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Il derby col Tamai ridimensiona il Pordenone

Messaggero Veneto — 12 ottobre 2010 pagina 19 sezione: SPORT
Il passo indietro del Pordenone. La sesta giornata di serie D è andata in archivio con la brusca retromarcia dei neroverdi. Dopo tre vittorie di fila, attesi al poker che mancava da più di quattro anni, i ramarri hanno strappato un pareggio dal derby di Tamai che, quasi con galanteria, ha graziato i cugini. Proprio le “furie rosse” sono uscite a testa alta dalla straprovinciale, così come la Sanvitese da Montecchio (punto ottenuto in inferiorità numerica) e il Torviscosadalla sfida col Venezia, persa, certo ma giocando ad armi pari e cercando di imporre il proprio calcio. Dubbio. La settimana verità non si è aperta come desidereva il club di via Stadio. Per come è stato ottenuto, infatti, il punto di Tamai non sembra un buon viatico per la sfida di domani con l’Este di coppa Italia e quella di domenica con la capolista Treviso. La squadra di Bosi ha realizzato gol regalati (quello di Campaner) e fortunati (Sessolo), soffrendo troppo le “furie rosse” nel primo tempo. Una sofferenza su cui Bosi ci ha messo del suo, con delle scelte tattiche che hanno fatto discutere, vista la fisicità dell’avversario. Con Tardivo schierato terzino destro, la squadra ha perso muscoli in mezzo, venendo così schiacciata, senza contare la scelta di Nastri al posto di Dus sulla sinistra, considerato che da quelle parti transitava Llullaku. L’alibi può essere rappresentato dalle assenze di Marson, Cester ed Erodi in difesa, ma regge sino a un certo punto. Avanti così. Il Tamai ha fatto invece una bella figura, con i cugini, anche se il derby rimane sempre un tabù: mai una vittoria in serie D dal 2001-2002. La squadra di Birtig ha disputato un primo tempo di grande spessore e se non fosse stato impreciso avrebbe stravinto. Di sicuro, vista la gara, la brutta partenza di campionato può definirsi un ricordo: con quello ottenuto col Pordenone fanno sette punti nelle ultime tre partite. Avanti così. Ora, c’è da gestire l’emergenza difesa per domenica prossima. Con Gallinelli squalificato e Giacomini infortunato, sarà arretrato Spetic in mezzo al reparto, al fianco di Politti. Continua. La Sanvitese sta trovando una grande dote: la continuità. Era da secoli che la squadra biancorossa non raccoglieva cinque risultati utili di fila (3 vittorie e 2 pareggi). Soprattutto, la squadra di Tortolo è stata brava a non perdere la trebisonda in una giornata difficile, con un Cacurio sottotono e con l’espulsione di Geremia, arrivata sul punteggio di 1-0 per il Montecchio. Cos’è cambiato rispetto all’anno scorso? Non c’è più un “fuoriclasse” assoluto (Nadarevic), ma un gruppo più completo, sicuramente un reparto difensivo più forte, e una vastità di scelte che non c’erano. Ogni estate la danno per sofferente, poi la Sanvitese si raddrizza e sorprende tutti. Mentalità. La crisi di risultati è evidente (1 punto nelle ultime 5 gare), e per questo serve un cambio di marcia, ma il Torviscosa può anche sorridere: la mentalità vista nel ko col Venezia è quella giusta. La squadra di Max Moras, pur decimata, ha messo in mostra grinta, dinamismo, corsa. Con queste doti si può fare qualcosa. Sicuramente dovranno essere riproposte domenica prossima sul terreno del Sandonà/Jesolo, terza forza del campionato. Perché se ci sono quelle, l’altra mano importante sarà data dalla lista indisponibili, dove usciranno Sandrin (per la prima volta), Coden e Sannino, ovvero trequarti della difesa (sulla carta) titolare. Una bella notizia visto che si avrà di fronte Amodeo (il capocannoniere) e Gambino. Alberto Bertolotto

Pordenone troppo leggero Tamai in ansia per il Pipe


Messaggero Veneto — 12 ottobre 2010 pagina 18 sezione: PORDENONE
Ha dato più indicazioni di quelle che si possa pensare, il sesto turno di serie D. Del tipo: il Tamai si è messo alle spalle la “crisetta” di inizio stagione, la Sanvitese ha trovato una continuità inaspettata, mentre il Pordenone ha iniziato col piede sbagliato la settimana verità. Sapore amaro. Il punto ottenuto a Tamai ha avuto un sapore amaro per i neroverdi. Perché è stato strappato, innanzitutto, e perché il mancato poker di vittorie (serie che non si verifica da gennaio 2006) ha (ri)portato la truppa di Bosi a 6 punti dal Treviso capolista. Che, guarda un po’, domenica arriva proprio al Bottecchia. Avrebbe avuto un altro gusto arrivare a questa sfida con quattro affermazioni di fila e una distanza di quattro lunghezze. Così come avrebbe avuto un altro sapore presentarsi al match di coppa Italia di domani con l’Este. Più chili. La pecca della prestazione di Tamai è stata una: aver scelto la tecnica al posto del fisico. Ok, a Bosi piace giocare, e una mentalità aggressiva ci sta: il Pordenone è una grande e deve imporsi sull’altra squadra. Ma se questa si chiama Tamai, e ha tre le sue fila corridori e giocatori possenti, perché puntare tutto sui piedi buoni? Il risultato di tale ragionamento è stato il brutto primo tempo, chiusosi sull’1-1 solamente grazie al gollonzo di Campaner e ai mille errori del Tamai. Se le altre squadre la mettono come le “furie rosse”, sarà dura per i ramarri. Apprensione. E ora si è ansia per il “Pipe”. Il Tamai incrocia le dita per le condizioni di Piperissa. Il centravanti è uscito anzitempo dalla sfida col Pordenone per un piccolo guaio muscolare. Oggi ne sarà valutata la gravità: in teoria non dovrebbe essere nulla di grave. Ma se dovesse stare fuori a lungo, per le “furie rosse” sarà dura. Con l’ex Pordenone, quella di Birtig è tutta un’altra squadra. Mai viste le “furie rosse così incisive, con lui là davanti. La sua mole “cattura” due difensori e permette al genio di Llullaku di svariare su entrambi i lati del campo: così è stato devastato il Pordenone nel primo tempo. (a.ber.)


Messaggero Veneto — 12 ottobre 2010 pagina 19 sezione: SPORT
Nastri (Pordenone). Cronaca di 45’ da incubo. Sulla corsia di sinistra gli sfrecciano a tutta velocità Llullaku e Spetic: lui non ci capisce nulla e causa il rigore che poi (sua fortuna) il kosovaro sbaglia. Bosi lo sostituisce al termine del primo tempo e inserisce Dus. Partitaccia. Ma le attenuanti ci sono: è fuori ruolo (è un mediano), è giovanissimo (’92) e i due del Tamai non sono gli ultimi arrivati.