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No alla tessera del tifoso

Ultimo Aggiornamento: 15/03/2012 06:54
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28/08/2010 19:24
 
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infatti a crotone a fine primo tempo stanno trasferendo i tifosi di casa nel settore occupato dalla ventina di padovani altrove..

AVANTI BLU!


28/08/2010 20:30
 
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zonastadio, 28/08/2010 19.10:

oggi ho visto i torinesi nei distinti a cittadella, i genoani uguale a udine, i padovani a crotone nell'altra curva ma non nel settore ospiti..insomma come si nota, la tessera può essere facilmente aggirata, creando oltre tutto problemi di ordine pubblico




in attesa dei napoletani..

L’ IMPORTANTE E’ CHE TU ESISTA
29/08/2010 12:29
 
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anche i triestini a novara..bhe nelle partite un attimo più calde di queste, come tanto per dire un napoli-roma, o anche semplicemente cesena-bologna, succederà molto molto facilmente casino

AVANTI BLU!


30/08/2010 10:05
 
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è solo mero marketing... leggete:
No alla tessera del tifoso! (29 Agosto 2010)
anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.webalice.it/mario.gangarossa

La tessera del tifoso è un programma di "fidelizzazione" varato nel 2008 dall'Osservatorio Nazionale sulle Manifestazione Sportive (organo del Ministero degli Interni). Nel 2009 il Ministro della Lega Nord e dell'attuale governo, Roberto Maroni, attraverso una circolare (badate bene: NON una LEGGE!) rivolta a questure e prefetture di tutta Italia ha invitato a sollecitare i club alla sottoscrizione della nuova fidelity card entro l'inizio della stagione 2009/10 (Un ricatto vero e proprio... poiché in caso contrario le squadre rischierebbero di giocare a porte chiuse le proprie partite per... CARENZE STRUTTURALI!). Questa la breve storia "legislativa" della tessera, ma occorre entrare nel dettaglio per capire i reali interessi economici e repressivi che si celano dietro questo provvedimento.

Il calcio è la quinta "azienda" italiana, intorno ad esso, infatti, ruotano una serie di interessi economici, politici, nonché pubblicitari, esorbitanti. Per questo motivo, rappresentando un asse portante del "sistema" capitalistico italiano, non contempla più il tifoso come semplice appassionato ma come "cliente", definizione coniata non a caso da Sergio Cragnotti, ex presidente della Lazio, quotando per la prima volta in borsa una squadra di Seria A, seguita poi da Roma e Juventus.

La tessera del tifoso è figlia di questo passaggio. Antonio Manganelli, attuale capo della polizia, lo ha palesemente dichiarato un anno fa: "La tessera nasce storicamente per motivi di marketing, perché si va verso la privatizzazione degli stadi. Le società di calcio sono tra le poche aziende a fini di lucro che ancora non conoscono la propria clientela". Come può, la tessera, essere funzionale a questo scopo? Semplice, è pensata come vera e propria carta di credito ricaricabile. Per questo, a numerosi gruppi economici e finanziari. Per di più, al contrario dell'abbonamento (che si sottoscrive per una sola stagione), essa ha valore quinquennale SENZA POSSIBILITÀ di rescissione, assicurando così, per ALMENO cinque anni, clienti alle aziende citate. Non è un caso che Intesa-San Paolo abbia prodotto le tessere di Milan (oltre 120mila sottoscrizioni in 2 anni) e Fiorentina, o Poste italiane e Visa per la Lazio e Lis-Lottomatica per Roma e Palermo. Prendiamo l'esempio di Millenovecento, la tessera del tifoso dei biancocelesti: viaggia addirittura su doppio circuito, carta di credito MasterCard e carta ricaricabile Poste Italiane. Per questo, acquistando e spendendo tramite tessera del tifoso, si fa esclusivamente il gioco di questi gruppi.

Inoltre le fidelity card hanno al proprio interno un microchip di tecnologia RFID (Radio Frequency Identification), un sistema d'identificazione automatica usato per la localizzazione a distanza di animali o merci (una sorta di GPS). In questo caso però è di tipo "passivo" per cui si attiva solo tramite un lettore posto a breve distanza (ad esempio sportello bancario o tornello dello stadio), che consente però di monitorare, tracciare e raccogliere i dati su tutti i prodotti acquistati e sulle abitudini della persona. Per questo, le grandi aziende sono tra i fautori della tessera del tifoso, per avere indagini di mercato a costo zero, sapendo ogni dato del proprio "cliente". Non è un caso che già nel 2005 il garante della privacy avesse reso pubbliche perplessità su tale tecnologia.

