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Intervista a Paolo Zappavigna dei Boys Roma

Ultimo Aggiornamento: 09/12/2006 14:28
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09/12/2006 14:28
 
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Riporto un'intervista fatta a Paolo Zappavigna, leader dei Boys Roma, tratta dal sito www.aguardiadiunafede.it/boys.html
L'intervista non è certo recente in quanto Zappavigna è morto ormai da qualche anno, però ha più di qualche spunto interessante, so che è lunga, ma vale la pena perdere qualche minuto, soprattutto per le considerazioni verso la fine.


INTERVISTA A PAOLO ZAPPAVIGNA “BOYS”

Hai iniziato a militare nei Boys alla fine degli anni Settanta. Che cosa è cambiato da allora?


Faccio parte dei Boys da quando questo gruppo era fuso con il Commando Ultrà Curva Sud. Con tutto che c’era la fusione i Boys si sentivano comunque un gruppo a parte. In quegli anni la curva era molto più di sinistra rispetto a oggi ma l’interesse comune era il tifo per la nostra squadra. Eravamo mitici perché in trasferta eravamo ancora più uniti che in casa e la differenza rispetto alle altre tifoserie si sentiva eccome. Con tutto che avevamo idee politiche differenti cercavamo di solidificare questa unione perché eravamo coscienti del fatto che in questo modo potevamo rendere più potente il tifo per l’As Roma. In seguito a diversi diverbi accaduti all’interno della curva e che purtroppo sono inevitabili quando si mette insieme un così grande numero di persone è nata la scissione tra noi e il Commando stesso. Questo è accaduto la sera della finale della coppa dei campioni con il Liverpool; a seguito di una rissa in curva prima che iniziasse la partita i Boys hanno ritirato fuori il loro striscione. Lo striscione quella sera è stato messo sotto il lato destro della curva dalla parte in cui entrano i giocatori.

Secondo te quali sono stati i motivi della scissione?


Un po’ la politica un po’ le divergenze sul modo di tifare. I Boys sono sempre stati un gruppo che ha voluto agire in autonomia senza essere dipendenti da nessuno e alla fine ritorni a essere un gruppo a parte proprio per difendere questa tua autonomia. Siamo sempre stati volutamente appartati e ancora oggi siamo così.

Flaminio di quegli anni che cosa ti ricordi?


Penso che siano stati gli anni più belli della tifoseria romana perché in quello stadio provavi emozioni uniche. Uno stadio senza la pista d’atletica è un vero stadio da calcio. Uno stadio così con i nostri soliti ottantamila al seguito sarebbe il sogno di qualunque squadra e tifoseria. In una curva attaccata al campo saremmo altro che il dodicesimo uomo in campo. Già lo siamo adesso con il nostro settore che è parecchio distante dal campo figuriamoci in uno stadio “all’inglese”. Una tifoseria come la nostra dentro uno stadio come quello di San Siro sarebbe una cosa strepitosa.

Il motto Sempre schierati mai omologati che cosa significa?


L’abbiamo inventato noi da un paio di anni e significa mai andare a braccetto con le forze del disordine perché una volta che ti fai omologare diventi succube.

I Boys negli anni si sono preoccupati di organizzare diverse iniziative di carattere sociale puoi accennare qualcosa a proposito?


Iniziative ne abbiamo cominciate a fare dalla fine degli anni Novanta. Ricordo la nostra mobilitazione in aiuto di Stella Carlotto che era stata candidata al premio nobel e che veniva un po’ considerata come la nonna dei Desaparecidos di Plaza de Majo in Argentina. Poi con i soldi che alzavamo dalla vendita di magliette e cappelli abbiamo aiutato due scuole frequentate da bambini poverissimi sempre in Argentina e questo tramite le suore Dorotee di Brescia che fanno avanti e indietro continuamente; ciò è potuto avvenire tramite l’ambasciata argentina che dopo l’incontro con la Carlotto ci ha tenuto molto in considerazione, ci ha fatto piacere aiutare questi bambini. Poi insieme a tutti i gruppi della Sud abbiamo giocato la partita contro la Roma dello scudetto 82 83 per aiutare i terremotati del Molise. Sempre insieme agli altri gruppi della Sud abbiamo sensibilizzato i tifosi della Roma nei confronti di una ragazza che doveva subire un intervento costosissimo negli Stati Uniti d’America “Un aiuto per Marika”. Adesso stiamo facendo il calendario con la coreografia dell’ultimo derby, verrà messo in vendita a Natale e l’incasso sarà devoluto ai detenuti.

Si tratta di ragazzi ultras?


Si tratta di ragazzi che meritano. Certo non si tratta di pedofili o quanto meno di spie. Sarà un aiuto per chi veramente ne ha bisogno sia ultras che no perché nella vita c’è chi non è ultras e non va allo stadio ma è ultras perché ha dei valori.

