CALCIO: TREVISO, CROLLA SOGNO DI ADEGUARE STADIO PER 'A'
TREVISO - ''Tredici agosto, campane a morto, uno dei giorni piu' tristi in 12 anni alla guida della citta'''. E' il commento con cui il vicesindaco (e gia' due volte sindaco) di Treviso, Giancarlo Gentilini, ha lasciato oggi l'ufficio in cui e' avvenuto l'incontro con il responsabile degli impianti sportivi della Lega Calcio, Nicola Esposito, giunto in citta' per effettuare un sopralluogo sullo stadio cittadino e verificarne l'idoneita' ad ospitare incontri della massima serie. Idoneita' che sembra irraggiungibile.
Il vertice, ha spiegato lo stesso commissario, non e' stato convocato in forma ufficiale perche' ancora non c'e' il pronunciamento che assicuri al 100% la promozione del Treviso Calcio in serie A ma che si e' reso doveroso, nell'imminenza della divulgazione dei calendari dei campionati, martedi' prossimo, per informare adeguatamente sia la societa', sia l'amministrazione pubblica delle nuove esigenze previste dalla normativa nazionale in materia di sicurezza degli impianti.
Sul tavolo, prevedendo che una delle condizioni necessarie fosse adattare l' ''Omobono Tenni'' alla capienza minima richiesta per il massimo campionato, Gentilini e l'assessore ai Lavori Pubblici, Giuseppe Basso, avevano gia' predisposto un progetto preliminare per estendere i posti a sedere fino a oltre 13 mila, senza invece sapere che il problema - per il vicesindaco insormontabile - e' di altra natura.
Gli stadi con capienza superiore ai 10 mila posti, in sostanza, secondo il decreto legge dello scorso 6 giugno firmato dal ministro dell'Interno, Giuseppe Pisanu, e convertito successivamente in legge, devono essere circondati da un'area detta ''di sicurezza esterna'', larga almeno 200 metri e protetta nella sua circonferenza da barriere con caratteristiche di resistenza meccanica alle pressioni di 80 kg per metro quadrato, cioe' pari a quelle minime richieste per le barriere dello stadio. Entro tale fascia dovranno accedere soltanto gli spettatori che abbiano gia' superato i controlli e che siano entrati attraverso i ''tornelli'' grazie ai biglietti elettronici nominativi, varchi che, sempre secondo la norma, dovranno essere almeno uno ogni 750 spettatori/ora.
La realizzazione delle strutture cosi' descritte, data la collocazione fisica dello stadio di Treviso, a poche decine di metri dalla cinta muraria, e' stata giudicata improponibile da Gentilini il quale ha osservato che cio' equivarrebbe a blindare la citta', costringendo coloro che risiedono entro lo spazio protetto a non uscire di casa per almeno otto - dodici ore in occasione di ogni incontro. Sarebbe inoltre impossibile, ha anche fatto notare il vicesindaco, installare le telecamere previste dalla legge per controllare gli spazi esterni data la presenza di vari edifici a piu' piani, ed in piu' si renderebbe necessario lasciare libero gran parte del parcheggio che fino ad oggi ha ospitato le automobili degli spettatori e situato accanto alle gradinate sul lato est. ''La liberta' dei cittadini - ha aggiunto - non va sacrificata per la squadra di calcio''.
Perplessita' e delusione sono state espresse anche dal segretario generale del Treviso Calcio, Bruno Dall'Anese, il quale ora prospetta un ''trasferimento'' in forma stabile dei biancocelesti nello stadio di Padova. ''Un'operazione - ha osservato - che sicuramente moltiplichera' almeno per due le spese di gestione, senza contare i disagi per i tifosi''.
Tifosi che, peraltro, hanno gia' fatto registrare affluenze da record agli sportelli per gli abbonamenti. Dal 12 luglio le tessere vendute sono state 2 mila, contro le 1.400 dell'intera campagna della scorsa stagione. Abbonamenti di serie B, e' stato pero' ricordato, il cui importo, qualora l'intestatario non intendesse integrare la spesa per raggiungere il prezzo della serie A o seguire la squadra di casa in uno stadio diverso da quello di Treviso, sara' integralmente rimborsato.
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