La tessera del tifoso, e ciò deve far riflettere, è un’imposizione del governo (storicamente "diretto" da banche e grandi industrie) ai club, non una loro libera scelta, costituendo una strategia di incentivazione al consumo a 360°. Inoltre, alle fidelity card sono legate una serie di facilitazioni, privilegi e offerte per coloro i quali spendano o comprino di più o usino i servizi forniti da una società partner (il 30 luglio scorso è stato ufficializzato un accordo con Ferrovie dello Stato e Autogrill S.P.A. che prevede sconti e agevolazioni per i possessori della tessera del tifoso) a dimostrazione dell'operazione meramente commerciale che si cela dietro questo provvedimento.

Il "cliente" però non può farla fuori dal vaso... altrimenti che immagine offrirebbe agli sponsor! Che idea di ordine darebbe ai moralisti e ai politici! Lo stadio deve diventare una sorta di teatro, con gli spettatori seduti al loro posto, rispettosi delle regole e dei codici di comportamento, amanti dei loro presidenti, con il trasporto emotivo e canoro ridotto allo zero... emblema dunque di una società sopita senza il minimo barlume di ribellione! (esempio lampante il "tifo" da pop-corn in NBA).

La curva è storicamente un luogo di autodeterminazione, con regole e codici propri, motore unico del tifo, ma anche di contestazioni e di folklore... però un cittadino, tanto meno un tifoso, nella società capitalistica non può pensare ed agire liberamente! Per questo, la tessera viene rilasciata solo previo nulla osta della Questura (i vostri dati verranno aggiunti e tenuti nel sistema operativo...), come il passaporto e il porto d'armi, presupponendo che chi va allo stadio è un potenziale soggetto pericoloso e deve essere controllato all'origine. Accettare che qualcuno possa dirvi se abbiate i requisiti per entrare in uno stadio, in un cinema, ad una manifestazione, in un bar o in un ristorante significa assecondare la morte della libertà. Paradossale è il fatto che secondo i principi che regolano le fidelity card, uno stupratore o un killer abbiano i requisiti adatti ad entrare in uno stadio rispetto ad un ragazzo diffidato per aver scavalcato una vetrata. Il nulla osta della questura presuppone un altro problema, la schedatura di massa. Con il pretesto dell'autorizzazione per entrare in un impianto sportivo, le forze dell'ordine controlleranno per filo e per segno le vostre vite, i vostri orientamenti politici, la vostra fedina penale, le vostre amicizie, aprendo nuovi fascicoli con tutte le conseguenze del caso...

Chi sottoscrive la tessera avrà il "privilegio" di accedere al settore ospiti per le trasferte, sempre che l'Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive non lo chiuda lo stesso, come accaduto per Genoa-Milan del campionato 2009-10. Negli altri casi i non possessori della fidelity card potranno comunque comprare i biglietti cartacei per gli altri settori, trovandosi così mischiati ai tifosi avversari provocando possibili tensioni. In questo modo si acuirebbe la violenza più che debellarla!

Ora, la risposta alla domanda più ovvia forse: chi non può sottoscrivere la tessera del tifoso?

1. le persone attualmente sottoposte a DASPO (norma, che va da 1 a 5 anni, lesiva di ogni fondamento giuridico poiché inflitta in ATTESA del processo. Un uomo potenzialmente innocente, come più volte accaduto, può essere allontanato dagli stadi per anni con obbligo di firma in questura.)

2. coloro che siano stati condannanti tramite processo penale, anche in primo grado, per reati da stadio (si noti che non viene messo il limite temporale).

Nel caso dell'AS Roma Privilege Card è sufficiente anche una semplice denuncia da stadio per non potersi abbonare. Per di più, in barba ad ogni legge, chi ha scontato in passato la propria condanna (esempio: condanna penale nel 1990 per lancio di una bottiglietta) non potrà abbonarsi mai più, pagando di fatto la propria "colpa" per tutta la vita.

Infine, una nota di colore: per possedere la tessera del tifoso bisogna impegnarsi a rispettare le regole del “codice etico” (non insultare gli avversari, non stare in piedi, non tirare un fazzoletto ecc.) sottoscrivendo un apposito documento.

Le fidelity card sono perciò un palese esperimento repressivo e di controllo, da testare su una realtà ribelle e scomoda come quella ultras, per utilizzarlo poi più in là in altri ambiti della società civile. È inoltre uno squallido tentativo di corrompere una passione e farla diventare del tutto schiava degli interessi economici Per questo diciamo:

NO AL CAPITALISMO, NO ALLA REPRESSIONE, NO ALLA TESSERA DEL TIFOSO, NO AL CALCIO MODERNO!

