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Situazione, in effetti, piuttosto stagnante per l'intero calcio italiano (da www.repubblica.it):
Assembla Figc, un altro flop
"Ma niente commissario..."
Il mondo del calcio va incontro ad un'altra pessima figura: succederà lunedì 20 giugno, a Fiumicino. Assemblea straordinaria di riforma dello statuto: dopo un anno di sforzi e di tentativi della Figc, non c'è accordo sulle cose che contano e così si finirà per litigare se è il caso (o meno) di affidarsi ad un commissario ad acta. Giancarlo Abete non ha grosse colpe, almeno stavolta: ha ereditato dalla gestione commissariale uno statuto che era nato già vecchio e così com'è paralizza qualsiasi iniziativa di riforma. (non so se il riferimento sia anche alla riforma delle serie). Il diritto di veto e la clausola di largo consenso sono, ad esempio, un laccio che qualcuno (vedi Lega Pro. Sindacato calciatori e associazione allenatori) vuole mantenere com'è ma che altri vorrebbero modificare. Così com'è basta un terzo di una Lega, o di una componente, per bloccare qualsiasi tentativo di riforma (diverso è per l'elezione del presidente federale). Il responsabile della commissione statuto, il vicepresidente vicario Carlo Tavecchio, ha cercato invano di mettere d'accordo le parti anche per ridistribuire i "pesi" in consiglio federale. Decine di riunioni (sempre disertate dalla Lega di A) e cene conviviali: ma nemmeno davanti ad un piatto di spaghetti con la bottarga si è trovato un accordo.
Tavecchio era pronto a togliere un 4% alla sua Lega, quella dilettanti, per dare più spazio e potere alla Lega di serie A. La ripartizione in consiglio federale sarebbe stata quindi la seguente, per quanto riguarda il calcio professionistico:
Lega di A 15%, Lega di B 8% e Lega Pro 15% (ora ha il 17%). Ma Mario Macalli, combattivo presidente della Lega Pro, non ne vuole assolutamente sapere: progetto bloccato, resta tutto come adesso. Tavecchio a questo punto ha ritirato tutti gli emendamenti, non essendoci alcun accordo. Si va a litigare. In Lega di A sono furibondi perché volevano più potere nel governo del calcio: ma anche loro sono divisi al loro interno, il presidente-manager Maurizio Beretta si vede sempre meno da quando ha assunto un incarico importante in UniCredit, Massimo Cellino (che ce l'ha con Macalli, m non solo...) è pronto a dare le dimissioni da consigliere federale, mentre il vero potere adesso è nelle mani di Claudio Lotito e agli altri 19 presidenti sta bene così.
E così a Fiumicino lunedì si voterà solo per cose minori. Potrebbe saltare anche l'ipotesi che il calcio femminile diventi un Dipartimento alle dipendenze della Lega Nazionale Dilettanti. La Figc è disposta ad accollarsi il "rosso" di bilancio (circa 500.000 euro) lasciato dall'attuale gestione. Un vicepresidente della Lnd dirigerebbe quindi il calcio femminile al posto di Giancarlo Padovan, in odore di dimissioni dopo l'assemblea agitata ("ma democratica" ha ricordato Tavecchio) dei giorni scorsi. Ma anche questo progetto di cambiamento di status, rischia di saltare perché Renzo Ulivieri (presidente dell'assoallenatori) si è messo di traverso. Il famoso diritto di veto di cui dicevamo prima. E così qualcuno, visto il sicuro buco nell'acqua dell'assemblea, è pronto a chiedere aiuto a Gianni Petrucci: la Giunta del Coni potrebbe nominare un commissario ad acta per riscrivere (solo) le norme dello statuto? Non se ne parla: Lega Pro, Aic e asso calciatori fanno blocco. Spiega Francesco Ghirelli, dg della Lega Pro ed ex braccio destro di Franco Carraro: "L'attuale statuto della Figc è stato proposto dal commissario straordinario, studiato da Coccia e approvato dal Coni. E' in contrasto quindi con i principi del Coni? No, che non lo è. Per questo ho definito l'ipotesi di un commissario straordinario una tigre di carta. Caso chiuso".[Modificato da Il custode della cripta 17/06/2011 15:53]
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