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Colpi di tacco... a spillo. Sì, perché in campo si corre, si lotta, si suda, ma sugli spalti c'è chi vive la partita con la stessa tensione. Tifose speciali, che condividono ogni momento della settimana, per poi soffrire tutti i novanta minuti. Parliamo delle mogli e delle fidanzate dei giocatori biancocelesti: anche loro, ieri, erano al debutto casalingo in serie A.
Unite come una vera squadra, sedute una vicina all'altra per sostenersi a vicenda e sostenere i propri amati, a fine partita alzano le spalle un po' deluse: quel Lucarelli non doveva rovinare la festa. «Mi dispiace davvero molto" racconta l'affascinanteKatia, moglie di Roberto Chiappara. E poco importa che il marito non sia entrato in campo, perché la tensione l'ha vissuta lo stesso. «Secondo me un po' ci sperava di giocare - confessa - Comunque la sconfitta non ci stava proprio, avevamo creato più occasioni». Ma come si vive sugli spalti il debutto in serie A? È cambiato qualcosa rispetto a quando si giocava in cadetteria? «Senza dubbio c'è più emozione. Però si soffre... e tanto. Ma è giusto farlo. Anche se quest'anno ci siamo imposte di urlare il meno possibile».
Giunge poiAlessandra, splendida moglie di capitanFabio Gallo. Come ha visto il marito in campo, al di là della sconfitta? «Io veramente di calcio non ne capisco molto - spiega - però mi sembra sia andato bene. In generale è stata una bella partita, meglio che contro il Milan... ops, l'Inter». Come ha vissuto il capitano i giorni precedenti la partita? «Con tranquillità, come sempre. Fuori dal campo si evita l'argomento calcio. Fabio è un padre molto presente e accorto. Mi spiace che il debutto davanti al suo pubblico sia andato male. So che lui ci tiene tanto, è tornato nel grande palcoscenico a 35 anni, è molto orgoglioso. Peccato per lo stadio: se fossimo a Treviso sarebbe più intimo, saremmo più vicine ai nostri uomini. Ma ci abitueremo».
C'era anche chi viveva l'esordio nella massima serie del proprio amato, come la dolceSilvia, ragazza diMarcello Cottafava: «Contro l'Inter mi aveva fatto una testa così perché era squalificato... Questa settimana invece è stato concentrato ed emozionato, secondo me ha giocato molto bene! Certo che quel Lucarelli è proprio grosso eh? Quando si sono scontrati ho avuto paura che me lo avessero spaccato di nuovo. Ma so che Marcello ha la testa dura». Per poco il suo ragazzo non segnava. «Quando ha tirato ho urlato, volevo che la buttasse dentro. Sugli spalti vivi una grande tensione, ma spesso la tieni dentro. E a fine partita sei esausta».
Come gli atleti biancocelesti. Che comunque, non dubitiamo, a casa troveranno affetto e consolazione. Andrà meglio la prossima volta.