NON CI AVRETE MAI COME VOLETE VOI!

www.pane-rose.it/files/index.php?c3:o19546:e1

Sempre e solo Calcio Treviso
02/09/2010 11:34
 
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ULTIM’ORA – Torino, Cairo: “Contrario alla tessera del tifoso”
Postato da Daniel Moretti il settembre 1, 2010, 17:110 Commenti


Il presidente del Torino, Urbano Cairo, si dice contrario alla tessera del tifoso: “Non sono d’accordo con questo provvedimento, rischia di far perdere alle società i ricavi dallo stadio”. Il brutto inizio di campionato della sua squadra, non gli fa perdere la fiducia: “Mai avuto un Toro così forte, ho ricevuto offerte per Bianchi, ma le ho rifiutate”.
(skysport)


02/09/2010 12:05
 
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IO sono contrarissimo alla tessera del tifoso,in Lega Pro e' obbliagatoria e se sara' che anche io dovessi farla ,non la faro' mai,milioni di euro presi perche' la tessera costa dai 10 ai 12 euro,inoltre ho letto di multe per cori contro Maroni......negli stadi!(anche a Rovigo cori ma nessuna multa,per il momento!)

Maroni tessera sto Kazzo!
02/09/2010 19:32
 
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I veronesi invece appoggiano la tessera.




05/12/2010 11:22
 
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Lettera aperta di un genoano al ministro Maroni

da www.pianetagenoa1893.net

Sabato 04 Dicembre 2010 12:36


Pubblichiamo di seguito la lettera che Simone Pagano, utente del sito pianetagenoa1893.net, ha voluto scrivere all'attenzione del ministro Maroni. Una lettera che manifesta tutta la malinconia verso un calcio che non c'è più; il motivo di questo stato d'animo? La tessera del tifoso!