La diatriba ultras ultrà che idea ti sei fatto a proposito?


Oggi si è venuta a creare questa diatriba a causa delle differenze tra Progetto Ultrà e Movimento Ultras. Il Progetto Ultrà organizza cose contro il razzismo e prende finanziamenti tra Regione ecc. Noi non vogliamo sovvenzionamenti da nessuno e io penso che il Movimento Ultras sia quello più attaccato ai tifosi.
Questa diatriba deriva anche da una scelta politica. Ultras è più una cosa di destra. Noi infatti sulle sciarpe che avevamo 4 o 5 anni fa avevamo su scritto “Boys il primo gruppo ultras della capitale” perché siamo il primo gruppo di destra nato a Roma.

Che rapporto c’è con i club dei Distinti o delle Tribune?


Quando abbiamo fatto la partita per il Molise abbiamo coinvolto pure l’ UTR Unione Tifosi Romanisti. Purtroppo un ultras non è paragonabile a una persona da club perché quest’ultima per esempio entra gratis con lo striscione. A noi questo non serve perché almeno per quanto mi riguarda è importante essere tifoso ma voglio sempre pagare perchè il giorno che voglio contestare la squadra la contesto perché non ho favoritismi. Io posso anche essere amico dei giocatori ma se per me un giocatore non rende io lo contesto, se io pago è giusto che mi lamento anche perché oggi il tifoso viene considerato cliente e allora se sono cliente voglio essere anche esigente visto che qui i prezzi sono alle stelle. Domenica andiamo a Bologna e sono 25 euro, Siena stadio indescrivibile 23 euro. Se vengo considerato un cliente e non un tifoso voglio essere esigente e voglio una Roma ai vertici.

IL gruppo dei Boys ha qualche gemellaggio con altri gruppi?


Abbiamo il gemellaggio con il CUCN della Reggina e all’estero con gli Ultras S.U.R. del Real Madrid; poi c’è amicizia con il gruppo Manks del Benefica, con il CSK Sophia. Praticamente sono tutti gruppi di destra.

Scazzi particolari li avete con qualcuno?


Odio per i napoletani.. Milano ma soprattutto gli inglesi. Loro sono i nemici di sempre Liverpool poi è un discorso a parte.

Che cosa pensi del disegno costruito contro gli ultras e portato avanti attraverso il caro prezzi ecc.


Penso che si stia facendo di tutto per abolire l’ultras dallo spettacolo del calcio; in Inghilterra i prezzi delle curve sono alle stelle e impediscono ai ragazzi di avvicinarsi allo stadio facendo diventare quest’ultimo un teatro; poi magari che a 100 metri dallo stadio ci si ammazza dentro una birreria quello non verrà nemmeno scritto sui giornali ..perché in Inghilterra è questo che succede; l’importante è che dentro il teatro non succeda niente.

E per quanto riguarda la militarizzazione delle curve all’Olimpico ci sono telecamere dappertutto…


Io penso che lo stadio di Roma sia il più blindato d’Europa questo è sicuro al 100%. Quando andiamo in trasferta siamo alla mercè di tutti, cosa che invece non succede quando vengono gli altri a Roma perché vengono scortati fino a sotto la curva e accompagnati all’entrata dello stadio. A Roma purtroppo funziona così. Le tifoserie di Roma e Lazio sono considerate le più violente ma quando andiamo fuori penso che succedono fatti ben più gravi e nessuno dice niente. Qui qualsiasi tifoseria viene se nascono dei problemi il questore di turno sa con chi deve prendersela ovvero con la tofeseria locale. Guarda ultimamente che cosa è successo quando sono venuti quelli dello Spalato: gli hanno permesso di fare di tutto e prima della partita le guardie hanno dato addosso ai tifosi della Roma che volevano difendere il territorio. Quando andremo noi a Spalato vedrai che la polizia darà addosso esculsivamente ai tifosi della Roma non toccherà mai quelli dell’Aiduk).

Questo a che cosa è dovuto secondo te?


Lo sai che c’è, che quando si parla di problemi ultras a parlare sono sempre persone che con il mondo ultras non hanno niente a che vedere. Vedi per es l’episodio di quando gli Irriducibili andarono da Costanzo… Orietta Berti mi devi spiegare che c’entrava con il mondo ultras. Si fanno le tavole rotonde, parlano i poliziotti, parlano i giornalisti ma non vengono mai convocati 4 o 5 rappresentanti veri del movimento a spiegare le ragioni o i problemi della violenza. Vogliamo fare l’esempio di Milano? Abbiamo detto per 10 anni che a San Siro non serve mettere decine di guardie nel settore della Roma e non mettere guardie nell’anello superiore da cui il milanese da infame è abituato a lanciare di tutto.. è inevitabile che se tirano l’impossibile da sopra lo sfogo viene rivolto verso le forze dell’ordine che sono a contatto con la nostra tifoseria. Ma a loro non è mai fregato niente. Io dalla mia trasmissione in radio ho provato a parlare con il questore di Milano e lui neanche mi ha risposto e allora la questione non è che loro vogliono cercare una soluzione loro vogliono fare solo repressione.

