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Di Girolamo: Sto arrivando

Era il 9 settembre, faceva ancora caldo a Chiavari quando a Rosario Di Girolamo si piantò il piede sinistro e cedette il ginocchio: rottura del crociato anteriore, nel calcio uno degli infortuni più classici ma anche più lunghi da guarire. Domani son sei mesi da quel giorno, vissuti dopo l’operazione a lavorare, a sudare, a soffrire per ripristinare deambulazione e forma fisica. Ci siamo: il rientro di Rosario è prossimo ed è lo stesso difensore a confermarlo. «Sì, al momento lavoro ancora a parte ma dopo la gara con il San Marino del 17 marzo dovrei aggregarmi al gruppo. Il buio è alle spalle. Le cose procedono per il meglio, fra l’altro tre settimane fa è nata mia figlia, Federica. Devo completare la preparazione fisica ed atletica e poi rientro in squadra: non ho mai temuto per un secondo di non farcela. Mi sono operato un mese dopo l’incidente e subito ci ho messo il massimo dell’impegno, non vedevo l’ora che arrivasse questo momento. Se il mister riterrà opportuno farmi giocare, tanto di guadagnato. Un giocatore in più non fa mai male, tra squalifiche e infortuni non si sa mai, però io vorrei che stessero tutti bene per agevolare il mister». Da settembre nel Treviso è cambiato un sacco di cose. «Mi sono sempre tenuto in contatto con i compagni: è arrivata e partita tanta gente, ma adesso vedo che ci sono tutti ragazzi per bene, con i quali mi sono trovato a mio agio. Nessun problema nemmeno con Ruotolo, anzi anche con l’allenatore sta andando per il meglio». Con Zammuto e Stendardo sarà dura riavere il posto. «Sono stato fuori sei mesi, ci vorrà del tempo. Ma io non la chiamo concorrenza: in questo finale di stagione per raggiungere la salvezza servirà l’intero gruppo, non tanto i singoli». Visto da fuori, questo Treviso ha le carte per salvarsi? «Sì. Dopo alcuni momenti iniziali di confusione, anche a livello societario, oggi si può lavorare meglio. Per cui credo che sicuramente il Treviso ha i mezzi per restare in Prima Divisione». Silvano Focarelli