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Gabriele Sandri

Ultimo Aggiornamento: 14/02/2012 22:50
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15/11/2007 19:27
 
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Riferiscono fonti di polizia a Milano che Gabriele Sandri venne identificato nel gennaio 2002 con altri 24 tifosi della Lazio armati di cacciavite alla vigilia di una partita Milan-Lazio di Coppa Italia. Riferisce una fonte di polizia a Roma che i tre ragazzi "laziali" che viaggiavano sulla Renault in cui è stato ucciso Gabriele Sandri erano di quelli che, nella curva nord dello stadio Olimpico, trovi, guardando il campo di gioco, "in basso a destra". "In basso a destra" tra virgolette, perché quell´indicazione non corrisponde soltanto alla toponomastica che divide il territorio ultras, a un´identità politica ostentata, ma ad una sigla apparsa d´incanto all´inizio dello scorso campionato. «In principio – aggiunge la fonte – in quel settore c´era la "Banda noantri". Poi quello striscione è sparito e sono arrivati loro. Stesse facce, stesse teste…». Dici "Banda noantri" o "In basso a destra" e, apparentemente, non dici nulla. In realtà, stai incrociando una storia che il Paese ha scoperto all´improvviso una domenica mattina. Perché la "Banda" ha scritto pagine di sangue e di violenza che pochi conoscono o forse ricordano. Perché la "Banda" sembra non ci sia più. Ma è solo un´illusione. Nasce nel 2002. Si dà un simbolo (il volto di un ultrà travisato da una felpa) e un nome – redatto in caratteri runici - che sa di cameratismo caciarone, da serata in osteria. È una ciurma di un centinaio di fuoriusciti dagli "Irriducibili", il gruppo storico che della curva nord controlla anche i sospiri. Le ragioni della scissione – per quel che ne riferiscono gli addetti – sono nella ricerca di «un modello puro di ultras». «Che non si mischia con chi vuol fare i soldi con il tifo», che non fa "la cresta" sulle trasferte, che non si impiccia del merchandising. Sono neri. Nerissimi. E nei network on-line del tifo si presentano in poche righe: «Ultima formazione giovanile nata in curva nord da una costola degli "Irriducibili". Un nome nuovo, di stampo romano, età media dai 18 ai 25 anni. Giovani ragazzi arditi. Il classico gruppo elitario non per tutti. Di quelli intransigenti e temuti. Stili e modi sono quelli delle casual crew di Oltremanica. Una brigata di azione con pochi anni di vita, che già si propone alla ribalta della scena ultrà italiana». La "brigata di arditi", la "casual crew" (la ciurma spontanea), la "ribalta" se l´è guadagnata una domenica del 2003, il 2 febbraio, a Firenze. Il treno che la porta in trasferta a Verona è fermo alla stazione di Santa Maria Novella. E il caso vuole che la sosta, più lunga del dovuto, le offra l´opportunità di incrociare i tifosi della Fiorentina che salgono sui vagoni di un interregionale per Lucca. Si scatena il finimondo. La "Banda" devasta un´ala della stazione, quindi si dedica al proprio treno riducendolo una carcassa. Uno dei poliziotti, intervenuti per spegnere la furia, perde un occhio. La "Banda" si guadagna i primi provvedimenti dell´autorità giudiziaria, le prime diffide e dunque punti di «rispetto» nella curva, dove essere "daspati" (diffidati) è un onore. Ad aprile del 2003, sfila per le strade di Roma, gridando "Sig Heil", in un corteo che dichiara guerra alla «repressione e al calcio Sky». I rapporti di polizia dell´epoca segnalano la "Banda" infiltrata da militanti di "Base autonoma", la sigla dello spontaneismo nero che ha germogliato l´esperienza del Movimento Politico ed è al lavoro anche sulla curva giallorossa, dove ha battezzato "Tradizione e distinzione". Ma anche un profilo sociale di media borghesia. Gli "arditi" si distinguono per i loro giacconi "mission", per l´essere e l´apparire sempre "a posto", nei modi e nel vestire. Coltivano una mistica dello scontro con "le lame" (i coltelli) che li accomuna alla violenza giallorossa, che si esalta nella "puncicata" (la coltellata) allo sbirro o al nemico della fazione rivale, marchio di fabbrica che tutta l´Italia degli stadi riconosce come "romano". Incrociano a piazza Vescovio, nel quartiere Salario, tradizionale roccaforte nera. Pendolano tra il pub Excalibur e la sede di Forza Nuova, apparentemente disinteressati a una militanza esterna allo stadio. Li trovi lì la sera, per la "punta" prima della notte nei locali. O all´alba delle domeniche di trasferta, per caricare le macchine. Nel 2005, lo striscione dalla "Banda" scompare. «Dal 2005 – avverte uno dei siti ultras della Lazio, con maggiore e più significativa precisione descrittiva – non espone più lo striscione». Decimati dalle diffide, tornano a confondersi nella curva, per riapparire, appunto, "In basso a destra". La polizia se ne accorge nella notte tra il 22 e il 23 settembre di quest´anno, quando, a piazza Vescovio, circonda un corteo di macchine che si sta muovendo verso Bergamo, dove la Lazio è attesa dall´Atalanta. Da un borsone, esce un arsenale che è più chiaro di una firma: "lame", accette, machete. Servono per fare a pezzi i napoletani in viaggio verso Empoli, che i laziali ritengono di poter incrociare tra Roma e Firenze, lungo il tratto di Autosole che dovranno necessariamente percorrere nella stessa direzione. Le facce che spuntano dalle macchine di piazza Vescovio sono quelle antiche della "Banda" diventata "In basso a destra". I denunciati a piede libero sono una settantina. Il giudice, di fronte al quale compariranno nei giorni successivi, deciderà che non debbano neppure sottoporsi all´obbligo di firma al commissariato.
[Modificato da enricotv 15/11/2007 19:27]