Secondo te la curva può essere considerata una zona franca?


La curva è dei tifosi e spero che negli anni a venire sarà sempre così. E’ lo spazio in cui ritrovi non solo gli amici della domenica ma anche ragazzi con cui durante la settimana porta avanti certe iniziative.

La curva insieme ai centri sociali può essere considerata uno dei pochi posti in cui è possibile una vera e propria autogestione sei d’accordo?


Si sono convinto di questo!

Quali sono stati i personaggi fondamentali della curva che nel corso degli anni hanno dato quell’imput destinato a migliorare sempre di più la condizione del nostro tifo?


Ce ne stanno tanti da Geppo a Tzigano,Vittorio Trenta, Roberto Rulli dei Fedayn, Pinuccio.
Tanti sono morti altri non vengono più in curva. Oggi a militare ancora nei gruppi siamo rimasti io e Claudio Barone dei Fedayn il Guerriero sempre dei Fedayn e naturalmente stiamo parlando della prima generazione.

Romanismo cosa significa?


Significa credere nella città e difenderla. Ti senti romano e difendi la tua squadra, difendi Roma, cosa che non viene fatta dall’altra sponda del Tevere perché di Roma i laziali hanno poco e niente (Risate)

Tu preferisci una curva in cui ci siano tanti gruppi o ce ne siano pochi?


Io preferisco una curva come è oggi. Vari gruppi ognuno ha le sue idee e la sua mentalità. Ogni gruppo si auto gestisce per conto suo e si coagula in un unico amore che è quello della squadra.

Tifo inglese: comunanze e divergenze.


Io penso che la tifoseria della Roma non ha bisogno di guardare a nessuno. Sono gli inglesi che hanno da imparare da noi italiani… poi dai Romani hanno da imparare solo che tutto. Dall’Impero a oggi la storia non mente.

I ricavati dalla vendita del materiale per che cosa vengono utilizzati?


I soldi vanno per le coreografie, per assistere i diffidati nei processi e pagare quindi gli avvocati. In più ci sono i ragazzi che non lavorano e a cui paghiamo l’ingresso allo stadio sia in casa che in trasferta li fai venire e finanzi anche per loro perché i tempi sono cambiati e non è più come una volta. Una volta non bisognava avere tanti soldi per andare a vedere la partita. Si andava in trasferta senza biglietto del treno e senza biglietto dello stadio. Non c’era la DASPO e questa repressione infinita contro gli ultras. Oggi purtroppo i tempi sono cambiati. L’ultras di una volta ha dovuto ridimensionare tutto il modo di vedere. Purtroppo oggi i ragazzi più giovani non capiscono che venti anni fa era tutta un’altra pasta. Oggi non ti è permessa neanche una scazzottata che nel codice ultras è sempre stata la prima cosa tra tifoserie rivali.

A meno che non vai in serie B serie C


Beh io penso che una tifoseria come la Roma anche in serie B avrebbe i suoi bei 5000 tifosi e non troverebbe le due camionette a cui sono abituati altri gruppi che partono in 100.

Quali sono le coreografie che ti sono piaciute di più?


TI AMO
TU NON VEDRAI NESSUNA COSA AL MONDO MAGGIOR DI ROMA
NON MOLLARLO MAI ( dei Boys è la più bella )
BATTIAMO IL NEMICO ( rivolta anche alle forze dell’ordine )
Ce ne sono state tante che adesso neanche me le ricordo
In Europa si parla solo della tifoseria della Roma. Qualsiasi giocatore viene qui rimane a bocca aperta.
Il calore che danno i tifosi della Roma ai giocatori non c’è in nessun altra parte. Forse a volte li facciamo sentire troppo importanti e sbagliamo ma noi romani siamo così.

A Roma si tende troppo a esasperare le vittorie e le sconfitte.


Si è vero siamo così. Ci abbattiamo per una sconfitta e andiamo alle stelle per una vittoria.

Qual è il tuo striscione preferito?


CHE DIO VE FURMINI

Riguardo la politica negli stadi qual è il tuo pensiero?
Se ne è parlato troppo. Roma è la città principale da colpire riguardo il movimento ultras forse perché Roma ha un grande bacino d’utenza e mette paura. Oggi l’ultras ragiona, oggi l’ultras ha un cervello e questo mette paura; l’ultras sa parlare e il fatto che attraverso i mezzi di comunicazione di massa come la radio possa guidare le masse verso un’apertura mentale radicale non piace alla polizia e a chi tenta di governarci.