Ministro Maroni le scrivo questa lettera per farle sapere la mia idea su questo nuovo calcio chiamato Calcio Moderno. Mi chiamo Simone Pagano, ho 20 anni, sono di Genova: la mia storia col calcio inizia prestissimo, il primo aprile 1992. Genoa – Ajax. Mio padre per la prima volta mi porto alla stadio in Gradinata Nord: di quella partita sul campo non ricordo nulla. Ricordo solo il frastuono, migliaia di voci, uno stadio strapieno. Quando entrai rimasi sbalordito, avevo quasi paura non avevo visto mai tanta gente tutta insieme: riuscivo a vedere tutti grazie all'altezza di mio padre che mi portava sulle spalle. Vidi migliaia e migliaia di persone tutte con la stessa sciarpa al collo e i loro occhi erano come i miei. Vedevo la gioia di essere lì: vedevo la felicita sui loro volti. Iniziò la partita e sentivo il suonare dei tamburi. Vedevo 100 1000 100000 bandiere sventolare al vento tutte colorate e come può immaginare Ministro rimasi a bocca aperta. Entrarono in campo dei giocatori con le maglie dello stesso colore delle sciarpe e delle bandiere che coloravano lo stadio. Tutto ad un tratto mi spaventai, perché sentii un botto, poi un altro, poi un altro ancora. Aprii gli occhi timidamente e vidi il cielo blu colorarsi di mille colori, vidi tantissimi fuochi d'artificio, sentii intonare a qualsiasi persona una stessa canzone. La vidi cantare da dei bambini più grandi di me, la vidi cantare da dei vecchietti, dalle donne, dalle ragazze. Anche mio padre la cantava guardandomi.e vedevo i suoi occhi luccicare dall'emozione di avermi portato lì non sapevo le parole di quella fantastica canzone, avrei voluto tanto saperle per unirmi a quelle voci che tutte insieme intonavano una melodia fantastica. Mentre tutti iniziavano a cantare questa canzone vidi alzarsi altre mille bandiere, vidi tantissime sciarpe alzarsi e ruotare in aria. Vidi dei papà che facevano saltare i bimbi come me tra le loro braccia. Finita questa canzone senti un boato tremendo: tutto lo stadio disse quella parola che mio padre voleva che imparassi ad ogni costo: GENOA! Vidi centinaia di mani battere all'unisono accompagnata dai tamburi; la partita prosegui senza che io me ne rendessi conto, ero impegnato a guardare qualsiasi cosa avevo intorno. Poi tutto ad un tratto senti urlare tutti, vidi gente che non si era mai vista in vita sua abbracciarsi e urlare. Vidi una folla di persone saltare, gente che era diventata tutta rossa in faccia e che sorrideva mentre gridava con mio padre che all'orecchio mi diceva: «E’ gol! E’ gol!».
Quella partita il Genoa perse 3 a 2 e le speranze di passare il turno erano del tutto vane. Vidi la stessa gente, che prima si abbracciava, piangere per poi abbracciarsi e consolarsi a vicenda. Erano tutti tristi tranne me perché non sapevo che era successo.
Il Genoa perse quella partita ma conquistò un tifoso.
Ed eccoci 18 anni dopo. Allo stadio vado da solo con i miei amici: è tutto cambiato. Lo stadio non è mai pieno, la gente è cambiata, si vedono poche donne, non ci sono tanti padri coi bimbi sulle spalle, anzi pochissimi, vedo la gente che si avvicina allo stadio con le mani in alto come se si arrendesse. Vedo delle persone vestite di giallo fosforescente palapare ogni persona che passa di lì. Vedo persone con i metal detector in mano che ordinano di svuotare le tasche. Vedo uno in giacca e cravatta con l'auricolare ordinare a non so chi di far buttare una bottiglietta in mano ad un bambino. Vedo cancellate enormi, vedo poliziotti con i manganelli ben stretti nella mano a scrutare ogni singola persona che passa di lì. Vedo ragazzine costrette a spiegare che il pettine non è un oggetto contundente. Vedo gli steward che scrutano e adocchiano bene la carta d'identità per vedere se la foto coincide alla persona. Guardo alla mia sinistra e vedo il carcere di Marassi che è proprio attaccato alla Gradinata Nord e mi faccio questa domanda: ma se per entrare allo stadio faccio sta vita qui, quelli che sono li dentro???
Entro allo stadio e vedo la gente che sta seduta su due seggiolini perchè, per chi è alto come me, non riesce a mettere le gambe tra un seggiolino e l'altro. Vedo i vecchietti con lo sguardo perso nel vuoto, chiedendosi cosa ci faccia li. Vedo 3 bandiere sventolare, guardando lo stadio vedo enormi spazi vuoti, le persone che occupavano qualsiasi parte di stadio 18 anni fa ora si sono trasformati in orrendi seggioli blu, vedo gente che non riesce a parlare perché la pubblicità dello stadio è troppo alta. Vedo i cartelloni pubblicitari al lato del campo che cambiano colore, vedo la gente triste, vedo una persona dentro un pupazzo salutarci senza essere ricambiato. Vedo Belen Rodriguez che calcia il pallone in porta sul maxi schermo. Vedo telecamere ovunque. Vedo 3 giornalisti sportivi sul campo con tanto di scrivania parlare di chissa che cosa. So che negli spogliatoi i calciatori si stanno cambiando sotto l'occhio delle telecamere senza essere liberi di aggiustarsi le mutande che gli stanno andando in mezzo al culo. Vedo la parte destinata al settore ospiti con 50-60 persone dentro sedute. Sento una voce antipatica dirmi chi giochera, dopo avermi detto che la formazione me la presenta Leroyn Merlin ex Castorama in collaborazione con Serie A Tim tutto parole mandi messaggi e parli gratis solo a 3 euro al mese. Inizia la partita e quelle decine di migliaia di voci che cantavano 18 anni quella canzone, che ho imparato in fretta, si sono trasformate in centinaia: ognuno canta col suo tempo. I tamburi non accompagnano il battito della mani, il cielo non si è colorato grazie ai fuoci d'artificio. In compenso però vedo telecamere che girano a 360 gradi, vedo centianaia di steward prendere posto e mettersi in modo da poter coprire tutto il territorio e pronti a diffidare uno se si tiene un pallone che gli è arrivato tra le mani. Quello stadio che 18 anni prima era tutto colorato dallo sventolio delle bandiere ora è vuoto, silenzioso, tutt'altro che emozionante. Ogni 10 minuti si alza una bandiera che dopo 10 secondi è di nuovo giù, la gente non salta, non canta: è li come se ce l'avessero messa. Non vedo più padri con gli occhi felici per aver portato allo stadio il suo figliolo. Sulla mia destra si, vedo 300 bambini: sono del Genoa For Children, hanno dai 7 ai 12 anni e per venire alla partita hanno dovuto farsi fare 3 fototessere, compilare un modulo, scaricabile su internet, però solo a colori, fare richiesta al Genoa Cfc che ha dovuto aspettare che la Questura di Genova abbia verificato che Davide Parodi, nato il 4 settembre 2001, non abbia commesso reati come risse, offese a pubblico ufficiale o reati da stadio. Quei bambini li non hanno la Carta d'Identita però non possono andare allo stadio senza la Tessera del Tifoso! Perché comunque anche se hanno 10 anni possono comunque provocare problemi di ordine pubblico.