16/11/2007 18:28
 
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Intanto dicono che in tasca di Gabbo abbiano trovato delle pietre...
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Re:
Ultras Italia, 16/11/2007 18.28:

Intanto dicono che in tasca di Gabbo abbiano trovato delle pietre...




e lo dicono solo adesso?

L’ IMPORTANTE E’ CHE TU ESISTA
16/11/2007 19:18
 
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sì ma è stata anche smentita.. comunque anche se fosse, che cazzo centra?
16/11/2007 19:30
 
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anche la cagata delle pietre..ma dai....non sanno più che cazzo inventarsi.. [SM=x397141]
16/11/2007 19:47
 
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La mercedes degli juventini aveva due vetri rotti e diverse rientranze sulla carrozzeria.

11 luglio 2009: la Treviso sportiva non dimentica lo scempio che hai fatto, Setten.

Tonella, Maino, Bernardi; De Poli, Lombardi, Margiotta; Fiorio, Bonavina, Pradella, Bressan, Boscolo.

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Re:
Mat-tv, 16/11/2007 19.18:

sì ma è stata anche smentita.. comunque anche se fosse, che cazzo centra?




no, che non l'hanno smentita. Ne ha parlato anche il suo avvocato.
17/11/2007 11:59
 
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Annozero: «Gabriele Sandri aveva pietre in tasca, I laziali hanno aggredito gli juventini»
L'accusa per il poliziotto è omicidio volontario
L'indagato si difende: «Non ho preso la mira»

AREZZO (15 novembre) - È accusato di omicidio volontario l'agente di polizia Luigi Spaccarotella, indagato per la morte del tifoso laziale Gabriele Sandri, avvenuta domenica mattina sull' A1 vicino ad Arezzo. Lo ha detto l'avvocato Francesco Molino, difensore dell'agente.

Agguato agli juventini. Gli investigatori e il magistrato inquirente intanto hanno fatto luce sulle fasi che portarono domenica scorsa all'uccisione del giovane tifoso laziale. Sono stati ricostruiti dalle indagini i momenti di quello che viene considerato dagli inquirenti come un vero e proprio agguato teso dal gruppo di tifosi laziali agli juventini, in transito sullo stesso tratto autostradale. Gli sviluppi sarebbero stati resi possibili grazie alle numerose testimonianze rese non solo dai protagonisti, ma anche dai presenti poco dopo le 9 del mattino di domenica alla stazione di servizio di Badia al Pino.

Almeno otto tifosi laziali con il volto coperto avrebbero atteso l'arrivo della Mercedes alla stazione di Badia al Pino e con cinghie, biglie e ombrelli si sarebbero scagliati contro gli juventini (sul luogo la polizia scientifica ha trovato anche due coltelli a serramanico).

