Dopo due stagioni il Treviso ritorna ad avere la figura di un direttore sportivo. Mancava esattamente da quando il vittoriese Carletto Osti, attualmente dietro la scrivania dell'Atalanta, aveva lasciato la Marca per accasarsi alla Lazio.
Si tratta diSalvatore Fioreche da qualche giorno è operativo nella sede di via Foscolo per seguire alcune trattative di mercato nella veste di consulente ,ma che successivamente ricoprirà l'incarico di responsabile del calcio-mercato biancoceleste.
Salavatore Fiore, nato ad Angri, in provincia di Salerno il 12 novembre 1943, non è comunque un personaggio nuovo per i tifosi del Treviso visto che nella stagione 1982-83 ha ricoperto lo stesso incarico sotto la presidenza del compianto Alfonso Mansi prima e di Ciano Donadon poi.
All'epoca Fiore arrivava dal Lecce per sostituire Enrico Alberti passato al Padova di Pilotto e per sostituire l'allenatore Gianni Rossi chiamò Vasco Tagliavini. Nonostante le difficoltà economiche Fiore riesce a muovesi con una certa disinvoltura in sede di trattative e alla corte di Tagliavini porta Arzeni dal Matera, Bergamaschi dal Verona, D'Oriano e Tumiatti dalla Primavera del Milan, Franca dal Prato, Oteri dal Messina, Piccin dal Centro del Mobile Pordenone, il portiere Santucci dal Fano, l'attaccante Trevisan dal Grosseto e il mitico Totò Rondon dal Taranto che diventa poi capocannoniere del campionato con 16 reti.
«È stata una bella stagione - dice il dirigente - perché concludemmo il campionato al sesto posto, ad un solo punto dal Parma e forse anche per questo quando parlo del Treviso mi vengono in mente dei risultati importanti ottenuti con pochi mezzi economici».
Fiore, ha anche cercato di acquistare il pacchetto di maggioranza della società biancoceleste. Il tutto risale a quando morì Giovanni Caberlotto, ex patron della Lotto, e quindi si presentò la necessità di dare continuità alla società. Le scelte erano due, o cedere le azioni ai due vice presidenti Renzo Barcè e Paolo Bisetto oppure a Salvatore Fiore che in quell'occasione rappresentava una cordata composta da Corrubbolo e Fioretti. La famiglia Caberlotto scelse Barcè e Bisetto nonostante la cordata di Fiore avesse offerto più soldi.
Incassata la sconfitta, Fiore spostò le sue attenzioni verso Padova e in quell'occasione fece da mediatore e alla fine la società biancoscudata passò a Corrubbolo, Fioretti e a Viganò che per questa avventura aveva lasciato la vice presidenza dell'Inter. Fu comunque una delusione sia a livello di risultati che nella gestione societaria.
Due anni fa Fiore ha lavorato ad Avellino portando la squadra dalla C1 alla B, mentre lo scorso anno ha seguito i mondiali di Germania con la nazionale Italiana con il ruolo di consulente.
La società conferma l'assunzione di Fiore come consulente di mercato ma il diretto interessato preferisce rimanere dietro le quinte.
«Sì. C'è stato un contatto con la società - ammette il manager - ma dev'essere la società a comunicare se questa collaborazione durerà fino alla conclusione del calcio-mercato di gennaio oppure se sarà confermata anche nella prossima stagione».
Accetterebbe un contratto che segua un programma?
«Di corsa. Perché la serie B è una categoria affascinante e a Treviso si lavora bene. È una piazza ambita da molti».
Giampaolo Zorzo
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