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ESCLUSIVA ULTIM'ORA
Germinale a TLP: "Rescissione col Benevento? Spero venga premiato il mio coraggio. Imbriani un grande dentro e fuori dal campo. Treviso, perché no?"
28.05.2013 18:20 di Sebastian DONZELLA articolo letto 47 volte
Domenico Germinale
© foto di Prospero Scolpini/TuttoLegaPro.com
Domenico Germinale
Il mercato deve ancora cominciare ma lui è già diventato un nome caldo a maggio. Stiamo parlando di Domenico Germinale, attaccante trevigiano classe '87. Il suo addio al Benevento, affidato a Facebook (Leggi Qui), è stato commovente ed è arrivato dopo una stagione molto difficile. TuttoLegaPro.com ha deciso di intervistarlo in esclusiva per i suoi lettori.
Le tue parole di addio hanno sorpreso molti, soprattutto perché quest'anno hai subito anche un'aggressione...
"Al di là del calcio ci sono altre questioni da valutare. Io a Benevento sono stato molti anni sotto contratto, anche se una stagione e mezza l'ho passata in prestito tra Como e Albinoleffe. Quest'anno all'inizio stava andando tutto bene, poi le cose sono cambiate dopo l'addio a Imbriani e la stagione non è finita nel migliore dei modi.
Riguardo l'aggressione è tutto scaturito da un'incomprensione con una parte della tifoseria dopo una partita di Coppa Italia: pensavano li avessi mandati a quel paese ma non era vero. Da qui è nata l'aggressione sotto casa mia. Io però non sono un tipo che lascia le cose a metà, mi piace andare fino in fondo. Ho chiarito tutto, fermo restando che il loro non è stato un gesto giustificabile".
Hai rescisso il contratto con il Benevento un anno prima della naturale scadenza. Non è una mossa azzardata, soprattutto in questo periodo di crisi?
"Credo in me stesso e spero di poter trovare la squadra giusta. Anche a Benevento, dal punto di vista societario, c'era questa voglia di cambiare, di eliminare certi contratti importanti: abbiam deciso la rescissione di comune accordo. Dicono che sono stato coraggioso, soprattutto di questi tempi in cui le squadre falliscono e il lavoro è sempre meno anche nel nostro mondo. Io ho deciso di fare una scelta importante per rimettermi in gioco".
Il tuo è tra i nomi più gettonati in questa primissima parte di mercato. Quante di queste voci corrispondono a realtà?
"Onestamente non so dirti. Oggi mi hanno detto che mi segue il Frosinone, l'altro giorno l'Alessandria,
in settimana il Treviso. Riguardo i trevigiani li seguo sin da bambino. Ero e sono tifoso del Treviso: è casa mia, non potrebbe essere altrimenti. Mi fa piacere che Zanetti abbia deciso di prendere in mano la squadra, quando l'ho saputo sono stato molto contento. Giocare con loro? Se ci fosse un progetto importante ci andrei di corsa. Credo comunque che tra il dire e il fare ci sia un abisso, però se gira il tuo nome fa piacere, vuol dire che sei tenuto in considerazione".
Anche perché non capita tutti i giorni di poter tesserare un Campione d'Italia...
"Effettivamente il mio debutto con l'Inter in Serie A, nel 2006 (contro il Cagliari, 2-2 il finale NdR), mi ha permesso di fregiarmi di questo titolo. Chiariamo subito che quello Scudetto non lo sento mio. Sono stato fortunato a trovarmi nel posto giusto al momento giusto. Poi è anche uno scudetto revocato, non è stato assegnato immediatamente ai nerazzurri. Resta un po' di orgoglio, ma niente di più".
Quest'anno hai realizzato cinque reti. Un po' pochine da attaccante. Vuol dire che giochi molto per la squadra?
"Quella di sfiancarmi per la squadra era una caratteristica che avevo appena uscito dalla Primavera dell'Inter. Adesso ho cambiato il mio modo di giocare, preferisco fare avvertire di più la mia presenza in area di rigore. Quest'anno le cinque reti sono state segnate pur giocando poco. Anche a Como ho realizzato altre 5 reti in 10 partite. Diciamo che non ho avuto minutaggi elevati in queste stagioni: giocando di più sicuramente avrei raggiunto cifre più importanti".
Questa stagione è stata l'ultima per Carmelo Imbriani, scomparso per un brutto male dopo una lunga lotta. Com'era con voi giocatori?
"Era il motivatore del duo. Martinez, senza di lui, non è riuscito a replicare quanto di buono avevano fatto. Quest'ultimo è preparatissimo sul piano tecnico e tattico ma Imbriani, da ex calciatore, capiva subito quello che accadeva nello spogliatoio. Secondo me io son tornato a Benevento grazie a Carmelo. Credo sia stato lui a convincere la società a riprendermi. La sua assenza è stata una brutta botta in tutti i sensi. Con lui potevi parlarci tranquillamente, anche fuori dal lavoro. Riusciva a tenere in mano una piazza importante ed esigente come Benevento".