Sandri aveva sassi nelle tasche Nelle tasche del tifoso laziale ucciso, al momento dell'ispezione del corpo prima dell'autopsia, sono state trovate delle pietre. Lo ha affermato Sandro Ruotolo, fornendo questo inedito elemento a sostegno della ricostruzione che ha fatto durante la trasmissione "Annozero" di quel che è accaduto domenica mattina sulla piazzola dell'A1. Più che una rissa, un agguato, fatto da Sandri ed i suoi quattro compagni e da altri cinque tifosi laziali che viaggiavano su una Clio (tra loro anche una donna). I nove, sempre secondo la ricostruzione data da Annozero, viaggiavano insieme e nello stesso momento hanno parcheggiato su quella piazzola, distante dal bar davanti al quale si era fermata la Mercedes con cinque tifosi juventini, probabilmente già individuati lungo la strada per giubbotti ed altri segni distintivi della loro squadra del cuore. I nove laziali, i volti coperti da sciarpe e cappucci, avrebbero atteso fuori dal bar gli juventini e quando tre di loro sono usciti li avrebbero aggrediti. La pattuglia della stradale -sempre secondo questa ricostruzione- era sulla piazzola dal lato opposto dell'autostrada e stava verbalizzando alcuni esponenti di un centro sociale. Sentendo le grida gli agenti hanno acceso la sirena della loro auto. I tre juventini sarebbero risaliti in macchina mentre gli aggressori continuavano a tempestare l'auto con sassi, colpi di ombrello... Gli altri due juventini sarebbero usciti dal bar e saliti in auto e la Mercedes si sarebbe allontanata. Subito dopo sarebbe ripartita la Clio con i alcuni tifosi laziali. Infine sarebbero risaliti in auto anche Sandri ed i suoi compagni. Nel frattempo -sempre secondo quanto ricostruito da Annozero - l'agente avrebbe sparato il primo colpo (in aria o forse a terra, è stato detto) e quindi il secondo che ha raggiunto ed ucciso Sandri. Ruotolo ha ricordato che sul luogo sono stati recuperati coltelli, ombrelli spaccati, sassi e biglie. Nelle tasche di Gabriele, ormai morto, due sassi.

Il procuratore: i coltelli erano degli amici di Sandri. «I coltelli, gli ombrelli e il mezzo ombrello rotto» trovati nell'area di servizio dove domenica scorsa è morto Gabriele «erano degli occupanti della macchina della vittima». Lo ha spiegato il procuratore capo di Arezzo, Ennio Di Cicco in una conferenza stampa con i giornalisti in cui ha fornito alcuni elementi dell'indagine. Di Cicco ha spiegato che i quattro tifosi laziali che domenica erano assieme a Sandri sono accusati di porto d'oggetti atti a offendere «ed eventualmente lesioni, ma questo lo devo ancora verificare». Di Cicco ha poi spiegato che nell'area di servizio c'erano tre auto e due gruppi di tifosi, uno laziale e l'altro juventino. A chi gli chiedeva se durante la zuffa le vittime siano stati gli juventini, il procuratore ha risposto: «sembrerebbe».

Di Cicco ha quindi spiegato che i tifosi della Juventus - che sono stati o che saranno
identificati - erano arrivati a bordo di una Clio e di una Mercedes, mentre i tifosi della Lazio si trovavano sulla Megane. «Hanno colluttato fra di loro - ha spiegato il procuratore - questo è un dato di fatto». Quindi, rispondendo ai giornalisti, ha detto di non sapere se Gabriele abbia «partecipato alla zuffa. E anche in quel caso, che importanza avrebbe?». Di Cicco ha quindi spiegato che quello relativo alla zuffa è un filone di indagine «che potrebbe essere stralciato. Sono episodi collaterali: una cosa è l'omicidio, una cosa sono le colluttazioni fra i tifosi».

