da www.gazzettino.it
Gionata Mingozzi, ventitreenne centrocampista del Treviso, è deceduto sulla Romea ieri mattina dopo un sorpasso
Calciatore muore contro un tir
Con la sua Porsche stava correndo all’ospedale di Noale dove era atteso per le visite mediche
Gionata Mingozzi, centrocampista del Treviso Calcio, 23 anni, è morto sulla strada statale Romea, vicino a Campagna Lupia. La sua Porsche è finita contro un Tir, poco prima delle 8, ieri mattina. L'incidente durante un sorpasso, come hanno rilevato i carabinieri: il calciatore voleva essere puntuale ad una visita medica di routine a Noale. Lo aveva promesso la sera prima in un sms inviato al segretario del Treviso Bruno Dall'Anese. Sgomento nel mondo degli sportivi. Mingozzi aveva esordito con il Ravenna in Eccellenza, nella stagione 2001-2002. Passato al Perugia in B, nel 2005-2006 era stato acquistato dalla Sampdoria, con cui aveva esordito in Serie A nel 2006. Ceduto in prestito al Lecce, era stato quindi indirizzato dalla società blucerchiata a Treviso. «Un ragazzo sempre disponibile - ricorda il presidente del Treviso Ettore Setten - Credevamo nel suo talento al punto da confermare recentemente la comproprietà».
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Incidente stradale sulla Romea all’altezza di Campagna Lupia: Gionata Mingozzi, 24 anni, alla guida della sua auto sportiva si schianta contro un camion
Frontale tir - Porsche, muore promessa del Treviso
Stava rientrando dalle vacanze, sabato si sarebbe unito alla squadra per il ritiro. Si indaga sulle cause: forse un colpo di sonno o un malore
La sua vita ed il suo sogno di calciatore si sono spenti contro il muso di un camion, pochi minuti prima delle 8 di ieri mattina, alcune centinaia di metri dopo lo svincolo di Lova di Campagna Lupia, lungo la strada Romea. É morto così Gionata Mingozzi, 24 anni da compiere il prossimo 29 dicembre, centrocampista del Treviso calcio.Gionata Mingozzi si trovava alla guida della sua Porsche Cayman bianca. Stava rientrando da Ravenna, dov'era nato e dove risiede la sua famiglia. Il giovane stava percorrendo la strada Romea, in direzione di Mestre. Si stava recando all'ospedale di Noale, dove avrebbe dovuto sostenere le visite per l'idoneità sportiva, in attesa sabato d'unirsi agli altri compagni di squadra per il ritiro precampionato. Questi erano i suoi ultimi giorni di vacanza. Gli sono stati fatali.Il giovane atleta potrebbe essere stato tradito da un'imprudenza, ma non si esclude un colpo di sonno (un'autista che lo ha incrociato poco prima dell'urto lo avrebbe visto col capo leggermente inclinato in avanti) o da un improvviso malore. Il ventitreenne era alla guida della sua Porsche, aveva appena superato lo svincolo di Lova di Campagna Lupia. Per cause in corso d'accertamento da parte dei carabinieri della compagnia di Chioggia, l'auto ha invaso la corsia opposta di marcia, forse impegnata in un sorpasso: un particolare, però, che deve ancora essere chiarito. Di certo c'è che dalla parte opposta stava sopraggiungendo un autoarticolato Renault della Macevi srl di Mogliano Veneto, in provincia di Treviso.Il conducente del mezzo pesante si è visto la Porsche Cayman piombargli addosso. Ha cercato in tutti i modi d'evitare l'urto frontale; andando pure contro al guardrail che delimita la strada dal canale Novissimo. Purtroppo non è servito. La Cayman è andata a scontrarsi contro la parte anteriore sinistra del camion. Nell'urto la Porsche ha finito la sua corsa nel fossato dall'altra parte della strada. Uguale sorte è toccata pure al mezzo pesante, ormai ingovernabile.Alcuni automobilisti, così come il conducente del tir ancora scosso da quanto accaduto, sono subito scesi per prestare i primi soccorsi al giovane, rimasto ancora al posto di guida della Porsche, ed hanno immediatamente capito che le sue condizioni erano disperate.Un'ambulanza del Suem di Dolo è arrivata sul posto, insieme ai vigili del fuoco del distaccamento di Mira. I sanitari del 118 hanno fatto l'impossibile per strapparlo alla morte, purtroppo si sono dovuti arrendere all'evidenza e porre un lenzuolo sul corpo ormai senza vita di Gionata Mingozzi. I vigili del fuoco hanno dovuto lavorare una ventina di minuti per liberare il corpo senza vita dalle lamiere di quel che rimaneva della Porsche, adagiandolo nel fossato, vicino alla sua auto. La salma è stata poi ricomposta dai necrofori della "Pax Trevisi", che l'hanno trasportata all'obitorio di Dolo, a disposizione dell'autorità giudiziaria. I funerali saranno celebrati domani alle 16,30 nella chiesa del Redentore a Ravenna. Sotto choc l'autista del camion, che non sa darsi pace per quanto accaduto.«Me lo sono visto arrivare dritto - continuava a raccontare ad un amico che è venuto a prenderlo - e ho fatto di tutto per evitarlo. Davvero non potevo fare di più». L'uomo, però, non ha voluto parlare con i giornalisti: «Lasciatemi tranquillo, non è il momento. Sono distrutto». Intanto, un'autogru dei vigili del fuoco di Mestre ha recuperato dal fossato, usato come scolo del canale Novissimo, quel che restava della Porsche ed il mezzo pesante. Operazioni durate quasi tre ore. La Romea è stata chiusa al traffico in ambo i sensi di marcia per due ore, poi i carabinieri hanno creato un senso unico alternato, nella speranza di riuscire a smaltire le lunghe code che si erano formate su entrambe le carreggiate.