Ci sono altri movimenti secondo te che siano in grado come gli ultras di fare azione e non solo teoria?


Oggi si parla di No Global e di Disobbedienti. Secondo me i veri disobbedienti sono solo gli ultras anche perché quelli non capisco come fanno a marciare con scudi di plexiglass e bastoni a contatto con le guardie quando io se provassi a fare una cosa del genere con il mio gruppo all’Olimpico penso che verrei fucilato davanti al Bar del Tennis.

Per quanto riguarda le assemblee vi organizzate gruppo per gruppo o può capitare che diversi gruppi si riuniscano?


Prima facevamo delle riunioni in cui ci riunivamo tutti insieme; purtroppo le mentalità sono diverse, ognuno ha le sue idee.. alla fine ci vai una volta, due, tre, vedi che le tue idee non vengono prese in considerazione e non ci vai più.. allora ognuno si fa la riunione con il suo gruppo e prende le sue decisioni ed è anche giusto così perché ognuno ha la usa indipendenza e deve essere in grado di scegliere la sua strada.

Rapporto con la stampa. Abbastanza travagliato non credi?


Molti giornalisti non cercano mai la verità di una notizia prendono estratti da frasi che vengono dette e le riportano sui giornali compromettendo il significato di quelle parole.

Ci sono giornalisti che possono essere considerati ultras o x te bisogna fare di tutta l’erba un fascio?


Ci sono giornalisti più capaci che prima di scrivere una notizia ti chiamano per chiederti se veramente è successa una cosa o meno; per questo bisogna essere obiettivi se no faremmo lo stesso sbaglio loro.

“Romanisti si diventa” come è nato il progetto?


Il programma è stato chiuso perché gli ultras non possono parlare di politica ma soprattutto perché dall’alto si sono accorti che ragioniamo, abbiamo un cervello e possiamo mettergli i bastoni tra le ruote. A Roma, Alleanza Nazionale ha avuto una grossa perdita anche grazie a noi che abbiamo reso coscienti molti ragazzi di quale era la loro vera politica. Alleanza Nazionale è stata tra le altre cose promotrice di alcuni decreti contro gli ultras. Uitras non significa solo parlare della squadra e di quello che succede in curva ma anche del sociale, dei problemi che ci sono.

Roma è la città dove ci sono in assoluto più trasmissioni radiofoniche gestite da ultras..


E’ proprio questo che mette paura ai vertici.

Parliamo dell’organizzazione delle trasferte.
Più volte abbiamo ricevuto i complimenti dalle ferrovie dello stato e in un paio di situazioni c’era RAI UNO con TV 7 a filmare e a ribadire come non avessimo avuto bisogno di polizia o quant’altro nell’organizzazione della trasferta. Oggi prendere un treno per la trasferta è come se affitti un pullman perché è stata tolta la legge del DIVIETO DEI TRENI SPECIALI anche se oggi non si chiama più Treno Speciale ma praticamente ti affitti direttamente un treno, fai un preventivo di 800 persone e poi se sono 1000 o 1300 si aggiungono dei vagoni come è successo sia a Milano per la finale di Coppa Italia sia a Torino per il primo scontro diretto di quest’anno. Certo abbiamo la responsabilità di tutto e i danni li paga l’intestatario del treno; per questo viene organizzato un servizio d’ordine.

Qual è il viaggio ideale per andare in trasferta?


Il viaggio ideale è in treno come dice la tradizione. Spesso capita che partiamo in macchina e lì non hai scorta e fai un altro tipo di viaggio; oggi non è come una volta che prendevi il treno arrivavi nella città dove giocava la tua squadra scendevi e te ne andavi da solo verso lo stadio. Oggi l’incontro con l’opposta tifoseria non c’è lo hai più perché ti hanno tolto tutto; oggi ti è rimasto di andare allo stadio tifare per la squadra e più dei cori non puoi fare. Quando vai fuori sei in minoranza te quando vengono in trasferta qui sono in minoranza loro. E’ tutto più difficile perché hai gli occhi puntati continuamente. Per noi andare a Milano e fare 2 kilometri a piedi in mille è una soddisfazione..loro a Roma non li farebbero mai, non gli sarebbe mai permesso.

Se vuoi aggiungere qualcosa…


Speriamo che il mondo ultras continui a vivere perché il contrario significherebbe la fine dello spettacolo. Speriamo che questa fine non avvenga mai anche se giorno dopo giorno ti dimostrano che quello che vogliono è un calcio senza ultras.

[Modificato da Vota Juninho 09/12/2006 14.31]


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