Ora caro Ministro Maroni vorrei che mi spiegasse, preferibilmente guardandomi negli occhi, il perché Lei e i suoi predecessori abbiano dovuto rovinare cosi questo sport, che non è solo sport ma aggregazione, passione...
Mi deve spiegare perchè 18 anni fa se volevo andare allo stadio potevo benissimo recarmi alle 14 e 30 ai botteghini prendermi il mio biglietto con poche lire ed entravo e ora se voglio andare allo stadio devo:
- andare su internet a cercarmi un tabacchino con circuito Lottomatica che venda i biglietti
- andare in questo tabacchino dare la mia carta d'identita almeno 2 giorni prima della partita..
- spendere 27 euro x un biglietto POPOLARE
- andare allo stadio sperando che la commessa del Tabacchino non abbia sbagliato la mia data di nascita
- stare attento di non avere la fibia della cintura un po piu grossa del normale perche se no mi vedo la partita con i pantaloni alle ginocchia
- mettere il biglietto in quella nicchia elettronica sperando che non mi si sia stroppicciato nel portafogli altrimenti non legge il codice a barre
- comprarmi un pacchetto di cerini nel caso fumassi perche il mio accendino potrebbe essere paragonato a un missile terra aria
- farmi palpare dalla testa ai piedi e a volte togliermi le scarpe per far controllare ad un perfetto estraneo che io non abbia addosso niente.
- farmi passare il metal detector in mezzo alle gambe, le braccia, la schiena, i piedi, e la testa.
- far capire allo steward, che 99 su 100, non parla italiano che non posso lasciare le chiavi attaccata alla moto e che non sono cosi malato da lanciarle in campo.
- ricordarmi che se ho sete non posso comprarmi una bottiglietta d'acqua fuori dallo stadio perché quando entro me la requisiscono perché il tappo di plastica potrebbe essere pericolosissimo
Gli stadi sono vuoti per tutta questa serie di motivi. E inutile che Lei lasci dichiarazioni dicendo che vuole portare le famiglie e i bambini allo stadio perché non è cosi. Perché se solo io devo stare attento a tutti questi punti sopra indicati, come può pensare che un padre con 2 figli e la moglie possa seguire tutto questo.
Io non faccio parte di nessun gruppo Ultras non ho mai partecipato a nessuno scontro, ho girato tutta l'Italia per seguire la squadra del cuore di mio padre e di mio nonno.
E in ogni trasferta che ho fatto sono stato trattato dalle Forze dell'Ordine come un delinquente, tenuto sotto la pioggia per ore. Ho visto poliziotti dare manganellate a padri che si lamentavano che i loro figli tremavano dal freddo. Ho sentito più insulti dalle Forze dell'Ordine che dalla tifoseria avversaria, sono stato perquisito 4 volte di seguito, sono stato odorato dai cani anti-droga, sono stato obbligato a essere fotografato con la carta d'identità in mano come se fossi un ergastolano!
Signor Ministro Roberto Maroni perché?????
Perché? Perché io ragazzo di 20 anni che la mia colpa è solo quella di essere genoano devo fare sta vita x seguire e sostenere la squadra che tutta la mia famiglia ha sempre sostenuto???
Perché invece quando lavoro nei vicoli di Genova passo accanto ad agenti di Polizia che vedono un ragazzo spacciare e continuano per la loro strada? Oppure vedono delle ragazze prostitursi e camminano dritto? Magari complimentandosi del fondoschiena della prostituta con il collega? Perché trattano me e migliaia di ragazzi come me come se fossimo dei cani quando il giorno dopo le stesse Forze dell'Ordine sono in giro per bar e accendono la sirena x poter evitare la coda??
Io faccio l'idraulico dal lunedi al venerdi.. guadagno 1000 euro e mi ritengo fortunatissimo. Lavoro in qualche discoteca per poter arrotondare qualcosina: il tutto per potermi permettere di seguire una mia passione. Ci sono persone che per seguire la propria passione rinunciano al caffè alla mattina che mangiano pasta in bianco per poter andare allo stadio alla domenica.
Perché ostacolare noi??? perché?? perché 18 anni fa pregavo il Signore che mio padre mi portasse allo stadio ogni giorno e ora devo andare allo stadio con la nostalgia di quei tempi passati???
Che cosa ho fatto io per meritarmi questo???
Perchè io devo subire questa pena per essere un tifoso di una squadra di pallone??
Non sono gli Ultras il problema e lo sa bene.
Come sempre si tratta di una questione di soldi!
Perché non vuole che la gente non vada allo stadio alla domenica?? perché??
Perché io mi spacco la schiena a lavorare tutta la settimana, arrotondo nelle discoteche il sabato, rischiando di essere coinvolto in qualche rissa fuori dal locale (dove sono li le forze dell'ordine???), e la domenica devo stare a casa sul divano a vedere una showgirl, che per presentare quel programma è dovuto passare per qualche ufficio di qualche suo collega, che mi fa vedere se Ronaldinho si allaccia gli scarpini con la mano sinistra o con la mano destra?
Perché dovrei stare a casa negandomi un pomeriggio all'aria aperta...lontano da computer, televisioni e videofonini che ormai invadono la nostra Nazione?
Signor Maroni perchè vuole che non vado allo stadio a urlare, cantare, saltellare e dare del cornuto all'arbitro?
Signor Maroni questa sua scelta può essere pericolosa, perchè ragazzi come me ce ne sono tanti, ma tanti altri ed è meglio per lei che vadano allo stadio a tifare, sotto la pioggia, la neve o il sole, piuttosto che in qualche bar a bere oppure a delinquere. Perché se ci togliete questo punto d'incontro ci operermo a trovarne un altro, alcuni andranno a giocare a biliardo ma molti altri finiranno a fare qualcosa di illegale!
La cosa che mi rattrista di più è che quando avrò un figlio non lo potrò portare allo stadio e fargli vivere quelle emozioni che ho provato io con mio padre, non gli vedrò gli occhi lucidi di felicita. Anzi lui vedrai i miei lucidi si, ma di nostalgia per una tradizione famigliare, una passione, un amore che Lei sta distruggendo!
RicordandoLe, anche se non leggera mai questa lettera, che lotterò fino alla fine, e con ogni mio mezzo, per poter fare provare a mio figlio le stesse emozioni che ho provato io 18 anni fa spero di averLe fatto capire quanti sogni sta spezzando.


