Tutto previsto: dal Papa al Liverpool, dalla Juve all'Inter
Era già scritto nel libro del destino che il Milan avrebbe perso a Istanbul. E quindi non capisco la ragione per la quale i tifosi rossoneri ne facciano adesso una tragedia. "E' stata pur sempre una partita di pallone", ha cercato di sdrammatizzare la moglie d'Ancelotti che, in quanto a simpatia, l'avrei vista meglio sposata a Fabio Capello. "O cos'altro dovremmo fare? Forse ammazzarci?", ha poi chiesto giuliva. Senza temere che magari qualcuno la prendesse sul serio. In verità neanch'io ci avevo fatto troppo caso, ma è bastato un sms sul cellulare, inviatomi da un birbantello bianconero un'ora prima della finale, per rinfrescarmi la memoria e aiutarmi a capire come sarebbero andate le cose mercoledì sera all'Ataturk. Il messaggino diceva: "Nel 1978 è morto un papa. Nel 1978 la Juve ha vinto lo scudetto. Nel 1978 l'Inter ha vinto la Coppa Italia. Nel 1978 il Liverpool ha vinto la Coppa dei Campioni...".
Ad onor del vero in quell'anno dello scorso secolo o, se preferite, del passato millennio, di papi ne morirono addirittura due: Paolo VI e, a distanza d'appena 52 giorni, Albino Luciani, il caro patriarca dei veneziani. E di fatti incresciosi ne successero anche di peggiori: su tutti il rapimento e l'assassinio di Aldo Moro. Però non ci piove che nel '78 la Vecchia Signora di Trapattoni vinse lo scudetto, il diciottesimo della sua storia, con cinque punti di vantaggio sul Lanerossi Vicenza di Paolo Rossi, capocannoniere, che il grande Giorgio Lago, sull'aereo che trasportava gli azzurri di Bearzot ai Mondiali d'Argentina, s'inventò di chiamare Pablito. Era quella la Juve (tutta italiana) di Zoff-Gentile-Cuccureddu-Furino-Morini-Scirea-Causio-Benetti-Boninsegna-Tardelli-Bettega. Così come il 10 maggio 1978 il Liverpool mise sotto, nella finale di Londra, il Bruges grazie a un gol di Kenny Dalglish e conquistò la sua seconda Coppa dei Campioni...
Corsi e ricorsi: ventisette anni dopo la storia si è ripetuta tale e quale. La Juve ha rivinto il campionato e l'Inter, piaccia o non piaccia alla Roma, rivincerà la Coppa Italia: del resto Mancini, pianga o non pianga, è una garanzia quando i trofei contano poco o nulla. Il Milan insomma era predestinato alla sconfitta di Istanbul col Liverpool e difatti, se solo l'avesse saputo prima, si sarebbe rassegnato all'ineluttabilità del fato invece di contrastarlo ostinatamente e di finire col procurarsi molti più danni ancora. Avrebbe cioè almeno evitato il suicidio di massa tra quei (suoi) tifosi che, illusi dal 3-0 del primo tempo, avevano già dato inizio alle feste di piazza e ai caroselli per le strade. Tanto più che Silvio Berlusconi l'ha presa bene. Come no? E Adriano Galliani l'ha detto: "Firmerei subito per ripetere un'annata simile: secondi in campionato e finalisti in Champions League. Tenendomi ben stretto Ancelotti, riconfermato al 3.278 (o 2780?) per cento". Contento lui, contenti tutti. Soprattutto gli altri. Ovvero quelli che si rassegnano, o s'accontentano, d'arrivar primi. Anche senza avere il Perdente di successo come allenatore...