CALCIO PRIMA DIVISIONE Giorni decisivi per il futuro della società. A giorni potrebbe esserci la svolta con l’addio dei Poletti
Venezia, inizia la settimana più difficile
Il tecnico Serena: «Contro la Pro Sesto sarà molto dura ma siamo orgogliosi di aver raggiunto i playout contro tutto e tutti»
Lunedì 25 Maggio 2009,
Inizia una settimana cruciale per il futuro del Venezia, quasi determinante sul campo, probabilmente decisiva sul fronte societario. Il condizionale è però ancora una volta d’obbligo, innanzitutto sul piano agonistico in quanto quello di domenica prossima contro la Pro Sesto (alle 16 al Penzo) sarà solo il primo round di una finale-salvezza lunga 180’. Per quanto riguarda la telenovela sul passaggio di proprietà dai fratelli Poletti a Shahrdad Golban, il lieto fine parrebbe dietro l’angolo: finora l’unica voce è stata quella del presidente lagunare uscente Arrigo Poletti, mentre l’acquirente persiano-londinese facente capo alla Energy4Europe non è ancora voluto uscire allo scoperto essendo vincolato da un “patto di riservatezza”. E ciò nonostante le ripetute garanzie circa il suo interesse a chiudere l’acquisto fornite da Poletti stesso nonché dal sindaco Massimo Cacciari. Pare che già domani le parti si incontreranno davanti a un notaio per formalizzare il passaggio di consegne, con disimpegno pressoché totale dei Poletti e porte aperte per l’ingresso (anche solo come main sponsor) del vicentino Sergio Cielo, patron dei gioielli Miluna.
«Venezia e Pro Sesto sono due squadre che si equivalgono – sposta l’attenzione sul calcio giocato il tecnico Michele Serena – ma sono certo che alla mia squadra un grande contributo, in termini di entusiasmo e convinzione, deriverà dall’orgoglio di aver raggiunto i playout contro tutto e tutti. C’è da essere orgogliosi di questa impresa, ma va da sé che nessuno se la ricorderà se non completeremo l’opera arrivando alla permanenza in Prima Divisione».
Dove il Venezia può essere superiore alla Pro Sesto?
«Innanzitutto nel pubblico perché, data l’importanza della posta in palio, ed in considerazione degli sforzi dei miei giocatori, penso proprio che domenica prossima meriterebbero il sostegno di almeno 5000 arancioneroverdi. Un “fattore” che può spostare alcuni valori a nostro favore, aiutandoci ad ottenere il risultato migliore in vista della gara di ritorno (7 giugno, ore 16 a Sesto San Giovanni, ndr) in trasferta ».
La Pro Sesto ha battuto il Venezia sia all’andata che al ritorno in stagione regolare…
«All’andata io non c’ero (in panchina sedeva Stefano Cuoghi, ndr) e quindi di quell’1-2 casalingo non so nulla. Otto giorni fa invece abbiamo perso 3-2 ma penso solo per una questione di episodi. Domenica dovremo dimostrare di aver imparato la lezione non sprecando più così tante palle gol. Siamo vicini all’ultima chiamata per salvarci, arriviamo ai playout dopo aver speso tanto ma a questo punto c’è solo da dare tutto quello che abbiamo».
LA SQUADRA – Dopo l’amichevole disputata e vinta 12-0 sabato pomeriggio sul campo del Ciprianocatron (Terza categoria), il Venezia riprenderà domani la preparazione al Taliercio. In gruppo è atteso il rientro dell’esterno brasiliano Anderson che pare aver superato del tutto i problemi alla caviglia, quindi gli unici indisponibili saranno l’ala Corradi (fresco di operazione alla spalla) e il difensore Conte (che si opera oggi a Lecce al ginocchio destro). Rispetto alla gara persa in casa della Pro Sesto all’ultima giornata di campionato mister Serena potrà contare sul centrale difensivo Lebran che ha scontato la squalifica, nonché su capitan Collauto guarito dall’influenza. Non ci sarà l’attaccante Laurito, fuggito senza permesso in Argentina: tuttavia in avanti c’è parecchia abbondanza, con Malatesta sicuro titolare e la maglia di seconda punta in palio per Poggi, Morelli, Ibekwe e Momentè.
Marco De Lazzari
CALCIO Gli ex biancoscudati che ieri hanno dato vita all’Appiani al memorial Quintavalle-Biasini parlano delle possibilità della squadra ai play off
Un coro unanime: «Il Padova ce la farà»
Alberto Bigon: «Quello che importa in questo momento è la testa. La compagine di Sabatini ha compiuto una grande impresa»
Lunedì 25 Maggio 2009,
Ore 8, Luciano De Franceschi - da 18 anni al servizio del Padova - apre il cancello del cortile dell’Appiani. Un cortile asimmetrico, dal quale sullo sfondo si gode una fetta illuminata di prato verde della mitica Fossa dei leoni. Anche vuoto, nel silenzio ovattato di una mattina che si annuncia caldissima, regala sempre emozioni inesprimibili di amarcord senza tempo, entrato stabilmente nella leggenda.
Assieme al cugino Luciano, partito da Trani per non mancare all’appuntamento, arriva Sandro Tonin (ex giocatore della De Martino), uno degli organizzatori assieme a Francesco Abate e Riccardo Benvegnù del memorial dedicato ai padovani Angelo Quintavalle (tornante, ex biancoscudato), e Davide Biasini (ala, ex Sorrento e Benevento). A Sandro Tonin chiediamo un flash sulle possibilità di Faisca e compagni nei play off. «L’entusiasmo che si è creato all’esterno mi rende fiducioso, e la squadra fisicamente è in crescita». Ed ecco Gianni Lazzaretto, capitano della selezione anni ’60: «Fiduciosissimo... L’altra sera, in occasione della presentazione del libro di Garanzini, ho avuto modo di parlare con Sabatini. I biancoscudati sono molto attaccati a lui. Ai play off i valori delle squadre si pongono più o meno sullo stesso piano, contano soprattutto le motivazioni. Il Padova vi arriva dopo avere compiuto una grande impresa, la condizione psicologica è dunque ottimale».
