La De Longhi in fiamme: allarme diossina a Treviso.
Ore 17,40
I Vigili del Fuoco hanno avuto ormai quasi del tutto ragione delle fiamme che hanno distrutto parte della De Longhi. All'interno dell'azienda dove tra gli altri sta operando anche una squadra del Nucleo biologico chimico radioattivo (Nbcr) di Mestre, rimangono ancora alcuni focolai. Secondo quanto dichiarato da un dirigente dell'ufficio commerciale, le fiamme avrebbero distrutto le linee produttive delle macchine per il caffè «superautomatiche» e parte degli uffici tecnici, risparmiando tuttavia il reparto progettazione. Anche il centro elaborazione dati, con il grande computer aziendale, si è salvato mentre nulla si è potuto fare per alcune vetture, motociclette e biciclette dei dipendenti parcheggiate nei pressi dell'area da dove si è sviluppato l'incendio.Giovedì la proprietà ha convocato una riunione con i dirigenti dell'azienda: la linea distrutta dal fuoco potrebbe essere rimessa in funzione nel giro di circa tre mesi, mentre l'aspetto commerciale sarebbe comunque in piena efficienza perchè l'azienda dispone ancora di una partita di 50 mila pezzi stoccati nel magazzino di Mignagola di Carbonera, a pochi chilometri dal luogo dell'incendio. Sul fronte dei residenti non si segnalano per ora provvedimenti di evacuazione: macchine della protezione civile di Treviso percorrono la zona attorno alla fabbrica invitando con l'altoparlante «a titolo precauzionale» a tenere chiuse porte e finestre delle case e non stazionare all'aria aperta.
Ore 17,30
Il sito internet del Comune di Venezia segnala l'incendio alla fabbrica De Longhi di Treviso con il livello di emergenza "codice verde", pari ad una bassa pericolosità. Nella pagina principale del portale informatico il Comune della città lagunare sottolinea che «non sussiste alcuna condizione di pericolo di nube tossica o altro per il territorio della provincia di Venezia».
Ore 17.20
L'incendio allo stabilimento della De Longhi di Treviso, a Lanzago di Silea, a ridosso della zona fiera di Treviso, poco fuori le mura del capoluogo, in un'area fittamente abitata, è di imponenti dimensioni tanto che numerose testimonianze riferiscono che la colonna di fumo, denso e nero, è visibile anche dal centro storico di Venezia, a oltre 25 chilometri di distanza dal luogo del rogo. Secondo quanto riferito dalla Cigl sul posto non vi sono ne feriti ne intossicati: l'evacuazione dell'impianto, che ospita circa 800 persone, è avvenuta senza alcun problema di sorta, solo alcuni operai hanno riportato alcune leggerissime bruciature. Alcune abitazioni della zona dell'incendio sono state evacuate. Sono stati danneggiati, secondo le prime notizie, la fabbrica e soprattutto gli uffici tecnici nella sede storica del gruppo veneto noto soprattutto per i climatizzatori e le macchine da caffè. Di recente in questa sede, che comunque rappresenta il 10% della produzione (il resto è stato delocalizzato in Cina e Russia, ma anche nello stabilimento udinese di Maimocco), era stata riportata le nuove linee per macchine da caffè.
Ore 17.05
Continua l'incendio cominciato poco dopo le 13 alla De Longhi di Treviso. Le fiamme, dopo aver aggredito il deposito, stanno investendo la palazzina degli uffici. L'azienda, che dà lavoro a un migliaio di dipendenti, è praticamente distrutta. Nessuna conseguenza grave alle persone; pochi gli intossicati, per fortuna colpiti in misura leggera. Le autorità confermano l'invito a tener chiuse porte e finestre. Intanto il consigliere regionale dei Verdi Gianfranco Bettin ha presentato un'interrogazione "a risposta immediata" alla Giunta regionale del Veneto affinché attivi immediatamente tutti i meccanismi di tutela sanitaria e ambientale e per capire quali sono state le cause dell'incendio, esploso nel deposito del polistirolo. "Sarà importante capire - continua l'esponente ambientalista - soprattutto quali saranno le ricadute successive causate dal propagarsi della nube che, a quanto sembra, é altamente tossica, per verificare con precisione l'impatto sull'ambiente, vista l'estensione della nube stessa". Per il sindacato, "questo é un autentico disastro". Spiega infatti Franco Buran, segretario della Fiom Cisl provinciale: "La De Longhi rappresenta la più grande fabbrica di Treviso, dà lavoro a migliaia di persone, comprese quelle dell'indotto, é appena uscita da un pesante ciclo di ristrutturazione, stavano infatti rientrando i lavoratori in cassa integrazione". "Ci auguriamo - conclude Buran - che alla de Longhi non ritorni l'antica intenzione di delocalizzare".
