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Lavori allo stadio, la palla passa al Consiglio comunale

SAN BONIFACIO. Dopo l'appello del presidente della Sambo, l'assessore ai lavori pubblici chiede un sostegno politico
Niero: «Deve indicare le priorità da seguire, non è possibile dare risposte positive a tutte le richieste» E il campo di Prova? «Era già stato finanziato»
15/09/2011 E-MAILPRINT
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Lo stadio «Tizian» non è a norma: ma sui lavori è polemica
E' scoppiata come una bomba la notizia, pubblicata ieri dal nostro giornale, sui pericoli che corre la Sambonifacese a causa di un problema tecnico, ma soprattutto economico, che incombe come una spada di Damocle sul futuro della società calcistica di San Bonifacio. Il presidente dei rossoblù, l'architetto Maurizio Mazzon, ha denunciato la dura realtà in cui versano le casse societarie. Una situazione che, dopo alcuni mesi di incubazione, è esplosa in questi giorni, innescata da un problema in apparenza secondario, ma determinante: la necessità di mettere a norma l'impianto di illuminazione dello stadio «Tizian».
Mazzon, nel suo «sfogo», ha lamentato che i costi di gestione del club ammontano a 1 milione 100mila euro, compensati solo molto parzialmente da un contributo della Lega Pro di 190mila euro, dall'aiuto di piccoli sponsor e dai poco significativi incassi, che a malapena coprono le spese correnti per l'uso dello stadio, anche se per la gestione (manutenzione ordinaria e straordinaria, taglio del tappeto erboso, pulizie, custodia) il Comune, in base a una convenzione, corrisponde un contributo, come a tutte le società sportive.
Di qui l'appello di Mazzon: servono nuovi soci per sostenere la squadra che, entrata nel mondo professionistico, ha oneri ben più pesanti rispetto al passato. Ma a fare da detonatore alle polveri è stata, come si è detto, la necessità di mettere a norma l'impianto d'illuminazione dello stadio, cioè di rifarlo, entro quest'anno. In caso contrario la Lega Pro non solo comminerebbe una sanzione di 20-30 mila euro alla Sambonifacese, ma la penalizzerebbe anche di punti in classifica e, conseguentemente, le toglierebbe il previsto contributo di 190 mila euro.
Il costo dell'impianto si aggira sui 350 mila euro, che graverebbero sul Comune, proprietario del «Tizian». Ma i problemi di bilancio hanno bloccato ogni finanziamento non essenziale, e quindi la soluzione del problema non si è ancora trovata. Qualche amministratore ritiene prioritari altri investimenti e, anzi, vorrebbe chiedere alla Sambo una compartecipazione alla spesa. Di diverso avviso il sindaco Antonio Casu, favorevole a evitare penalizzazioni: «La Sambo è un orgoglio del nostro paese e porta in alto il suo nome in tutta Italia, oltre al grande lavoro che da sempre svolge con i giovani».
L'assessore ai lavori pubblici, Ismaele Niero, sottolinea: «E' giustissimo fare la manutenzione agli impianti sportivi, ma per attuare qualsiasi intervento è necessaria la coesione dei consiglieri comunali. L'impianto dello stadio, che è un intervento necessario, ha anche una particolare valenza perché la Sambonifacese svolge un ruolo sociale, visto che nelle sue squadre giocano circaa 350 ragazzi. Per evitare ogni interpretazione errata dello spinoso problema, occorre che il Consiglio comunale indichi le priorità da seguire, perché le esigenze sono molte e non è possibile, con la situazione di crisi attuale, dare risposte positive a tutte le richieste: faremo ciò che i consiglieri ci indicheranno».
E il milione di euro destinato al campo da calcio di Prova? Niero mette in chiaro: «Quel progetto è diverso, era già finanziato dalla precedente amministrazione. La sua fortuna è stata che è partito un anno e mezzo prima della crisi».
Quanto al possibile contributo che la Sambo darebbe per la messa a norma dell'illuminazione, anche se modesto, Niero sostiene: «Sarebbe una bella soluzione, così come è stato fatto con il Cai per la Casa Natura. Ma per risolvere il problema delle priorità occorre innanzitutto che si esprima la maggioranza e successivamente il Consiglio comunale».
Sconsolato il commento degli sportivi. Dice Walter Tomba, per tanti anni dirigente della Sambo, ideatore con alcuni amici del Torneo internazionale Città di San Bonifacio, poi diventato Triofeo Ferroli, oggi presidente dei «Veterani» rossoblù: «Purtroppo il mondo del professionismo costa e se non ci sono le possibilità economiche è difficile andare avanti, ma è anche vero che sarebbe un gran peccato abbandonare di nuovo questa categoria, riconquistata dopo 60 anni nelle categorie inferiori, perchè la Sambonifacese militò in serie C per l'ultima volta nel campionato 1948-1949, quando fu sconfitta e retrocessa, proprio in occasione dell'inaugurazione dello stadio».
Quanto all'impianto di illuminazione, esso risale ai primi anni '70, spiega Tomba: «Merito della battaglia condotta da un semplice ma accanito tifoso, Annibale Saccomani, che piazzatosi in municipio davanti al tavolo del sindaco dell'epoca, gli disse che non si sarebbe alzato se non avesse deciso di dotare lo stadio dell'impianto di illuminazione».
Dispiaciuto, ma anche perplesso sui vari aspetti della situazione del club, è il portavoce del noto gruppo di tifosi «Quei del Campa», Bruno Saccomani, che mette l'accento sia sulle difficoltà che anche gli sportivi incontrano per seguire la squadra del cuore, sia sullo scarso coinvolgimento dei sostenitori in occasione della promozione.
Gianni Bertagnin