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Dal 2012 Benetton lascia basket e volley

Ultimo Aggiornamento: 11/06/2011 15:42
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18/02/2011 12:32
 
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La Tribuna di Treviso

Caccia al «cavaliere bianco» per il dopo-Benetton

Mister Geox, Sartor, Tomat: il dopo-Benetton è un rebus. Chi prenderà il posto del gruppo di Ponzano?

di Enrico Lorenzo Tidona

TREVISO. Cavaliere bianco, cordata di imprenditori, micro azionariato. Sono alcune delle tante ipotesi corse ieri sul filo del telefono, quando è partita una ridda di telefonate tra imprenditori della Marca, chiamati in causa da Gilberto Benetton, che si è detto pronto a lasciare ad altri «colleghi» il testimone. Tre gli incentivi messi sul piatto da Benetton: concessione gratis del Palaverde per le partite, mantenimento del vivaio alla Ghirada e passaggio delle due società a costo zero. Un incoraggiamento per rendere più appetibile l'offerta ora sul mercato, che prevede tempi non lunghi per il subentro: sedici mesi per lasciare il posto vacante, molti meno per poter mettere in piedi due nuove società con tanto di dirigenti, manager, allenatori e soprattutto una rosa di giocatori da mettere sotto contratto.

A dare il via alle danze è stato lo stesso presidente di Unindustria Treviso, Alessandro Vardanega, che oltre ai ringraziamenti per «l'impegno generoso e appassionato della famiglia Benetton» ha firmato una nota in cui parla di «un patrimonio di competenze e relazioni che mi auguro possa favorire l'investimento di altri gruppi imprenditoriali così da dare continuità a questa esperienza entusiasmante». L'operazione, quindi, esprime di per se dei valori, sia sociali che economici, che «devono diventare riferimento di identità e tratto distintivo di tutto il territorio e su questo anche Unindustria Treviso continuerà a dare il massimo contributo». Con l'appoggio dell'associazione, disposta quindi a raccogliere le adesioni tirando le fila di un'eventuale cordata di imprenditori, si apre un ventaglio di nomi che va dagli industriali della metalmeccanica a quelli dello Sporsystem, su cui però, il presidente Adriano Sartor, socio con Andrea Tomat di Stonefly, spegne ogni entusiasmo.

«Questa mattina, per curiosità, mi sono messo insieme ai miei collaboratori della comunicazione a controllare quanto pubblico segue il basket, e credo che in termini di ritorno di audience il gioco non valga più la candela. Anche le aziende dello sport perdono purtroppo un'importante vetrina ma è arrivato il tempo di spendere soldi con oculatezza, e anche il mecenatismo ha un suo limite». Dagli imprenditori la palla è stata passata infatti agli esperti di marketing, che stanno valutando il «salvataggio» delle due squadre, operazione che beneficia della cassa di risonanza mediatica legata al nome dei Benetton, in grado di lanciare agli onori della cronaca anche internazionale chiunque sia in cerca di notorietà per se e la propria azienda. Una corsia preferenziale è stata aperta dallo stesso Gilberto ai giovani imprenditori, volenterosi e appassionati, come il nipote Andrea Benetton, poco più che quarantenne, figlio di Carlo, che oltre a dirigere la Cirio Latte è l'attuale presidente di Benetton basket e Sisley Treviso, pronto a giocare il ruolo di «aggregatore di idee», tempestato ieri di telefonate.

I telefoni hanno toccato il punto di fusione alla Geox, dove sono arrivate molte chiamate indirizzate al presidente Mario Moretti Polegato, entrato a pieno titolo nel mondo dello sport e secondo i più in grado di assorbire un investimento, che per entrambe le squadre sarebbe di circa 20 milioni l'anno. Dieci volte tanto quelli che servono per far giocare una squadra di basket in serie B, come la Texa di Roncade, sponsorizzata dalla Texa di Bruno Vianello o al Db Montebelluna, forte della sponsorship della famiglia De Bortoli, titolari di Db Group. Aziende solide, con fatturati sopra i 50 milioni di euro e un retroterra in materia sportiva, che rientrano a loro modo nel recinto delineato da Gilberto Benetton.
18 febbraio 2011
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