«Ha sparato ad altezza d'uomo, atto imperdonabile». «Le esigenze di custodia cautelare non sussistono. Dove sta il pericolo di reiterazione e il pericolo di fuga?». Con queste parole il procuratore capo di Arezzo ha poi escluso la possibilità dell'arresto Spaccarotella. Il poliziotto «ha sparato un colpo ad altezza d'uomo, questo è un dato di fatto - ha sottolineato Di Cicco -. Non so il motivo, ma è un atto imperdonabile: a meno che non sei minacciato, che non ti puntino la pistola addosso, non lo puoi fare».

Commentando la testimonianza resa dall'agente indagato, Di Cicco ha confermato che Spaccarotella «ha dichiarato che è inciampato, ma non mi sembra che sia inciampato. Ha fatto qualcosa più grande di lui». Di Cicco ha poi detto che «per avere la perizia balistica serviranno 50-60 giorni».

L'agente: fatto accidentale. «È stato un fatto del tutto accidentale, l'agente nega di aver sparato direttamente, cioè mirando alla persona», ha dichiarato Molino riferendosi al colpo di pistola con cui l'agente in una stazione di servizio dell'autostrada vicino a Arezzo ha ucciso Gabriele. «Questo è quello che ho sentito dire da lui direttamente - ha aggiunto Molino - dei particolari non sono ancora a conoscenza».

«Ci difenderemo a denti stretti, c'è qualcosa che non torna», ha continuato Molino che insieme a Giampiero Renzo difende l'agente della Polstrada. Ai giornalisti che gli chiedevano la versione dell'agente, l'avvocato Renzo spiega che Spaccarotella «ha rilasciato una testimonianza precisa sull'andamento dei fatti con una sola versione che non è mai stata cambiata». E cioè che il colpo è partito in maniera «accidentale», e che il poliziotto non ha «mai mirato alla persona». Comunque, sottolineano i due avvocati, «sarà un lavoro lungo e complesso», e «il dottor Ledda, titolare dell'inchiesta, dà grandi garanzie».

«Noi siamo convinti dell'innocenza, almeno rispetto all'accusa più grave, del nostro assistito», sottolineato l'avvocato Renzo. Parlando con i giornalisti, il legale ha spiegato di avere elementi per dimostrare che non si tratta di omicidio volontario: «Lavoreremo per far emergere la verità, giustizia sarà fatta per tutti». Quindi commentando le indagini, il legale ha detto che si tratterà di «un'attività lunga e complessa con risvolti anche importanti».

Nuovi testimoni. Mercoledì, nel giorno dei funerali di Gabriele, gli investigatori avevano trovato la Mercedes che domenica era nell'area di servizio dove è stato ucciso il tifoso laziale. Uno degli occupanti si sarebbe presentato spontaneamente ed è stato ascoltato in Procura ad Arezzo. Ascoltati anche tre occupanti di una Clio che hanno assistito all'accaduto.


www.Ilmessaggero.it


Ora, voglio dire, se prima si poteva pensare che sti qua si fossero trovati in mezzo a una rissa non volendolo, il quadro qua si ribalta, perchè se è vero come sembra che 'sti qua avevano biglie d'acciaio mi dispiace, ma che se ne vadano pure a fare in culo. Ho visto emettere diffide per i coltelli che si usano per tagliare la sopressa, ma non mi pare questo il caso. Nove contro tre, cazzo, bella forza. E il fatto che lui dormisse in macchina perchè stanco non mi convince proprio. Resta la colpa del poliziotto, eh.

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gli ULTRA' della JUVE: i laziali ci hanno aggredito

