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da La Tribuna di Treviso
E’ un Treviso più forte di tutto
14 febbraio 2011 — pagina 21 sezione: Sport
Vittoria, e non è certo una novità, ma anche bel gioco: stavolta il Treviso l’ha meritata fino in fondo. Anche perché ha battuto una delle squadre più belle viste al Tenni, il Pordenone di Giovannino Bosi, tanto gradevole da vedere quanto però leggero, quasi inconsistente. Ma grandi meriti alla capolista, che nell’ultima mezzora, in dieci, ha dovuto serrare le file, facendosi ancora più operaia, per superare, dopo Rovigo ed Este, la terza «vip» di fila.
Partita divisa in due: dopo l’ora di gioco ne è iniziata un’altra, ma il Treviso le ha vinte entrambe per 1-0. Ed il fantastico braccio di ferro con il Venezia continua, chissà per quanto tempo ancora. Il Pordenone con il suo ardito 4-3-3 parte come morso dalla tarantola: tre angoli di fila dal 2’ al 4’, sugli sviluppi del secondo incornata di Battiston che Sartorello devia fuori. La risposta del Treviso è affidata a Torromino: 8’, diagonale deviato dal portiere. Ma si fatica, soprattutto a sinistra, dove le razzenti incursioni di Herrera fanno soffrire Cernuto, che poi gli prenderà le misure. A metà tempo qualcosa inizia a cambiare, il Treviso si fa più attivo, recupera qualche pallone, anche se al momento i friulani continuano ad arrivare troppo facilmente sul fondo per effettuare traversoni sempre pericolosi. Fioccano i corner. E ci si mette anche Torromino che al 38’ su assist di Perna (ancora in versione «uomo mascherato» a protezione del naso) ciabatta in piena area avversaria. Il fantasista fa ancora peggio al 44’ quando si presenta davanti a Bortolin ed invece di infilarlo rasoterra si inventa un lob troppo alto. Si rifarà però un minuto dopo dando l’assist a Ferretti, prima aspettando per farlo rientrare dal fuorigioco e poi lanciandolo in solitaria: «Ferro» scarta anche Bortolin prima di mettere dentro in diagonale il suo 12º gol stagionale.
La partita però cambia poco prima del quarto d’ora della ripresa, quando Biagini si immola abbracciando Rossi, per fortuna prima che entri in area di rigore, da ultimo uomo. Zanin allora sacrifica Perna per immettere Paoli, ma è chiaro che ora le angustie sono tutte biancocelesti. 28’: botta di Tardivo dai 20 metri deviata da Bandiera, Sartorello vola ad impedire l’autorete. Certo, le danze le menano sempre quelli in neroverde, ogni tanto qualche puntata del Treviso (32’:. punizione in diagonale di Ferronato, Bortolin in due tempi). E Ferretti (37’) colpisce male di testa da pochi passi su pennellata da sinistra di Paoli. Tutto carburante in più per una capolista che in verità resta concentratissima e non concede altre grandi palle-gol al Pordenone, anche se nel finale arriva il preventivato assedio: Visintin e soci non si vergognano di sparare palloni in tribuna, l’argine tiene finchè, allo spirare del recupero, c’è una ripartenza di Spinosa due contro due, servizio per De Lorentiis che entra in area dalla sinistra, prende la mira e fredda il portiere nell’angolo più lontano. Tripudio collettivo e titoli di coda.
- Silvano Focarelli
«Non vogliamo il rinvio con il Sandonà»
14 febbraio 2011 — pagina 21 sezione: Sport
Nel dopogara tiene banco la volontà del Sandonàjesolo, che avrà due giocatori al «Viareggio» (il Treviso uno: Bidogia), di rinviare la gara del 27, dopo la sosta del 20. I veneziani l’hanno già chiesto al Treviso, che ha detto no. L’ultima parola ce l’avrà la Lega. Diego Zanin però non gradirebbe una sosta raddoppiata.
«Per poi giocarne tre in poco tempo ad una settimana dal match di Venezia (niente anticipo tivù, si giocherà di domenica 27 marzo, ndr)? No grazie. A meno che non si fermi anche il Venezia. Se poi la partita dovesse essere rinviata, ci adegueremo. Qui tuttavia ci stiamo giocando qualcosa di importante, tocca agli addetti ai lavori sistemare questa cosa».
Sulla gara con il Pordenone? «Dovremo migliorarci sempre di più, a tutti i livelli: abbiamo visto che difficoltà ci sono ogni volta. Sapevamo che il Pordenone avrebbe pressato molto alto, nei primi 20 minuti abbiamo subìto, ma appena loro hanno abbassato un po’ la guardia sono arrivate due occasioni prima del gol di Ferretti. Dopo l’espulsione, ineccepibile anche se in settimana su quella situazione ci avevamo lavorato, i ragazzi hanno iniziato a gestire il risultato non rinunciando però a giocare. E il risultato finale è giusto».
Giovanni Bosi non ne fa un dramma. «Noi come il Treviso cerchiamo sempre il gioco, anche perché fisicamente non siamo molto prestanti. Sapevo che sarebbe stata una bella partita, loro giocano il calcio migliore della D, noi invece abbiamo commesso degli errori abbastanza banali, come nella prima rete su lancio lungo. Nel primo tempo avevamo creato, ma anche speso tanto, senza essere concreti. Comunque mi auguro che il Treviso ce la faccia: vivo a Carbonera e il mio cuore è sempre biancoceleste». (si. fo.)
I complimenti di Caberlotto junior
14 febbraio 2011 — pagina 21 sezione: Sport
Il Treviso vince e convince, superando anche i trabocchetti del vecchio amico Giovanni Bosi e mezzora di partita in inferiorità numerica. Vince, ma convince assai di meno, pure il Venezia a Montecchio (vittoria «rubacchiata», ci raccontano i colleghi di laguna: ma su quel campo era successo anche al Treviso, dunque siamo pari). Insomma, il duello a distanza continua. E continuano a tenere banco le prospettive per il futuro della società biancoceleste. Ieri, a fine partita, il presidente Renzo Corvezzo si è lasciato scappare qualche ammissione: «Presto entreranno al mio fianco nuove persone - ha detto - Il Treviso non ne ha bisogno nell’immediato, ma dobbiamo programmare anche le stagioni future, probabilmente in categorie superiori. Dunque ci stiamo muovendo». Ai russi a Venezia (ma sarà vero? Mica tanto tempo fa Setten a Treviso portò gli argentini...), quindi, a breve Corvezzo potrebe rispondere con i «trevisàni».
Una bella famigliola trevigiana di Montebelluna era intanto ieri presente al Tenni: Giorgio Caberlotto, figlio di cotanto papà, con la graziosa consorte e i tre figlioletti. «Ci siamo proprio divertiti - ha detto - e in questo Treviso sto rivedendo tanto di quel Treviso che fu di mio padre». Miglior complimento, cari Corvezzo & C., non potevate ricevere.
- Furio Prandi
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