Il cortile dell’Appiani comincia a riempirsi, mentre la temperatura sale impietosamente: alle 9, i gradi sono già 28. Paolo Dalla Via, ex biancoscudato anni ’60, viene chiamato "ingegnere" dai suoi compagni di squadra di allora, un po’ scherzosamente, un po’ per segno di ammirazione: nel marzo dell’anno scorso ha infatti preso la laurea, discutendo una tesi sul "Mose" veneziano, costruito dalla "Mantovani" di cui Dalla Via è amministratore delegato. Non vale, verrebbe voglia di esclamare, ma laurearsi a 61 anni nel contesto di lavoro di prestigio, merita soltanto sinceri complimenti. «Il Padova arriva di slancio ai play off, mentre la Pro Patria credo che pagherà la mancata promozione diretta. Il Ravenna? No, ha vinto da noi, noi abbiamo prevalso a casa loro, ma la città e la provincia saranno unite nel sostenere la squadra biancoscudata». Gli ex sono assortiti secondo un cocktail-style che soltanto questa tipologia di partite riesce a produrre. Ad esempio, si prepara a scendere in campo Gianni Fagan, ex del mitico Rifugio minorenni.
Saluti speciali per l’inossidabile Roberto Filippi, 134 partite in maglia biancoscudata: «Ritengo che la formazione di Sabatini sia la migliore in assoluto, e dico soltanto che non doveva arrivare a disputare i play off, ma essere invece al posto del Cesena. È diventata una squadra vera, con tante motivazioni e sostenuta dall’entusiasmo per come è arrivata ai play off. I migliori auguri di tutto cuore».
Nella solita veste di arbitro, Mariano Schiavon, che si concede una battuta: «Vedo che i giocatori, anche se ora hanno 50, 60 anni, hanno ancora bisogno del direttore di gara...» E il Padova? «I play off rappresentano sempre una incognita, ma in ogni caso ho sensazioni positive, date soprattutto dalle condizioni fisiche della squadra. E direi che è anche cambiata la ruota della fortuna, nel calcio conta molto. Vi sono buone prospettive, anche il clima generale è mutato».
In "pole position" tra i festeggiati Alberto Bigon, praticamente "Bibi" per tutti. «Quello che importa in questo momento della stagione è la testa. Il Padova è arrivato ai play off dopo avere compiuto una grande impresa - lo dicono i numeri - mentre altre squadre sono state raggiunte». Anche l’ex biancoscudato (che ha debuttato in B all’età di 17 anni e mezzo) non può non dare un’occhiata intrisa di nostalgia al cortile dell’Appiani. «Per noi - tiene a sottolineare - entrare significava passare direttamente attraverso la porta dell’abitazione di Antonietta». È vero: nonostante il monumentale e comodo cancello a pochi metri, la porticina di servizio era sempre la più gettonata, una tentazione contagiosa consolidata nel tempo. Domandina finale: qualcuno di casa biancoscudata l’ha mai chiamata per un qualsivoglia ruolo, considerando la brillantissima carriera da calciatore e allenatore, nonchè un indiscusso carisma? «Soltanto una volta: Danilo Bigi, all’epoca in cui era amministratore delegato della società biancoscudata ai tempi del conte Zillo».
Arriva Siro Dal Pozzolo, vicentino di Poiana Maggiore, ma 95 partite con la maglia del Padova: «In generale non do particolare importanza a un allenatore, ma in questo caso sì. Sabatini dovrà trasmettere serenità e tranquillità ai suoi giocatori, perchè l’aspetto mentale è primario. È fondamentale in questi giorni riprendere le energie».
Anche Lucio Fasolato fa riferimento al tecnico biancoscudato: «Sono un innamorato del Padova e l’allenatore è un mio grande amico. Sabatini conosce tutto di Padova, ed è un aspetto importante. È un tecnico molto preparato e motivato, una bravissima persona». Last but not least, l’ideatore del memorial, il giudice Francesco Abate, fondatore della squadra forense Jusport (il 5 giugno verranno festeggiati al Biri i 40 anni dalla sua costituzione), in campo ieri assieme alle due rappresentative biancoscudate anni 60 e 70-80. «Sarà una bella lotta nei play off - sottolinea - Vedo un Padova motivato e una società finalmente coesa e che dà affidabilità. Con tanto entusiasmo nella gente. È già significativo il fatto che si sia raggiunto questo traguardo dopo sei anni di tentativi».
«Sbrighiamoci, il caldo aumenta», dice qualcuno. Un caldo infernale: mancherà anche l’adrenalina, ma età e nel frattempo 30 gradi (40 al sole) rendono le sfide particolarmente difficili. Vittoria ai rigori (2-2 nei regolamentari) per il Padova anni 60 su quello 70-80, e dello Jusport trascinato da Perrone per 2-1 su una mista biancoscudata. In campo anche Gianni Di Marzio.
Temperatura decisamente più gradevole poi al ristorante Fagiano, per un "terzo tempo" dedicato a chiacchiere in libertà. Della serie: biancoscudato è bello, bellissimo se sarà serie B.
Paolo Donà