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Treviso, il ritorno di Ciccone: “Vogliamo salvarci, per noi e per la città! Ora si vede un po’ di luce…”
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Emanuele Ciccone 2, il ritorno. Il guizzante attaccante tascabile è l’unico del Treviso ad essere sopravvissuto ai quattro presidenti (Nardin, Vissoli, Dondi e Visentin) e a poter dire di sapere com’è fatto il terreno del Tenni: da quasi due mesi era sparito, Arcuri e Visentin però si sono ricordati della sua esistenza e così domenica il buon Ciccone è riapparso a San Polo, dove la sua squadra ha strappato al LiaPiave quel punto che le permetterà dopo Pasqua di affrontare il Nervesa credendo ancora nei playout. «Domenica in 10 abbiamo tutti dato l’anima, siamo stati bravi. E poi abbiamo un grande allenatore che ci sta aiutando tantissimo: questo Treviso è un grande gruppo, ora si vede un po’ di luce». Come hai ritrovato l’ambiente biancoceleste? «Tutto cambiato. Qui c’è gente che ogni giorno ci mette il massimo impegno, stringiamo i denti perchè vogliamo salvarci ad ogni costo, per noi e per la città». Domenica allo scadere hai… ciccato un contropiede due contro uno: lì solitamente tu te ne vai tranquillamente in porta. «Purtroppo non ho ancora una grande condizione, in queste settimane mi sono allenato a casa mia, sono tornato a Treviso la settimana scorsa e tenere i 90’ è stato già un successo. Ora lavorerò duro per dare il 110%». E’ stato un annus horribilis: cosa ti resta dentro? «Io dal primo giorno e con ogni presidente ho dato tutto ciò che avevo dentro, ma oggi guardo la realtà: ci restano a disposizione due partite nelle quali dovremo mettere in campo ogni energia per raggiungere il nostro obiettivo. Ma c’è anche un grande rammarico, perché Visentin è arrivato un po’ tardi, ma pure lui sta dando veramente tutto».