29/12/2010 15:08
 
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Per chi non lo sapesse, il derby Lecce-Bari sarà a porte chiuse.

www.adnkronos.com/IGN/News/Sport/Calcio-Semeraro-derby-a-porte-chiuse-e-fallimento-tessera-tifoso_311469709...

Calcio: Semeraro, derby a porte chiuse e' fallimento tessera tifoso
ultimo aggiornamento: 29 dicembre, ore 14:43

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Milano, 29 dic. - (Adnkronos) - "La decisione di far giocare il derby a porte chiuse rappresenta il fallimento assoluto della tessera del tifoso". Non usa giri di parole Pierandrea Semeraro, presidente del Lecce, per commentare la decisione del prefetto della citta' salentina di far disputare a porte chiuse il derby con il Bari, in programma il 6 gennaio prossimo. "Non siamo assolutamente contenti, e' la decisione peggiore che potessero prendere", dice Semeraro a Sky Sport 24. "Difendere l'ordine pubblico vietando ai tifosi di andare allo stadio e' la strada peggiore, anche perche' i tifosi si incontreranno fuori", aggiunge. "Credo che il prefetto sia stato influenzato da quanto successo due anni fa", dice ricordando i disordini avvenuti nello stadio di Lecce in occasione dell'ultimo derby con il Bari, quando le due squadre erano in serie B, "e ha deciso di chiudere lo stadio, ma cosi' facendo ha danneggiato il Lecce ed il calcio. Ora mi auguro che da Bari non venga nessuno perche' se i tifosi si incontrano fuori dallo stadio potrebbe essere veramente pericoloso". Semeraro critica la tessera del tifoso: "Servono solo regole piu' severe e il rispetto delle stesse. Probabilmente la tessera del tifoso non e' la strada per fermare i violenti. E' un palliativo che serve a poco o nulla ed andrebbe rivista e rivisitata".


16/01/2011 21:23
 
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14/01/2011 - di La Roma 24; Fonte: www.laroma24.it

Tessera del tifoso bocciata in privacy

La tessera del tifoso non passa l'esame del garante della privacy. Con un provvedimento datato 10 novembre 2010, ma reso noto solo ieri, il Garante ha elencato che cosa non va nella tessera. In primo luogo non sono risultate a norma le informative che accompagnano il rilascio: i supporter delle squadre di calcio che aderiscono al programma «tessera del tifoso» devono essere informati in modo chiaro e dettagliato sull'uso dei dati personali forniti al momento della sottoscrizione. In secondo luogo non va bene come viene raccolto il consenso: i tifosi devono inoltre essere messi in condizione di poter scegliere liberamente se autorizzare l'uso di questi dati anche per finalità di marketing e pubblicità.

