male, male, male. Non mi aspettavo di giocare così. Sono deluso». In particolare dal terzo gol incassato: «In quell’occasione ho sbagliato io. Punto e basta. Ho sottovalutato l’avversario: il cross mi sembrava lento e alto. Non pensavo che l’attaccante (Perna, ndr) riuscisse ad arrivare su quel pallone. E tantomeno a indirizzarlo sotto la traversa». Marziani offre la sua interpretazione anche sulla prima rete del Treviso: «A mio avviso non avevo colpe particolari, nel senso che dopo il dribbling di Torronino, sono avanzato di un passo per chiudere lo specchio della porta. Ma il trevigiano mi ha beffato tirando di punta e prendendomi in controtempo. E dopo il raddoppio non ero più in campo con la testa. Così come tutta la squadra. Peccato perché l'approccio alla gara era stato molto buono. Ma appena siamo andati sotto nel punteggio, abbiamo mollato».
NESSUN ALIBI - Ma quali infortuni e quali assenze? Simone Brustolon non accetta scuse: «L’analisi del match è fin troppo semplice. Il Treviso ha vinto perché ci è stato superiore in ogni zona del campo, mentre noi abbiamo giocato male sotto tutti i punti di vista. E quel che è peggio, non ci siamo comportati da squadra». Tuttavia, le assenze in difesa non erano esattamente di poco: «Ma non abbiamo perso per questo motivo. Gli assenti sono stati sostituiti, non siamo scesi in campo con 8 uomini. In attacco non ci siamo mai resi pericolosi, in difesa abbiamo concesso troppo, finendo col subire in maniera evidente le loro individualità. Dobbiamo voltare pagina, c’è ancora molto da lavorare».

Ferronato:
«Avete visto?
Io servo
a poco...»


Lunedì 20 Settembre 2010,
«Mi sono infortunato nell’allenamento di venerdì e ho preferito non rischiare. Poco male, se i miei compagni giocano in questo modo, non c’è affatto bisogno della mia presenza». Nonostante il problema muscolare, sorride - e a ragione - l’ex di turno mancato: Alessandro Ferronato. Se il Treviso non risente minimamente di una duplice assenza sulla mediana come quella dello stesso «Ferro» e di De Mattia, significa che l’organico è davvero competitivo. Talmente competitivo, da sollevare un dubbio: che sia proprio il Treviso la squadra da battere del campionato? «Assolutamente no - ammonisce il tecnico biancoceleste, Diego Zanin - c’è ancora molto da lavorare». Zanin ordina, i suoi ragazzi eseguono alla lettera: «Abbiamo affrontato molto bene il match sotto tutti i punti di vista. Psicologico, tecnico-tattico, ma anche a livello di atteggiamento. Considero questi 3 punti molto importanti per come sono maturati e per la qualità di un avversario decisamente ostico. È solo la terza di campionato, ma posso già affermare con sicurezza che siamo una squadra vera». (M.D.I.)