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San Marino-Mantova: le voci dagli spogliatoi

Petrone non digerisce l'atteggiamento della squadra, mentre Graziani vuole più attenzione


12.09.2011 21:00 di Valeria Debbia articolo letto 281 volte

Spogliatoio bollente all’Olimpico di Serravalle. Ancora più “calda” la temperatura nella rinnovata sala stampa dello stadio di San Marino e non solo per i gradi arrivati ieri a 31°.

Da un lato l’allenatore di casa Mario Petrone ne aveva per tutti. Le urla che uscivano dalla stanzone dei padroni di casa erano quelle dell’allenatore partenopeo. Furibondo per l’espulsione, causata da reiterate imprecazioni nei confronti di un suo giocatore (sanzione comunque contemplata dal regolamento, ndr), arrabbiato per un primo tempo giocato senza mordente e con diverse situazioni da rivedere su tutte le zone del campo: “E’ innegabile – attacca Petrone – che dopo due giornate di campionato abbiamo subito sei goal e realizzati cinque, che hanno portato un solo punto in classifica. I numeri fotografano un inizio non esaltante. Non dovrei e vorrei parlare, dopo l’espulsione”. Ma il mister è un fiume in piena: “Dobbiamo registrare la fase difensiva troppo vulnerabile. Non è una questione di uomini, ma di atteggiamento. Non abbiamo preso un’ammonizione, pur giocando in casa e subito quattro angoli a zero nei primi 45’. Bellodi mai impegnato. Sembrava fossimo ancora al mare. La fase difensiva inizia dagli attaccanti e dobbiamo migliorare tutti. Certo qualche perplessità sul portiere c’è, al di là del fatto che l’errore fa parte del gioco. Anche qui nell’occasione del secondo gol, come in altre occasioni, è lui che deve “comandare” il reparto e non subire gli eventi”.
“Attenzione il discorso vale anche per gli altri - continua Petrone –. Il nostro capitano non può giocare un secondo tempo eccellente per intensità e forza, provandoci fino al 95’, e non essere altrettanto determinante nel primo tempo. Così per il nostro bomber Lapadula, vera sorpresa con due gol in due partite, che ha avuto il match ball sul piede ed invece di servire due compagni smarcati, ha provato da posizione impossibile a fare centro. Domenica a Treviso potremmo non avere tempo e modo di recuperare, come successo oggi”.
Infine un messaggio neanche velato alla squadra: il lavoro non manca. “La squadra deve continuare a fare sacrifici - chiude l’allenatore dei titani -, ad aiutarsi, creare gioco ed essere sempre viva anche 95-100 minuti, perché non possiamo permetterci nemmeno una distrazione. Siamo nei professionisti e non fra i dilettanti e non c’è tempo per divertirci. Si deve lavorare duramente, se necessario ancora di più di quello fatto finora”.

Non è da meno l’allenatore dei virgiliani Archimede Graziani, che inizia a riflettere seriamente sulle due rimonte subite, la prima dal 3-1 al 3-3 contro la Giacomense alla prima giornata e la seconda con il San -Marino da 0-2 a 2-2. “L’attuale situazione è figlia di episodi particolari - inizia Graziani - che fra infortuni, giocatori arrivati in ritardo o con qualche problema, stanno provocando un evidente calo dopo l’ora di gioco”.
Il mister del Mantova rimane sereno e fiducioso. “Sono convinto che appena ritroveremo condizione e convinzione arriverà anche l’intero bottino, perché quando saremmo al massimo, avremo anche meno problemi nel gestire eventuali rimonte o naturali reazioni dell’avversario. Certo dispiace registrare due punti in classifica, che potevano essere tranquillamente sei, al pari di Alessandria e Casale. La squadra crea tante occasioni, addirittura cinque-sei nel solo primo tempo e fuori casa e questo è un segno di grande qualità. Se ripenso alla ripresa, non è che abbiamo sofferto, come la settimana scorsa, abbiamo subito gol su palle inattive e su situazioni episodiche. Sono solo coincidenze, che nel calcio ci stanno, fra quanto accaduto domenica e quanto fatto vedere oggi. E’ forse un problema di attenzione, di mentalità, perché salendo di categoria, ci perdonano meno gli errori, rispetto all’anno passato. Su questo dobbiamo lavorare”.
Graziani è dispiaciuto per altro. “E’ un peccato per i tifosi e la nostra società. I primi continuano a seguirci con affetto e fiducia. Ma posso garantire che la squadra dà tutto quello che ha. Per non parlare della società che ci ha messo in condizione di esprimerci al meglio. Solo che in questo momento non è né questione di tattica, né di atteggiamento. Bisogna ritrovare lucidità e migliorare in alcune situazioni”.