Un gruppo di tifosi laziali, chi col cappellino calato in testa, chi con "armi" rudimentali, ombrelli, cinture, aste di bandiera, che si avventano sulle macchine di alcuni juventini parcheggiate all'autogrill dove pochi minuti dopo perdera' la vita Gabriele Sandri. E' quanto ha visto quella drammatica mattina un tifoso bianconero, in viaggio con gli amici per raggiungere Parma, interpellato da 'Repubblica'. Il giovane riferisce di non essere stato sulla Mercedes classe A di cui si e' parlato, confermando cosi' l'ipotesi che le vetture coinvolte nella vicenda fossero quattro e non tre. Il tifoso juventino, con i suoi amici, racconta di essere partito "intorno alle 7 del mattino da Roma per andare a vedere Parma-Juve: ci capita spesso di seguire la Juventus, ma non siamo ultra'. Siamo ragazzi normali che ogni tanto fanno una gita fuori porta. Verso le 9 ci siamo fermati all'autogrill per fare colazione: eravamo stanchissimi, avevamo bisogno di un caffe'". L'autogrill, racconta, "era deserto. Poi, durante la colazione, si e' un po' riempito. Ma non ci siamo accorti di niente, eravamo indaffarati a fare colazione e leggere i giornali". Quindi "siamo usciti e ci siamo separati: le macchine non erano parcheggiate vicine. La mia stava circa cinquanta metri piu' indietro. Da lontano ho visto un gruppo di ragazzi, alcuni con il cappuccio in testa, altri con il cappellino, che si avvicinavano ai miei amici. Non ricordo in modo nitido, sono stati attimi concitati. Non saprei riconoscere i volti degli aggressori, ne' indicare quali "armi" tenessero in mano. Credo fossero ombrelli, aste di bandiera e cinture. Si sono buttati sulla Classe A. Alcuni dei miei amici erano gia' seduti in macchina, altri sono riusciti a ripararsi in fretta. I laziali si sono avventati sull'auto. A quel punto, per cercare di distoglierli, sono passato a tutta velocita' accanto alla Mercedes e li ho messi in fuga". I tifosi juventini a quel punto fuggono "a tutta velocita': abbiamo proseguito fino a Parma senza fermarci. Senza avere idea di quello che avevamo lasciato alle nostre spalle". Attimi di terrore, stando al racconto del giovane: "Pensavamo solo a scappare. Tanto che, prima di chiamare un numero di emergenza, non ricordo nemmeno se il 112 o il 113, sono passati 10 minuti. Probabilmente l'omicidio era gia' avvenuto". Della tragedia, i supporter bianconeri vengono a conoscenza solo verso l'una, "per radio". Ma "che fossimo coinvolti in quello che era successo lo abbiamo capito solo il giorno dopo". La testimonianza non e' stata ancora resa alla magistratura: "Noi non siamo stati contattati, ma parleremo nel momento in cui la magistratura ci dovesse chiamare. Tuttavia - sottolinea il giovane - credo che non potremmo aggiungere nulla di nuovo rispetto alla ricostruzione dei fatti che gia' e' stata fatta". (AGI) - Roma, 17 nov. - (AGI)

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Re:
MoniGo, 17/11/2007 11.59:


Ora, voglio dire, se prima si poteva pensare che sti qua si fossero trovati in mezzo a una rissa non volendolo, il quadro qua si ribalta, perchè se è vero come sembra che 'sti qua avevano biglie d'acciaio mi dispiace, ma che se ne vadano pure a fare in culo. Ho visto emettere diffide per i coltelli che si usano per tagliare la sopressa, ma non mi pare questo il caso. Nove contro tre, cazzo, bella forza. E il fatto che lui dormisse in macchina perchè stanco non mi convince proprio. Resta la colpa del poliziotto, eh.

A onor del vero, c'erano 2 macchine di laziali e 2 macchine di juventini.
Non capisco perchè il quadro si ribalta, si sapeva che facevano parte di banda noantri, di certo non hanno brindato coi gobbi.


17/11/2007 16:20
 
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Re: Re:
enricoutv83, 17/11/2007 15.18:

A onor del vero, c'erano 2 macchine di laziali e 2 macchine di juventini.
Non capisco perchè il quadro si ribalta, si sapeva che facevano parte di banda noantri, di certo non hanno brindato coi gobbi.




si', due contro due. Si ribalta nel senso che ora è certo che sono andati via COMUNQUE armati, altro che "manici di ombrelli" e "microformazioni calcaree". Aveva sassi da 6 cm x 8 in tasca, a meno che non se li sia cagati dal culo, dove cazzo li ha presi?


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17/11/2007 17:37
 
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Re: Re: Re:
MoniGo, 17/11/2007 16.20:




si', due contro due. Si ribalta nel senso che ora è certo che sono andati via COMUNQUE armati, altro che "manici di ombrelli" e "microformazioni calcaree". Aveva sassi da 6 cm x 8 in tasca, a meno che non se li sia cagati dal culo, dove cazzo li ha presi?


