00 14/02/2007 14:42
da libero.it
"Probabilmente questa volta siamo riusciti a prevenire un attentato brigatista". La conferma alle parole del ministro Amato, dopo l'arresto di 15 militanti di 'seconda posizione' è arrivata con l'ordinanza di custodia cautelare del Gip Guido Salvini: nel mirino dei brigatisti c'erano infatti la casa 'storica' di Berlusconi a Milano, il quotidiano 'Libero', sedi Eni, Mediaset, Sky, ma anche "obiettivi umani", come il giuslavorista Pietro Ichino. Un vero e proprio bollettino di guerra per un gruppo che "si considerava in guerra con lo stato", come ha assicurato il Pm Ilda Boccassini che ha coordinato le indagini. Un gruppo "pericoloso", che andava fermato, come hanno spiegato i magistrati, per "impedire che compissero azioni violente". Un' organizzazione attiva nel nord Italia che, per finanziarsi, aveva ipotizzato anche di organizzare sequestri o gambizzazioni. In carcere, oltre all'ideologo del gruppo, Alfredo Davanzo, latitante da anni, sono finiti anche sette sindacalisti della Cgil, tra i quali una donna, subito sospesi.

AMATO, SVENTATO ATTENTATO, MA RESTANO FOCOLAI BRIGATISTI: E' soddisfatto il ministro dell'Interno, parla di "un successo importante all'interno di un'attività antiterrorismo che prosegue, ma spiega anche che "l'azione di oggi testimonia la presenza nel Paese di focolai brigatisti non ancora rimossi. Questo che abbiamo sgominato -dice- lo sappiamo, non è l'ultimo". Ma quella sgominata oggi, ha aggiunto, "era un'organizzazione strutturata e di forte pericolosità, ma i nostri uomini sono riusciti a intervenire prima che producesse danni seri".

NEL MIRINO UNA CASA DI BERLUSCONI E GIUSLAVORISTA ICHINO: E' l'abitazione dell'ex premier di via Rovani a Milano, quella finita nel mirino del gruppo eversivo. Ma non solo: tra gli obiettivi anche la sedi dell' Eni a San Donato Milanese (contro la quale pensavano ad un'autobomba), quelle di Mediaset e Sky a Cologno Monzese e del quotidiano Libero a Milano. Un attentato quest'ultimo, che si sarebbe dovuto compiere prima di Pasqua. E quelli che i magistrati hanno definito "obiettivi umani", come il giuslavorista Ichino, indicato tra i "futuri obiettivi individuati", alcuni dirigenti della ex-Breda, il dirigente dell'Eni Vito Schirone, che il gruppo progettava di gambizzare."Bisogna andare avanti e non chinare la testa, continuare a scrivere, altrimenti vincono loro, vince l'intimidazione", è stato il commento di Ichino. Un' altra potenziale vittima, Vittorio Feltri, non si è dimostrato sorpreso: "Intuivo che qualcosa poteva esserci nell' aria", ha detto esprimendo il suo "grazie" a magistrati e polizia.

15 ARRESTI, 70 INDAGATI, 500 POLIZIOTTI IMPEGNATI: Sono i numeri della maxioperazione di stamane, diretta dalla polizia di prevenzione e condotta dalle Digos di Milano, Padova, Torino e Trieste, con la collaborazione del Sisde. Le perquisizioni, in diverse città, sono state oltre 80 ed hanno riguardato, tra l'altro, il Centro Popolare Occupato 'Gramigna', la sede dei Comitati Proletari per il Comunismo di Padova, il Centro Proletario 'Ilic' e il Centro 'La Fucina' di Sesto San Giovanni. Le accuse sono di associazione sovversiva e banda armata. L'indagine è partita nell'agosto del 2004, in seguito al ritrovamento, in una cantina milanese, di una bicicletta con una telecamera nel fanale ed un'apparecchiatura per registrare sotto il sellino.

IN MANETTE SETTE SINDACALISTI CGIL, SUBITO SOSPESI: Alla Fiom risultano iscritti i padovani Alessandro e Massimiliano Toschi, Davide Bortolato e Andrea Scantamburlo; alla Filcem il torinese Vincenzo Sisi; alla Filt la padovana (da alcuni mesi a Milano) Amarilli Caprio, mentre il padovano Valentino Rossin è della Slc. All'interno del sindacato nessuno ha incarichi dirigenziali di rilievo. La Cgil li ha immediatamente sospesi, esprimendo "fiducia, sostegno e apprezzamento per il lavoro delle forze dell'ordine impegnate a sventare un tentativo di ricostruzione di una rete terroristica".

GRUPPO PARAMILITARE CON IDEOLOGO NASCOSTO TRA I MONTI: Avevano organizzato esercitazioni di tipo paramilitare, che si svolgevano in campagna dove andavano a sparare con armi corte e lunghe e venivano filmate. Si muoveva così il gruppo, che si richiamava alla seconda posizione delle Br, nata nell'84 dopo la scissione con l'ala militarista. Il loro ideologo, Alfredo Davanzo, è stato arrestato in un villaggio di montagna nel cuore della Carnia. Condannato nell'82 a dieci anni, fermato nel 1998 a Parigi, era stato rimesso in libertà, qualche giorno dopo, dalla Corte di Appello di Parigi ed era rientrato in Italia, in clandestinità, nell' ottobre scorso. Da allora abitava in un appartamento spoglio, senza riscaldamento, con un computer come unico contatto con il mondo. Gli altri arrestati sono Bruno Ghirardi, Massimiliano Gaeta, Claudio Latino, Alfredo Mazzamauro, Davide Rotondi, Federico Salotto e Salvatore Scivoli.