da www.ilgazzettino.it
Lecce
NOSTRO INVIATO
Il primo confronto incrociato fra due delle molteplici pretendenti alla promozione in serie A è appannaggio del più brioso ma anche friabile Lecce tuttavia, ai punti, il Treviso avrebbe meritato almeno il pareggio.
Primo tempo tutto di marca salentina e ripresa a tinte biancocelesti. A decidere il match è stato un episodio autolesionistico del Treviso che, in possesso palla e oltretutto con la linea bassa (leggi difensiva) ben schierata, s'è fatto buggerare dal servizio profondo di Abbruscato per Ariatti e dall'assist di quest'ultimo, approdato sul fondo in area, che dopo aver attirato a se Calderoni ha smazzato per Tiribocchi: l'ex bomber di Siena e Chievo, solo al centro, non ha avuto difficoltà a tradurre e a mettere tutti d'accordo.
Gol a parte, il Lecce che mancava di Zanchetta, dell'ex Giuliatto, Tulli e Konan, ha impensierito altre due volte Calderoni sempre con Tiribocchi prima di dare via libera alla partita degli avversari. «Ci siamo fatti male da soli» il rammarico di Pillon al termine. Un'espressione che inquadra il resto del match. Col proseguio dei minuti infatti il Treviso è via via salito di tono mentre i salentini pagavano dazio sul versante fisico, cedendo poco a poco.
Il Treviso cominciava a dettare legge soprattutto a destra dove il tandem ex napoletano, Amodio-Trotta, metteva in seria difficoltà Ardito e Ariatti. Macinava gioco la squadra di Pillon, molto di più rispetto a sette giorni prima con l'Avellino, Guigou dirigeva le operazioni anche se non riusciva sempre a tradurre le intuizioni ed arrivava pure in zona tiro. Davanti si vedeva un Pià finalmente manovriero, nonostante fosse orfano del gemello Barreto (infortunato e, quindi, preservato) ed un Piovaccari pronto al sostegno, così già nel finale Rosati doveva superarsi per deviare una punizione di Guigou.
Il Treviso cresceva mentre il Lecce calava in maniera esponenziale e badava ormai a difendersi. Papadopulo passava a quattro in difesa per arginare le folate sulle corsie esterne degli avversari, Pillon cercava i colpi della panchina (Russotto, convocato nuovamente in Under 21 per il match con la Francia, Quadrini e poi Beghetto) ma qualcosa non filava come avrebbe dovuto. Qualche tocco in più, molti tentativi di arrivare in area anziché provare le conclusioni, privilegiando sempre il fraseggio alle bordate, e andando quindi alla conclusione molto spesso sugli sviluppi di palle inattive (punizioni e/o corner). Il Lecce comunque si salvava spesso in angolo (cinque di seguito battuti dal Treviso) e Rosati si ripeteva su Guigou dopo che, Ariatti (sempre lui!), lo aveva surrogato (st, 20') sulla linea di porta allorché Piovaccari aveva indirizzato a colpo sicuro sotto la traversa e a portiere battuto: il giovane è infatti riuscito, di testa, ad alzare in angolo.
Un pizzico di sfortuna dunque ma anche la convinzione che per inserirsi nel novero delle elette bisognerà azzerare alcuni errori. «Questo era il giorno e il campo della verità» aveva dichiarato nel pre-partita il presidente Setten. Ebbene, senza spingersi molto oltre, occorre ribadire che il Lecce - non appena recupererà gli effettivi - potrà lottare direttamente per le posizioni di vertice (dove già si è assisa con Brescia e Modena) ma anche rimarcare come questo Treviso - sorto da una tabula rasa che ha annoverato otto cambi - ha bisogno di almeno altre tre settimane prima di alzare definitivamente la voce. Intanto si accontenta di quanto manifestato da Pillon: «Sono deluso per il risultato, il pareggio ci poteva stare qui a Lecce, ma sono anche contento per la prestazione e crescita della squadra». Come dire, basta saper aspettare.
Piergiorgio Zavarise