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L’erba di Lancenigo attende i biancocelesti ma da Ca’ Sugana non arrivano segnali

Il pasticcio Treviso ha i colori del temporale che s’addensa minaccioso sul campetto di Vascon. Dicono che un giocatore abbia fatto lo spiritoso, lamentando l’impianto di per sè dignitosissimo ma...


Il pasticcio Treviso ha i colori del temporale che s’addensa minaccioso sul campetto di Vascon. Dicono che un giocatore abbia fatto lo spiritoso, lamentando l’impianto di per sè dignitosissimo ma decisamente di periferia. Pare che mister Tentoni gli abbia detto di mordersi la lingua. Il pasticcio Treviso continua anche se la nuova società non ha più la picaresca provvisorietà dell’annata 2013-14. Perchè, anche se nessuno vuol parlarne a chiare lettere per paura di rompere fragili equilibri, è chiaro che il campo di allenamento del Treviso, secondo logica e tradizione, dovrebbe essere il solito, quello di Lancenigo, un tempo della Provincia e oggi passato al Comune. Così non è. E non ci interessa molto, oggi, indagare sui perchè. Sul perchè continui la comica dei “due Treviso” (il secondo è quello di Corvezzo, un fantasmino che qualcuno ha consentito che restasse a vagolare e a vantare diritti), sul perchè l’amministrazione comunale continui a non decidere da che parte stare, sul perchè gli impianti di Lancenigo continuino a restare lì, in progressivo e inesorabile degrado, quando potrebbero essere un capitale da usare al meglio e di cui vantarsi. Il Treviso e il suo pasticcio si sono manifestati ieri a Vascon in tutta la loro assurdità. Vero che gli ultimi anni di storia biancoceleste consigliano massima prudenza, ma da questo a buttare il bambino insieme all’acqua sporca... (a.f.)
29 luglio 2014