Con la tessera del tifoso, gli appassionati hanno la possibilità di entrare a fare parte di una comunità «virtuosa» di tifosi, e possono anche fruire di facilitazioni e servizi messi a disposizione dalle società sportive. Ovviamente la tessera dà la possibilità di seguire la squadra in trasferta nel settore «ospiti» e di accedere agevolmente agli impianti sportivi attraverso i varchi a lettura elettronica. Con la tessera il tifoso, inoltre, può entrare allo stadio (salvo provvedimenti ad hoc) anche in presenza di restrizioni decise dal Comitato di analisi per la sicurezza delle manifestazioni sportive e adottate dalle autorità di pubblica sicurezza e, infine, dovrebbe garantire di acquistare agevolmente, attraverso procedure più snelle di identificazione degli acquirenti, i tagliandi relativi alle partite.

Per il rilascio della tessera (per cui ci vuole l'assenso della questura) le società raccolgono i dati personali dell'interessato e quindi si pone un problema di privacy: la tessera contiene informazioni sul conto del possessore, è contrassegnata da un codice alfanumerico e spesso contiene un dispositivo a radiofrequenza (rfid o etichetta elettronica), utilizzato solo per l'accesso agli stadi e «leggibile» a una distanza non superiore a 10 cm da appositi lettori posizionati presso i tornelli di ingresso.

Il garante ha dato le linee guida per l'informativa collegata alla raccolta dei dati del supporter, che deve poter sapere quali trattamenti si possono fare senza il suo consenso e quali, invece, devono avere il suo lasciapassare. L'informativa, infatti, deve spiegare che ci vuole il consenso specifico se le società vogliono vendere prodotti, fare attività di marketing o inviare comunicazioni commerciali. Nell'informativa le società, poi, devono spiegare bene che i dati anagrafici dei possessori delle tessera vengono comunicati alle questure allo scopo di verificare l'assenza di provvedimenti (D.a.spo., misure di prevenzione, sentenze di condanna per reati cosiddetti da stadio) che ostacolino il rilascio. I tifosi, infine, dovranno essere informati sulle caratteristiche dei trattamenti effettuati tramite la tecnologia rfid. Il tifoso non solo deve sapere quando ci vuole il suo consenso, ma deve anche poter dare liberamente il suo assenso. E in particolare deve sempre avere la possibilità di poter esprimere esplicitamente il suo «no» all'uso dei dati per finalità di marketing. Nel suo provvedimento il garante ha invitato le società sportive a valutare l'opportunità di predisporre moduli separati per l'attivazione di ulteriori funzionalità della tessera o per la fornitura di servizi «accessori».

Le società che intendono effettuare attività di profilazione del tifoso sono state, infine, richiamate alla necessità di acquisire un consenso specifico e distinto da parte degli interessati, verificando in questo caso se di deve ricorrere alla notifica del trattamento al garante.


16/01/2011 21:53
 
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Solo in Italia potevano sfornare un pastrocchio del genere, e ovviamente in TV non ne parlano mai della violazione della privacy. Ne parlano come fosse una cosa normale, come la tessera del supermercato che ti permette di raccogliere i punti e avere i regali a fine anno [SM=x397165]
16/01/2011 23:13
 
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UDINESE, ADAMI: “LA TESSERA DEL TIFOSO NON HA NULLA A CHE FARE CON LA FIDELIZZAZIONE”
Posted: 2 dicembre 2010 by danielecaroleo in RITAGLI DI GIORNALE

Intervistato Giovanni Adami, noto legale udinese conosciuto per essere anche l’avvocato degli ultras, sulla situazione italiana dopo l’introduzione della tessera del tifoso.
fonte: www.ilfriuli.it

Più che la vittoria sul campo, ottenuta il 7 febbraio di quest’anno, Udinese-Napoli rievocava le immagini degli scontri fuori dallo stadio Friuli. Scontri che a Udine sono davvero una rarità. Ma che non si possono del tutto scongiurare, se si ragiona sui rischi concreti che le opposte tifoserie possano venire a contatto anche all’interno dello stadio. Giovanni Adami, noto legale udinese conosciuto per essere anche l’avvocato degli ultras, spiega la situazione italiana dopo l’introduzione della tessera del tifoso.

