00 23/09/2008 18:39
La madre di una delle merde..
Per "colpa" di Gorgo invece, mamma Maria Bogdaneanu, 55 anni portati con grande dignità, ieri ha urlato nella notte la sua disperazione davanti al Tribunale di Treviso: suo figlio pochi minuti prima è stato condannato a scontare 20 anni di carcere. Una sentenza per lei incomprensibile. Si aspettava la condanna, questo sì: è consapevole che suo figlio ha fatto una cosa sbagliata. Lo sa e sa che deve pagare il conto con la Giustizia. Ma 20 anni sono una vita. Quel suo ragazzo che lei ha visto sabato scorso e che sente al telefono due volte al giorno, è il suo cruccio. Nella mattinata aveva detto: «È stato con me a Roma per cinque anni. Si comportava bene, conoscevamo le sue compagnie. Ci portava a casa i suoi amici. Qui è stato rovinato dalle compagnie e dalla droga. È un bravo ragazzo che ha fatto una grande stupidata, ma non ha ucciso nessuno. Il pubblico ministero ha promesso che lo tratterà bene perchè ha collaborato nel corso delle indagini...».

Mamma Maria per tutto il giorno è stata in attesa della sentenza, sola, occhi bassi, isolata davanti alla camera di consiglio dove si decideva il destino del suo Alin o in fondo al grande corridoio del Tribunale. Non ha avuto la forza di entrare in aula: ha preferito attendere fuori, a masticare le lacrime che l'orgoglio non le permetteva di mostrare. Sola a reggere gli sguardi anche dei figli delle vittime di un doppio delitto in cui il suo Alin ha avuto un ruolo. Mamma Maria dice: «Mi dispiace per loro. Sono veramente addolorata per quanto sono costretti a soffrire - dice guardando Daniele e Cristina Pelliciardi - ma io non posso chiedere scusa. Come posso farlo se Alin non ha ucciso. Non è colpevole. Lui stava lavorando».

Alle 19,10 la sentenza, le urla, la disperazione. Si accascia nell'erba al di là del cortile del Tribunale e rabbiosamente punta le mani chiuse a pugno contro il cielo e all'indirizzo di una Giustizia che ha sfruttato suo figlio per le indagini per poi "gettarlo" in carcere. La donna urla: «Mi aveva promesso di mandarmelo agli arresti domiciliari e non in carcere» e l'accusata è il pubblico ministero Valeria Sanzari la quale, nonostante una sentenza che ha accolto pari pari le sue richieste, ha un viso tirato, provato. Una vittoria professionale in un caso giudiziario storico per la Marca, ma che sul piano umano le costa tantissimo.
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non riesco proprio a capire come si possa ragionare in questo modo, anche se si tratta del proprio figlio