Le dolci parole di Genty...
«Tutto secondo le previsioni, la vittoria era sicura». Giancarlo Gentilini sorride quando parla dell'avvenuta elezione di Leonardo Muraro. «Sono soddisfatto perché la Lega ha tenuto e perché abbiamo preso la Provincia come Cdl con una percentuale bulgara. Lorenzo Biagi e Giorgio Panto sono perdenti nati. È gente che galleggia come i turaccioli sul mare: galleggiano ma non arrivano mai a riva. È tempo che interrompano il loro viaggio». Il vicesindaco si dice soddisfatto anche dell'apporto dato: «Il mio risultato è sulla carta: ho raggiunto la percentuale più alta di tutti gli altri. Ho dato una mano per far sì che Muraro diventasse presidente della Provincia». La Lega non sarà più sola a guidare la Provincia, ma dovrà fare i conti con la coalizione: «Era una cosa naturale, già 7-8 anni fa dicevo che bisognava raggruppare tutto il centrodestra. Certo quando comanda uno solo si amministra meglio: vedi il Comune di Treviso. Quando prima c'era una cespugliata di partiti non nasceva niente. Poi è arrivato uno solo e avete visto che spazzolata abbiamo dato avanti e indrè: brusca e striglia la città di Treviso!». Viene spontaneo chiedere se anche alle elezioni comunali del 2008 la Lega sceglierà la strada della coalizione. Se fosse per lui, non ci sarebbero dubbi: «Se fossi io a candidarmi sindaco, ma bisogna vedere la carta d'identità, andrei da solo. Mi divertirei. Niente contro la Cdl, ma la mia natura è di governare da solo. Non mi piacciono i compromessi, i discorsi sussurrati nelle orecchie. Io parlo e mi sentono fino in piazza, perché non ho niente da nascondere. Sono nato così: uno che comanda. Ma io non farei mai una civica, l'ho sempre detto». Quasi con una punta di malinconia Gentilini guarda al passato: «A un dato momento certi movimenti perdono la carica battagliera con cui erano nati. Il mare in tempesta si placa, e dopo la tempesta arriva la calma. Siamo diventati una forza di governo, e certe battaglie da baionetta sono finite. E così si acquietano i contrasti, si spuntano le armi e torna la bonaccia». Restano le personalità forti, come testimonia il successo della Lista Zaia: «La Lega ha avuto un grosso impulso da due personaggi come me e Zaia. Nelle amministrative conta chi fa». Gentilini non ritiene che ne possa seguire una penalizzazione del partito: «La storia insegna che ci sono stati grandi uomini che hanno trascinato continenti interi: Giulio Cesare, Napoleone, Hitler, Mussolini, Churchill. Ogni tanto nasce qualche "animaletto politico". Treviso ne ha due: io e Zaia». L'ultimo messaggio è per Panto: «Mi sorprende, da industriale dovrebbe sapere incassare le sconfitte e farsi da parte. Rimanere nell'agone politico sapendo che ti dicono: "non rompere le scatole perché hai perso" io non lo accetterei mai. Se mi capitasse mi ritirerei subito. Panto sbaglia a restare dietro e mandare avanti i suoi pretoriani che arrivano da altri partiti. Sono carne da cannone. Panto è il generale, ma a volte il generale deve uscire dalla trincea e combattere all'arma bianca. Allora anche i nemici lo rispetteranno. Ma finché resti nell'ombra non sarà così».
[Modificato da Mat-tv 31/05/2006 20.11]