Avvocato, è uno strumento per fidelizzare o per discriminare?
“Con la fidelizzazione la tessera non ha proprio nulla a che fare. Come fa un tifoso abbonato da 30 anni a ritenersi fidelizzato per avere una carta di credito in tasca? Non è così che si crea il rapporto. Lo si fa premiando i tifosi in altri modi. Ad esempio, come ha fatto l’Amburgo, riservando corsie privilegiate per partite importanti ai tifosi che da più tempo sono abbonati”.
Ma almeno risolve i problemi di ordine pubblico?
“No, perché mescola tifosi di squadre opposte. E’ accaduto ad esempio in Como-La Spezia che si siano trovati nella stessa tribuna i supporter delle due squadre. Lì il senso di responsabilità dei tifosi ha limitato le ostilità ai cori. Cosa che non è avvenuta in altre occasioni, come in Salernitana-Paganese”.

Il calo di abbonamenti allo stadio è un dato di fatto: “Dalla Serie A alla Lega Pro, c’è stato in media una diminuzione del 25 per cento degli abbonati. Cioè uno su quattro non ha fatto la tessera, ma magari va ugualmente allo stadio, comprando il biglietto. E la fascia coinvolta è più ampia di quella degli ultras. Tanti club – come Padova, Trieste, Torino, Vicenza – non hanno sostenuto la tessera perché è una forma di controllo che sta allontanando la gente dagli stadi. E così si finisce con l’utilizzare tifosi di carta per riempirli”.

Ci sono ancora incidenti fuori dagli stadi?
“Ce ne sono anche dentro. E’ accaduto in Benevento-Avellino, Ascoli-Modena e altre gare ancora”.

Chi sono gli ultras oggi?
“Il loro mondo è un po’ invecchiato: il boom c’è stato tra il 2000 e il 2005. Tutta la società vi è rappresentata: liberi professionisti, impiegati, operai. Lo scopo è quello di sostenere la propria squadra e c’è un maggiore senso di responsabilità viste le misure restrittive nei loro confronti. Anche per me è difficile spiegare ad un cliente come mai se lancia una bottiglia in piazza San Giacomo prende una multa di 300 euro, mentre se lo fa allo stadio, con una sciarpa al collo, si prende un anno di reclusione. Questo è stato dettato dagli anni difficili per le forze dell’ordine a cavallo tra il 1990 e il 2000”.

Le forze dell’ordine sono il nemico numero uno? “
Lo sono diventato dopo gli anni 90. Ma gli ultras non vanno allo stadio per andare contro di loro”.

Lei è molto amato in tutti gli stadi d’Italia. Vero?
“Lo sono al pari del collega romano Lorenzo Contucci, perché siamo in pochi con questa specializzazione”.


13/02/2011 23:30
 
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Insomma mi pare di aver capito che, dato che siamo in Italia, anche in questo caso fatta la legge, trovato l'inghippo.
Non so se avete notato, ma ora in alcuni stadi i settore ospiti vengono divisi in due mini settori: uno per i tesserati, uno per i non tesserati.
A cesena ad esempio il settore inferiore è per i non tesserati; quello superiori per i tesserati; anche a Chievo, idem.


14/02/2011 10:12
 
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Re:
enricoutv83, 13/02/2011 23.30:

Insomma mi pare di aver capito che, dato che siamo in Italia, anche in questo caso fatta la legge, trovato l'inghippo.
Non so se avete notato, ma ora in alcuni stadi i settore ospiti vengono divisi in due mini settori: uno per i tesserati, uno per i non tesserati.
A cesena ad esempio il settore inferiore è per i non tesserati; quello superiori per i tesserati; anche a Chievo, idem.




e magari nella pratica ci si può anche spostare liberamente..

L’ IMPORTANTE E’ CHE TU ESISTA
14/02/2011 10:37
 
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Re: Re:
centro storico, 14/02/2011 10.12:




e magari nella pratica ci si può anche spostare liberamente..

Credo che a differenza di anni fa non sia più così (mi ricordo che a cesena potevi scendere o salire in maniera indifferente) ma abbiano fatto due accessi separati...
Alla fine la tdt permette di andare nel settore ospiti; se il settore inferiore viene chiamato semplicemente "curva nord" chiunque ci può entrare.


14/02/2011 10:55
 
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gli accessi saranno anche separati ma secondo me in qualche modo uno può raggiungere il settore dove vuole andare...basti pensare ai cessi che a FC sono al piano di sopra eheh

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02/03/2011 12:29
 
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Vergogna.

www.youtube.com/watch?v=-mdZXgpcZsw&feature=player_embedded


02/03/2011 12:43
 
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una delle cose più squallide viste in tv che io ricordi

AVANTI BLU!


03/03/2011 17:25
 
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dire vergognoso è riduttivo

zonastadio1909curvasudtreviso.blogspot.com......il blog della ZS 1909

"I FIOI DEA CURVA SUD DI MAIO"......su Facebook



09/03/2011 17:17
 
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La lettera del genoano l'ho trovata un po fine a se stessa.

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