Gardini: «Un ragazzo d'oro che non ha raccolto quello che meritava»
«É con profonda costernazione e commozione che ci uniamo al dolore della famiglia, degli amici e di tutti coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerlo in questa sua vita troppo breve». Con questa nota il Treviso ha annunciato tramite il suo sito la prematura scomparsa di Gionata Mingozzi. A ruota sono giunti il cordoglio della Sampdoria, che ne detiene metà del cartellino, del Lecce, dove aveva giocato, del Ravenna, la prima squadra, e dell'Udinese. In via Foscolo ieri regnava la commozione. Il segretario Bruno Dall'Anese è l'ultimo ad aver sentito il giocatore: «Ieri sera mi aveva mandato un sms dicendo: tutto ok, ci vediamo alle 8. Doveva salire insieme a Calderoni, che venerdì invece è finito al Torino. Stamattina mi ha chiamato il medico Sarto, dicendo che non era arrivato. Allora ho provato a contattarlo ma non rispondeva. Subito dopo, il Comandante dei Carabinieri di Campagna Lupia mi ha dato la tragica notizia. Ho avvisato allora il suo procuratore, la Sampdoria, poi via via tutti gli altri. È stato un colpo terribile, era un ottimo ragazzo». È sentito anche il ricordo del direttore generale Giovanni Gardini che l'aveva portato a Treviso: «Sono costernato, senza parole, provo immenso dolore - ha detto - è una delle scommesse che speravo di vincere. Gionata era speciale, un ragazzo d'oro che ha raccolto molto meno di quello che meritava, martoriato dalla sfortuna. Purtroppo il destino l'ha portato via». Toni De Santis, il team manager che più di ogni altro vive a contatto coi giocatori, si stringe nel lutto: «Un ragazzo tranquillo, a modo, educato, non ha mai creato problemi. Il giorno del debutto a La Spezia era pieno di gioia, poi si era subito infortunato».
Un talento che cercava la consacrazione nella Marca
Setten: «Credevamo in lui, un giovane di cui conserverò un ricordo bellissimo». Dall’esordio in B col Perugia alla serie A con la Samp
Un talento del calcio italiano se n'è andato all'improvviso. Gionata Mingozzi era nato a Ravenna il 29 dicembre 1984 e nella sua città aveva iniziato a muovere i primi passi come calciatore. Il presidente del Treviso, Ettore Setten, ha voluto subito esprimere il suo immenso dolore: «Un giovane di neppure 24 anni, pieno di vita - ha dichiarato il massimo dirigente - di lui conserverò un ricordo bellissimo. Era un bravo ragazzo, molto attaccato alla maglia del Treviso, purtroppo ora non c'è più. Credevamo in lui, tanto che avevamo rinnovato la compartecipazione con la Sampdoria. Aveva una grande volontà di emergere e l'aveva sempre dimostrato nonostante la sfortuna che lo martoriava, ma si era sempre rialzato. Il mio pensiero va ora ai genitori che soffrono. Personalmente andrò al suo funerale e sono certo che così farà tutta la squadra».Tutti lo ricordano come un ragazzo posato, tranquillo, che amava suonare il pianoforte e in campo sfoderava il suo talento nel ruolo di centrocampista centrale, con grandi doti di regia oltre che di interdizione. Un talento di famiglia, visto che suo fratello Alex è campione mondiale di beach-tennis. Dopo aver mosso i primi passi nell'Azzurra Rinascita, a 9 anni era entrato nel settore giovanile del Ravenna, scalando con grande rapidità tutta la trafila sino alla Berretti. È stato senza dubbio uno degli artefici della rinascita della formazione giallorossa dopo il fallimento. Prima la convocazione in Nazionale Under 15, poi l'esordio in prima squadra a 16 anni, due promozione consecutive con i romagnoli dall'Eccellenza alla C2. Nel mezzo, la convocazione nella Nazionale Dilettanti Under 18 e la grande crescita tattico-tecnica grazie anche all'allenatore Massimo Gadda. Un puro geometra come lui viene subito notato dal Perugia di Gaucci e dell'allenatore Colantuono che nella stagione 2004/05 lo fa debuttare in serie B e totalizzare, alla fine, 13 presenze. Il club umbro poi fallisce e la Sampdoria si assicura le prestazione del 20enne ravennate. Nel team di Novellino il suo talento viene frenato da una fastidiosa pubalgia, ma ciò non gli impedisce di debuttare in serie A (il 26 febbraio 2006, Siena-Sampdoria 1-0). Dopo 2 presenze in campionato e una in Coppa Italia, l'anno successivo viene dato in prestito al Lecce. Zeman non lo vede, mentre Papadopulo (subentrato a metà stagione) lo convince a rifiutare il trasferimento a Vicenza e gli da fiducia.