Sono partiti da Piazza Vescovio, quartiere Salario, zona di Roma centralissima e nerissima e piena di Laziali.
La piazza è la stessa dove c'è stata la retata dei carabinieri prima di Bergamo, quasi sempre gli irriducibili si danno la punta prima delle partenze per le trasferte li.
Di certo, ti ripeto, non è gente che va in trasferta per mangiare il panino con la frittata e bersi il vino dei colli romani.
Almeno, non solo per quello.
Resta il fatto che a mio avviso la situazione non si ribalta ma nemmeno per il cazzo, nel senso che non stiamo parlando del 2001 a Genova dove quell'altro aveva un estintore in mano e lo stava lanciando contro la camionetta degli sbirri.
Quella è legittima difesa, e la posso concepire, qui se ne stavano andando: passa la prima macchina dei gobbi, passa la prima macchina dei laziali, passa la seconda macchina dei laziali e nessuno si ferma, allora il carabiniere, non so se irritato o impaurito, ha sparato, coi risultati che conosciamo tutti.
Ma non mi venire a parlare di situazione ribaltata perchè proprio non sono d'accordo.


18/11/2007 12:47
 
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Parole sante, ripetute anche da Manganelli, il quale ha detto che non cambia di una virgola il fatto che il laziale avesse dei sassi in tasca.
18/11/2007 12:50
 
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Molto toccante anche il mex che trovate anche nella homepage degli irriducibili, che lui ha spedito al giocatore de silvestri...
"Ho appena finito di suonare...ed ora come al solitoin partenza...per portarvi fino alla vittoria!"
18/11/2007 13:05
 
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Re: Re: Re: Re:
enricoutv83, 17/11/2007 17.37:

Sono partiti da Piazza Vescovio, quartiere Salario, zona di Roma centralissima e nerissima e piena di Laziali.

lo so.


La piazza è la stessa dove c'è stata la retata dei carabinieri prima di Bergamo, quasi sempre gli irriducibili si danno la punta prima delle partenze per le trasferte li.

lo so.

Resta il fatto che a mio avviso la situazione non si ribalta ma nemmeno per il cazzo, nel senso che non stiamo parlando del 2001






L'avevano dipinto come un mezzo santo che dormiva, questo si ribalta. E santi non ne esistono. Non per questo ho detto che SI MERITAVA di farsi sparare in testa. Non ho detto che il poliziotto ha fatto bene a sparare, nè che era "in situazione di pericolo".

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18/11/2007 14:05
 
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Re: Re: Re: Re: Re:
MoniGo, 18/11/2007 13.05:



L'avevano dipinto come un mezzo santo che dormiva, questo si ribalta. E santi non ne esistono. Non per questo ho detto che SI MERITAVA di farsi sparare in testa. Non ho detto che il poliziotto ha fatto bene a sparare, nè che era "in situazione di pericolo".

Appunto, santi non ne ne esistono.


18/11/2007 18:58
 
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Qui di seguito posto il video tratto dalla trasmissione Annozero del 15 Novembre 2007 in cui viene fatta maggior luce sul fatto......

http://it.youtube.com/watch?v=D4dlzbKbiRs
19/11/2007 14:11
 
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MILANO - Atalanta-Milan da ripetere a porte chiuse e 'curva nord' dello stadio di Bergamo inibita agli spettatori fino al 31 marzo 2008. Queste le decisioni del giudice sportivo per gli incidenti dell'altra domenica che hanno portato alla sospensione della gara al 7' del primo tempo.


19/11/2007 14:36
 
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Atalanta-Milan si rigioca, Curva chiusa per 4 mesi

Il giudice: recupero a porte chiuse e curva nord dello stadio di Bergamo inibita fino al 31 marzo 2008. Nessun provvedimento ai danni della Lazio: gli insulti a Mutu non erano razzisti. Juve invece multata per lo striscione che dava dello "zingaro" a Ibra