Ore 16.43
Un incendio di vaste proporzioni è scoppiato intorno alle 13,10 nello stabilimento della De Longhi, in zona Fiera, a Treviso. Altissime lingue di fuoco stanno interessando la zona e un'enorme nube di fumo si alza dallo stabilmento, verso il cielo, ricoprendo parte della città. Sembrerebbe che le fiamme siano state innescate da una esplosione di alcune bombole di gas presenti nel reparto verniciatura. Da lì, dopo alcune esplosioni, le fiamme si sono propagate a tutto lo stabilimento arrivando a lambire anche i capannoni attigui alla De Longhi. Sul posto le Forze dell'ordine ed i vigili del fuoco che stanno cercando di spegnere l'incendio. Il fumo che si leva dalla fabbrica potrebbe essere tossico e i cittadini sono stati invitati a chiudere le finestre delle case, vista anche la bella giornata che insiste sopra Treviso. La colonna di fumo, alta decine e decine di metri, è ben visibile anche ad alcuni km dalla città. Una vasta zona attorno a dove è avvenuto l'incidente è stata circoscritta e interdetta al traffico. Le forze dell'ordine - polizia, carabinieri e polizia municipale -, hanno creato un cordone sanitario attorno all'area industriale nel cui cuore, in via Seitz, sorge la De Longhi. Secondo le prime indicazioni di quanti hanno operato sull'incendio della grande industria, una volta volatilizzata la grande massa di fumo non dovrebbe rimanere molto dello stabilimento. E proprio il fumo ora a creare i maggiori problemi. La nube grigio e nera si è inclinata quasi parallelamente al terreno rendendo ancora più difficili le operazioni di spegnimento del fuoco. Sul posto stanno operando anche due elicotteri dei Vigili del Fuoco che fanno la spola nel caricare e successivamente scaricare sull'industria enormi quantità di liquido ritardante. Tutte le attività della zona, comprese quelle commerciali, sono state chiuse mentre sul luogo del disastro si stanno alternando squadre di Vigili del Fuoco. «La nube sta portando su Treviso un'abbondante quantità di diossina». Lo ha detto il comandante dei carabinieri del Noe per il Nord Italia, Michele Sarno, uscendo dallo stabilimento dopo un sopralluogo. «È un fatto naturale - ha aggiunto - quando si bruciano materie plastiche. In questo caso la quantità di materiale andato in fumo è notevolissima». Ad essere interessata dalle volute di fumo, in particolare, è la parte settentrionale della città da cui si segnala la partenza di un alto numero di persone dalle rispettive abitazioni. A titolo precauzionale le autorità hanno consigliato alla cittadinanza di sigillare porte e finestre. «Fortunatamente - ha detto ancora Sarno - i sistemi di depurazione dell'azienda hanno funzionato e le acque di dilavamento non dovrebbero arrecare danni ai corsi d'acqua».
Si tratta di un vero dramma perché qui di fatto sparisce un'intera fabbrica che era la punta di diamante della tecnologia avanzata De Longhi». È il commento fatto da Ivan Scotta, segretario provinciale della Uilm di Treviso, il quale ha ricordato come, dopo la ristrutturazione del 2005, De Longhi abbia concentrato a Treviso le più importanti ed evolute linee di produzione del mondo. Sembra tuttavia, ha rilevato ancora il sindacalista, che i dati informatici che contengono il know-how più prezioso dell'azienda siano stati messi in salvo perché conservati in server sotterranei. «Ora - ha concluso Scottà - si aprirà senz'altro una fase di cassa integrazione ma sul futuro di questo stabilimento, dopo il fatto di oggi, pesano importanti interrogativi».
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