L'estate scorsa infine era giunto a Treviso in comproprietà, deciso a giocarsi le sue carte. La sua stagione biancoceleste risulta però martoriata dalla sfortuna, tra pubalgia e infortuni che lo tengono mesi lontano dal campo. Alla fine però disputa 17 partite, meritandosi la riconferma per l'anno successivo. Ieri mattina Gionata era partita da casa diretto a Noale proprio per effettuare le visite mediche. Questa sarebbe stata la stagione del suo rilancio, avrebbe recitato la parte di vice Guigou. In questi giorni, si parlava anche di una sua possibile convocazione in azzurro per i Giochi del Mediterraneo che si svolgeranno nell'estate 2009 a Pescara. La sorte ha voluto che il suo talento si infrangesse sulla statale Romea. Una fine simile a quella accaduta ad altri giocatori, come Mayele del Chievo, Mero del Brescia o Pisani dell'Atalanta. Fino al paraguaiano Gonzales del Vicenza, salvo per miracolo ma ora senza un braccio.
Alberto Polita
«Aveva grande energia, un esempio per tutti»
(al.po.) La notizia della morte di Mingozzi è stata come un fulmine a ciel sereno per la squadra biancoceleste, a soli 5 giorni dal ritiro. «Oltre che un ragazzo meraviglioso dai principi sani, era un grande professionista. Era il primo ad arrivare e l'ultimo ad andare via». Così lo ricorda, sconvolto, il tecnico Bepi Pillon che poi aggiunge: «Ricordo che fu proprio una sua grande prestazione a Brescia nell'ultimo torneo a permetterci di inaugurare una serie positiva che ci ha portato alla salvezza. Aveva un grande potenziale mai espresso a causa degli infortuni, aveva ancora molto da dire. Sono vicino alla famiglia nella tragedia». Il pacato Mingozzi aveva fatto breccia anche nel cuore dei compagni. «Di lui avrò soltanto un bellissimo ricordo - racconta il difensore William Pianu - Era un ragazzo buonissimo, a prescindere dalla sua professionalità che lo portava sempre ad uscire per ultimo dalla palestra. Era tranquillo, semplice, proviamo un dolore assurdo in questo momento. Ho sentito anche gli altri ragazzi, come Calderoni che lo conosceva bene, siamo tutti sconvolti». È rimasto choccato anche il compagno di reparto Riccardo Gissi: «Quando succedono fatti come questi si rischia di dire cose scontate e uno come Gionata non se lo merita. Posso solo dire che proviamo immensa tristezza. Lui era davvero un grandissimo ragazzo, nonostante gli infortuni si rialzava sempre con una incredibile energia. Da questo punto di vista era un vero esempio per noi, non mollava mai e trovava sempre la forza per affrontare ogni difficoltà».
Dolore e sgomento anche nel mondo ...
Dolore e sgomento anche nel mondo dei tifosi che si erano affezionati a quel timido centrocampista dallo sguardo luminoso: «È una tragedia che un ragazzo di 23 anni muoia così, specie mentre si recava a fare le visite mediche per il proprio lavoro - esordisce Annamaria Biondo, presidentessa del Centro Coordinamento Treviso Clubs - era un ragazzo bravo e sfortunato. L'avevamo visto proprio all'ultima cena del Coordinamento, quando avevamo festeggiato la salvezza. Quest'anno è iniziato davvero male, questa disgrazia fa passare in secondo piano tutti gli altri problemi. Al nostro sito sono arrivare mail da tutta Italia. Ora ci organizzeremo per omaggiare il suo ricordo».
Su Mingozzi erano riposte le speranze di molti supporter, che si auguravano di aver finalmente trovato il regista del futuro. Grande tristezza si è manifestata subito anche sul sito dei tifosi
www.forzatreviso.it, dove era nato anche una sorta di piccolo fan-club dedicato al piccolo regista ravennate. Subito è comparsa sull'homepage la foto di Mingozzi, mentre sul forum è stata aperta una discussione dedicata alla tragedia, dove ognuno ha portato le proprie condoglianze. La famiglia ha chiesto a tutti di non riempire la chiesa di fiori ma di devolvere offerte alla prima società in cui ha giocato Gionata, l'Azzurra Rinascita di Ravenna.
al.po.