00 05/12/2010 10:38
dalla Tribuna di Treviso

Calcio, Beghetto: i due Tenni e la nostalgia

Serie D. L’ex bandiera biancoceleste è ora il diesse del Quinto. Che domani ospita la capolista. Gigi: «Tifo sempre Treviso, ma non domenica»

di Antonio Frigo

Gigi Beghetto, un ex «grande così» della partita che vedrà opposti domani Union Quinto e Treviso. Il diesse del Quinto è stato la grande bandiera dei biancocelesti. Le sue emozioni, insomma, interessano da una parte e anche dall'altra. Per Gigi è una partita strappacuore. «Treviso è Treviso - dice - Nel Treviso ho trascorso gli anni migliori, ho vissuto le cose più importanti».

«I ricordi - continua - non li puoi fermare. Vero che la veste di allora e quella di adesso sono diverse e che ora, a Quinto, devo onorare con professionalità il mio ruolo. E' anche vero che gli obiettivi delle due squadre sono diversi e lo dice la classifica stessa: il Treviso è lassù. Gli auguro ogni bene».

Però domani il Quinto non può perdere. Tra le mura amiche, davanti al proprio pubblico...
«Vorrei dire "che vinca il migliore", ma mi basta circoscrivere l'augurio. Diciamo dunque "che vinca il migliore di domenica". Poi, hai visto mai, la storia di Davide e Golia...».

Come reagisce quando le dicono: ci vediamo al Tenni?
«E' buffo, perchè si chiamano nello stesso modo gli stadi di Treviso e Quinto. Fatico ad abituarmi a intendere il Tenni come stadio dell'Union. Comunque sono particolari. Io domani, da diesse avversario del Treviso, spero di raccogliere punti. Magari è difficile vincere, ma sono sicuro che, come in tutti i veri derby, tutto è possibile. Quello che invece non è possibile, è che ci siano disordini ed episodi spiacevoli: non ne esiste motivo».

Qualcosina quest'estate era successo, quando il Quinto aveva bussato per il campo e...

«Quella era una possibilità importante che non si è realizzata. E' rimasta un po' di amarezza, ma i due presidenti sono in ottimi rapporti».
Lai dice che domenica non farà il tifo per il Treviso. Lo sa che non ci crede nessuno, vero?
«No, sono una persona seria: domenica mi trattengo. Ma mercoledì torniamo a giocare e riprendo a fare un tifo spudorato per il Treviso».


Problemi di formazione?
«Qualche problemino con qualche giocatore c'è, ma niente di grave e per domenica speriamo di recuperarlo. Il fatto è che da tre partite giochiamo facendo i motoscafi su campi indecenti e allagati. E le giunture, i muscoli, i tendini, ne risentono. Se continui a pestare sopra una caviglia che ha già preso una storta. Puoi compromettere seriamente un'annata».

Che notizie avete su Paez: resta o va?
«Stiamo tentando di risolvere il pasticcio burocratico che lo tiene fermo, ma non possiamo continuare a lungo nell'equivoco. I numeri sono quelli che sono e questa settimana si decide tutto. Casomai si pensa a qualcosa di alternativo...».

Chi è rimasto a Treviso dei "suoi"?
«La Maria che lava le divise e Toni de Santis. Mario Menegaldo è venuto con me subito, poi anche Franco Contin. Il dottor Munarolo? Magari, caspita. Sono contento che abbia digerito qualche scoria e sia tornato a lavorare con il Treviso. E' molto naturale che lui sia rientrato in via Foscolo».
4 dicembre 2010