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Treviso, si fa avanti “Il Gruppo”
Bepi Lucchese e gli amici: «Ripartiamo da zero». Il sindaco Manildo: «Come Tvb nel basket»
di Toni Frigo
Niente assegni, il Treviso non è iscritto
L'annuncio mancato di Zanetti: "Prendo il Treviso"
La chiusura della campagna elettorale con la promessa
La bufala della società: "Ci siamo iscritti"
Il pari con la Tritium che ha condannato il Treviso alla C2
L'ALBUM DEI RICORDI La fotogallery biancoceleste
«Siamo di pianura, chiamateci gruppo, non cordata. Siamo di pianura e non vogliamo fare un’impresa, ma prenderci cura di qualcosa cui vogliamo bene. Il nostro collante è l’amore per il Treviso. Amore non sospetto, perchè a fianco della nostra squadra ci siamo sempre stati, chi perchè vi aveva giocato e chi perchè è tifoso indomito. Dopo le grandi pulizie, dettate dalle leggi dell’economia, eccoci qua. Pronti a ripartire dal basso, ma con un’operazione sana».
Il giorno dopo la bocciatura dell’iscrizione del Treviso alla Seconda Divisione, con conseguente caduta libera che potrebbe anche fermarsi al gradino più basso dei campionati locali, si registra un lumicino all’orizzonte.
Bepi Lucchese e i suoi amici, dei quali non snocciola i nomi ma che davvero sono legati alla storia del Calcio Treviso da un intreccio vero. Possono essere loro il futuro, anzi la Rifondazione Biancoceleste, come piace dire all’ex baskettaro innamorato del baeòn.
E fanno eco a ciò che ieri mattina il sindaco Manildo, cui andranno riconsegnate le chiavi del Tenni, ha discusso e concluso con il suo assessore allo sport Ofelio Michielan. Qualcuno giura di avergli sentito commentare così le “gesta” di Corvezzo & Co.: «Hanno fatto delle magate...», ma lui non conferma.
«Voglio provare a considerare, questa che è appena avvenuta, come una opportunità, non come una disgrazia», aveva detto pochi minuti prima che spuntasse il Gruppo Lucchese, «A costo di ripartire da zero, ma questa è l’occasione per rimettere in moto questa società con il piede giusto e sano. Il calcio cittadino è un capitale, ma solo se riesce a coniugare l’agonismo con le opportunità per i giovani e il giusto spirito sportivo. Ciò che vedevamo ultimamente era staccato dalla città. No, il Comune in fondo non ci rimette neanche troppo, abbiamo già fatto i conti. Se si troverà un capofila, si potrà ripartire. Vedo con grande interesse ciò che è avvenuto nel basket dopo che Benetton ha lasciato: il ConsorzioUniverso è un esempio bellissimo di una città che aggrega le forze, non solo economiche, per tornare a fare basket e a divertirsi con il basket. Credo che il calcio possa tentare questa via, magari tenendo in giusto conto un progetto che punti sui giovani. Insieme verso un obiettivo: questa è una lezione importantissima».
Lucchese, quando gli riferiamo le parole del nuovo sindaco, tace un attimo: «Non so se si può ripetere l’esperienza del basket. Da un lato perchè la gente che s’impegna nel calcio non ha le stesse caratteristiche e una uguale cultura, un po’ perchè a dir la verità non sappiamo ancora come finirà questa storia del Tvb. Certo, ci piacerebbe essere il motore della rifondazione del Treviso. Ripartendo da dove? Anche dal basso, magari dalla Promozione, senza problemi e manie di grandezza. Anche in passato siamo stati vicini alla società e a un certo punto avevamo rappresentato l’antitesi a Corvezzo. Lui ha avuto anche un periodo felice, ma nel calcio puoi fare un progetto importante solo se in tasca hai già i soldi. Siamo tornati a farci vivi, con il vecchio presidente, ma lui ha scelto un’altra strada. Adesso siamo qui, pronti a fare il nostro dovere di appassionati del calcio cittadino».
E se rispuntasse all’orizzonte l’ipotesi Zanetti? Qualcuno dice che si sia seduto sulla sponda del Sile per vedere passare un po’ di cadaveri societari. E che sia pronto a dare una mano a chi, preso un Treviso ripulito dai debiti, s’impegna seriamente per far ripartire l’avventura.
«Zanetti? Vedremo. Di certo noi sapevamo che quella trattativa era destinata a cadere non appena il re del caffè fosse andato a consultare lo stato patrimoniale. Tutti hanno tentato di portare a casa qualche soldo e... è finita così. Se Zanetti tornasse a farsi vivo e volesse darci una mano, saremmo ben contenti. Più siamo e più ci divertiamo, come si dice. Scherzi a parte, la sua sarebbe una parte determinante, ma il Gruppo lavora comunque per ripartire da radici sane e ridare a Treviso una società calcistica di cui essere orgogliosi. Il nostro motore non sono i soldi e la gloria. A muoverci è il cuore».
Se son rose... Probabilmente nelle prossime ore si apriranno i giochi. L’importante è non rivedere facce bruciate. |