00 02/01/2012 14:10
dalla Gazzetta di Mantova

Bellodi lascia il calcio giocato. Allenerà i portieri del Mantova

Decisione improvvisa di una delle ultime bandiere biancorosse. “Occasione irrinunciabile, ed è giusto dare fiducia a Festa e Portesi”

di Alessandro Taraschi

MANTOVA. «Deciderò di anno in anno», aveva detto solo giovedì. Ma nessuno avrebbe immaginato si trattasse dell’anno solare e non di quello sportivo. Mirko Bellodi, invece, lascia il calcio e da domani sposterà le sue cose dallo spogliatoio della squadra a quello dello staff tecnico, dove andrà a ricoprire il ruolo di preparatore dei portieri.

Bellodi, cosa succede?

«Quando Alessandro Vitrani ha deciso di lasciare il Mantova il mister Valigi e il vice dg Fincatti mi hanno proposto di sostituirlo per aprire un nuovo ciclo. E così ho trascorso le feste a ragionare sulla decisione da prendere, a parlarne con mia moglie Tamara, che è stata importantissima nell’aiutarmi a scegliere tra continuare a giocare e iniziare subito una nuova carriera. Stavo bene, fisicamente e psicologicamente, per questo ci ho riflettuto per bene. Ma ho 38 anni e voglio ringraziare la società per questa nuova opportunità».

Quindi è tutto pronto?


«Ho comunicato la mia scelta venerdì dopo l’amichevole. Sono andato a parlare col presidente e abbiamo trovato un accordo per i sei mesi di questo campionato e per l’anno prossimo. Sarò il preparatore dei portieri. Se ho optato per questo passo è anche per la fiducia del mister e di Mirko Benevelli, due persone che mi daranno una grossa mano. Da domani infatti cambierà un po’ tutto, anche il rapporto con la squadra. Sicuramente sbaglierò spogliatoio (sorride, ndr). Andrò a togliere le mie cose dall’angolino che occupo da ormai dieci anni, staccherò l’etichetta e lo lascerò liberò. Magari lo occuperà qualcuno dei nuovi. Io metterò la tuta blu».

Che effetto le fa attaccare le scarpette al chiodo?

«Ancora non me ne rendo conto. Credo che lo capirò bene solo domani. Aver smesso è dura, ma restare nel gruppo, poter rimanere sul campo, mi sarà di grande aiuto».

In estate l’avrebbe detto?


«No, è successo tutto all’improvviso».

Come si approccerà al nuovo ruolo?


«Punterò molto sul lavoro svolto con Vitrani. Un grande tecnico che sa come tenerti in forma. Ho lavorato con lui un anno e mezzo e mi ha fatto migliorare nonostante non fossi un ragazzo. In più ho qualche mia idea, soprattutto per quello che riguarda la posizione da tenere in campo. Ho la fortuna di poter lavorare con due ottimi giovani portieri, Festa e Portesi».

Ha già un’idea su chi sarà il suo sostituto?

«Tutti e due hanno buone qualità. Partiranno alla pari, poi con il mister decideremo chi fare giocare».

I suoi compagni come l’hanno presa?

«Mi hanno torturato tutto venerdì (sorride ancora, ndr), mi hanno detto che ora non possono più darmi confidenza».

Con Spinale e Graziani ha diviso tante emozioni, cosa le hanno detto?

«Manuel era molto contento per me e si è commosso. Anche Ciccio era molto felice, mi ha chiamato pure il 31 per congratularsi. Anche lui spera di far parte un giorno dello staff tecnico».

333 gare con il Mantova. Le emozioni non si contano.


«La più bella senza dubbio la vittoria dei playoff di C1. La peggiore Torino. Meritavamo la serie A ed è l’unica categoria in cui non ho giocato con il Mantova. Se penso alle parate più belle dico una su Bernacci ad Ascoli quando perdemmo 2-1 nell’anno della retrocessione e una simile nello 0-0 in casa contro il Torino su un colpo di testa di Bianchi. L’errore più clamoroso che ricordi invece è stato in casa del Giorgianna, ma tanti, tanti anni fa. Il bomber che mi ha fatto più dannare? Marazzina (anche se il figlio Gabriele giura sia Vantaggiato, ndr)».

Ora dovrà organizzare una partita d’addio...

«Mi piacerebbe molto, per salutare i tifosi biancorossi, che mi hanno sempre voluto bene. Spero proprio di farla».

Che consiglio dà dall’alto della sua esperienza a chi vuole iniziare a fare il portiere?

«Di lavorare duramente in settimana per crescere sempre e di andare al campo con voglia ogni giorno. In più di dimenticare subito gli errori, altrimenti cadono a pioggia. In porta per evitare le brutte figure non bisogna mai mollare, nemmeno un istante. Occorre tenere sempre alta la concentrazione fino all’ultimo, perché il tiro decisivo può arrivare anche al secondo finale».

Bellodi ma questo passo la fa sentire “vecchio”?

«Per niente. È stata una decisione improvvisa. Non perché non stia bene o non ci sia più con la testa. Se ho scelto di lasciare ora è solo per l’opportunità di iniziare subito una nuova carriera in campo e perché pronti ci sono due portieri giovani cui è giusto dare fiducia».