Botta segna solo al Tenni
E il Treviso retrocede
Milano, 11 maggio 2009 - Battuto stasera dal Vicenza, per 1-0, il Treviso è aritmeticamente retrocesso dalla Serie B alla Prima Divisione. Il derby veneto è deciso da un gol da 25 metri di Botta al 38' della ripresa. Con questo successo i berici di Gregucci, che raggiungono quota 52 punti, sono matematicamente salvi, mentre per i padroni di casa, bloccati in ultima posizione con 34 punti, c'è la certezza aritmetica della retrocessione nella Prima Divisione a tre giornate dalla fine.
BRUTTA STAGIONE — Ma non è stato certo il Vicenza a firmare la condanna del Treviso. La società biancoceleste paga un anno,
per di più quello del Centenario, di scelleratezze amministrative, terremoti tecnici, sfortune sportive alle quali si sono aggiunte
tragedie umane, come quella del 14 luglio dello scorso anno quando il Treviso pianse la scomparsa, in un incidente stradale, del centrocampista Gionata Mingozzi. Ma è la permanente incertezza sul fronte tecnico-societario a avvolgere questa compagine in una spirale soffocante. A metà luglio 2008, mentre ha già un piede sul pullman che deve portare la squadra in Austria, e un contratto triennale in tasca, viene esonerato il tecnico Beppe Pillon, che firmò la promozione della squadra in A nel 2005 e successivamente la salvezza tra i cadetti. Al suo posto il presidente Ettore Setten ingaggia Ivan Gotti, oggi nel mirino dello stesso Vicenza, già tecnico della Nazionale azzurra Under 17, con un passato di allenatore delle giovanili del Milan. Gotti riceve pochi giorni dopo la certezza di allenare in B quando la Cosivoc riammette la squadra al torneo sia pure con tre punti di penalizzazione, che verranno cancellati solo a febbraio di quest'anno. Un altro punto di penalità sarà però inflitto successivamente per problemi legati al pagamento degli stipendi.
METEORA BALBO — Un lavoro insidioso quello di Gotti: mentre una fetta di società viene ceduta a un gruppo argentino, la squadra non riesce a incamerare punti: il 29 gennaio il tecnico viene esonerato, ma la sua panchina è salvata dalla reazione della squadra. Solidarietà inutile, perché Setten poco dopo metà febbraio chiama Abel Balbo. Ma anche l'ex attaccante di Roma e Udinese non ha fortuna. Il tempo di guardarsi attorno e dopo dieci minuti del primo allenamento rassegna le dimissioni. Un colloquio con il presidente lo fa tornare sui propri passi per poche settimane, ma nemmeno un mese dopo l'argentino se ne va sbattendo la porta e proclamando di "
non voler lavorare con una società di dilettanti". Il posto è di nuovo di Gotti, mentre cresce la rabbia dei tifosi. A marzo un'irruzione degli ultrà in sede provoca il ferimento di alcuni dirigenti.
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