MILANO, 19 novembre 2007 - La sfida tra Atalanta e Milan si rigiocherà ma senza pubblico e la curva nord dello stadio "Atleti Azzurri d'Italia»"rimarrà chiusa fino al 31 marzo. Il Giudice sportivo Gian Paolo Tosel si è espresso così sulla gara sospesa lo scorso 11 novembre, al 7' del primo tempo, dopo gli incidenti provocati dai sostenitori bergamaschi che, nonostante i tentativi di Doni e compagni, hanno cominciato a lanciare oggetti in campo, provando a spaccare il vetro che separava gli spalti dal terreno di gioco. Il Giudice Sportivo riconosce che la partita "si disputava in un'atmosfera connotata da una particolare tensione emotiva, che aveva coinvolto il mondo calcistico (e non soltanto quello calcistico) per l'uccisione, poche ore prima, di un giovane tifoso laziale" ma sottolinea che "un gruppo di delinquenti ha colto l'occasione per un'aggressione, violenta e sistematica, alle forze dell'ordine, non direttamente correlata alla gara da disputarsi, ma con l'intento esclusivo di contrapporsi alle decisioni adottate dalle istituzioni circa lo svolgimento della giornata di campionato". "Le condizioni ambientali, determinatesi dentro e fuori lo stadio di Bergamo - spiega Tosel - hanno imposto l'intervento dell'autorità di polizia che, a salvaguardia della pubblica incolumità, ha adottato i provvedimenti ritenuti opportuni in merito al presidio dello stadio, all'inizio della gara, alla sua sospensione temporanea e, quindi, definitiva, provvedimenti ai quali l'arbitro si è, doverosamente e puntualmente, attenuto".
LA LAZIO - In merito a Lazio-Fiorentina del 3 novembre scorso, sciogliendo la riserva formulata con provvedimento del 6 novembre scorso, il giudice ha invece deliberato di non adottare ulteriori provvedimenti disciplinari nei confronti della Lazio a titolo di responsabilità oggettiva per il comportamento dei suoi sostenitori. Il giudice, infatti, osserva che "gli accurati accertamenti esperiti dalla Procura federale, mediante l'acquisizione di informazioni presso la fonte istituzionale di riferimento (il dirigente del servizio per l'ordine pubblico) e l'esame della video-registrazione (Sky) della gara, consentono di ritenere con certezza che, al 23' del secondo tempo, per circa venti secondi, al calciatore Mutu, all'atto dell'ammonizione per un fallo di giuoco in danno di un calciatore laziale, veniva indirizzato un coro decisamente censurabile per il tenore ingiurioso ("Mutu pezzo di m..."), ma sicuramente non costituente quella denigrazione per motivi di razza, nazionalità, origine territoriale o etnica, prevista e sanzionata dall'art. 11 CGS".
LA JUVE - Ventimila euro di multa alla Juventus per uno striscione con la scritta "Ibrahimovic zingaro infame", brevemente esposto da tifosi bianconeri all'avvio della della partita Juventus-Inter del 4 novembre scorso. La sanzione è stata attenuata per l'assenza di precedenti specifici e per la concreta collaborazione data alle forze dell'ordine.

Se Napoli è la terra del sole meglio la nebbia!

Mat-tv, 08/06/2007 1.02:

il gemmellaggio piu' brutto d'Italia.. sono due realtà che mi stanno parecchio sui coglioni, ma se devo scegliere la soluzione meno peggio preferirei Genoa in serie A e Napoli ancora qualche anno in B. realisticamente pero' secondo me il Genoa non riuscirà a vincere domenica, il Napoli andrà in serie A, e a me gireranno i coglioni nel vedere la festa che faranno in quella fogna di città, anche perchè sarà la notizia d'apertura di molti telegionali... in 5 su uno scooter, con 9 bandiere , 7 trombette e 0 caschi, intenti a festeggiare urlando frasi dislessiche cercando contemporaneamente di evitare i cumuli di 'MUNNEZZA

19/11/2007 21:22
 
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Trevisan
murales a roma
[Modificato da pips-monte 20/11/2007 13:30]

Di noi si parla senza sapere... di voi si sa senza parlare.

GIORNALISTI TERRORISTI

"Fregatevene di tutto quello che dicono i giornali. Tutte quelle critiche al tifo contro, alle curve, agli ultras. Tutto quello stucchevole buonismo.Tutta quella ipocrita sportività. Insultatelo, l'avversario. Ma imparate a conoscerlo. Chiedetevi dove nascono i suoi colori,da dove arrivano i suoi nomi e quello della sua squadra, ascoltate quello che canta.Insultatelo ma riconoscetegli una propria dignità.Insultatelo, ma conoscete la sua storia: spesso è bellissima, accativante, gloriosa. Quasi come la vostra. Quasi, naturalmente..."


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