La Nuova di Venezia e Mestre
Venezia, per grazia ricevuta
14 febbraio 2011 — pagina 24 sezione: Sport
MONTECCHIO MAGGIORE. Guardiamoci bene negli occhi, giuriamo di dire la verità, tutta la verità, cercando di essere imparziali, o anche onesti: troppa grazia questa vittoria - 2-1 per il Venezia - chiamiamola “regalata” e diciamo che il Montecchio l’ha buttata via e il Venezia è stato lesto a raccoglierla. Va bene, per stare sulla scia del Treviso. E che il vento non cambi.
Casini. Primo tempo desolante, Venezia senza cuore e senza idee. Il Montecchio fa quello che vuole e dal via all’intervallo ha cinque palle gol limpide ma trova un portiere, Alessandro Casini, che sembra più forte di Yashin (i più giovani non lo ricordano, ma si fidino, mentre la nuova proprietà gradisca il gentile paragone). Nel secondo tempo i vicentini vanno sull’1-0 e mancano tre volte il 2-0, ad un quarto d’ora dal termine vanno nel panico più totale ed ecco allora il Venezia lucido ed essenziale, che pareggia all’87’ e vince nel primo minuto di recupero. Il Bignami della partita è tutto qui.
Il rombo no. Cosa non funziona? Prima di tutto l’atteggiamento. Venezia molle, se non ti metti a lottare è inutile dare la colpa agli schemi. E’ anche vero che nel secondo tempo Cunico restituisce alla squadra il tradizionale 4-4-2 con Collauto a destra e le cose migliorano. Se non altro perchè non produce risultati il “rombo” del primo tempo, con i quattro centrocampisti che cambiano continuamente posizione in una sorta di gioco dei “quattro cantoni” che si faceva una volta nelle calli.
Paura. Vista dalla parte del Montecchio, si può dire invece che i biancorossi vicentini perdono per la paura. Per mezza partita trovano un portiere-mostro, poi segnano e in contropiede sbagliano le occasioni per chiudere, e quando non ne hanno più capiscono che il Venezia avanza inesorabile per andare a raccogliere il successo. Sì, qualche perdita di tempo, ma con la palla in gioco il Montecchio non riesce a frenare il ritmo, a gestire i tempi di gioco, e fanno una brutta fine. Hanno tutte le ragioni per dire che non meritavano di perdere, ma possono anche valutare una serie di errori importanti.
Volare. Testa di De Pretto (3’), tocco debole di Onyejiaka (11’), ancora testa De Pretto (28’), destro in corsa di Onyejiaka (31’) e sinistro di punta di Tresso. Ecco i cinque capolavori di Casini che sventa tutto e stronca in gola l’urlo dei biancorossi. Nel secondo tempo, invece, i gol: Tresso entra deciso sul Collauto (fallo?), palla a sinistra per Roveretto, fuga e diagonale imparabile. Mazzeo cambia la partita, gran gol al 42’ su imbeccata di Lelj, stop, rotazione e sinistro imparabile, e poi trionfo al 91’ con l’invito a Emil Zubin, un pallone al quale non si può dire di no, mentre mezzo Montecchio resta in ginocchio a pestere i pugni sull’erba.
Campionato. Tanto rumore per nulla, là in cima non è cambiato niente, ha vinto anche il Treviso. Resta la sensazione che il Venezia sia arrivato alla partita pensando a cose societarie più che al campo. Succede, quasi normale. Meno male che domenica il campionato si ferma. Ben vengano i nuovi padroni, ma occhio perchè c’è un campionato ancora da vincere. Che la squadra possa prepararsi in pace. A giocare.
- dall’inviato Carlo Cruccu
«Sì, ho fatto bene»
14 febbraio 2011 — pagina 25 sezione: Sport
MONTECCHIO. Per Alessandro Casini una giornata da ricordare. Pazienza se ha perso la possibilità di allungare l’imbattibilità, ma grazie a cinque super parate ha impedito al Montecchio di dilagare nel primo tempo, dando al Venezia la chance per portare a casa i tre punti. «Ma a casa ci andrò anche io questa settimana - dice il portiere di Arezzo - manco da un mese e mezzo, e ho voglia di rivedere i miei. Ci torno consapevole di aver giocato la mia miglior partita da quando sono al Venezia».
Già col Torviscosa, otto giorni fa, aveva compiuto un paio di miracoli lasciando a secco gli avversari. Ieri si è proprio superato. «La parata più difficile è stata la prima, dopo appena un paio di minuti di gioco - racconta Casini - ero pronto a uscire sul traversone, poi De Pretto l’ha colpita di testa e piazzata bene, ma in tuffo ci sono arrivato. Meglio una partita nella quale stai sempre sulla corda e fai tante parate, rispetto a partite nelle quali la palla ti arriva magari solo due volte e rischi di non prenderla perchè sei freddo o poco concentrato. Alla fine un gol comunque l’ho preso ma il record di imbattibilità conta relativamente, non ne faccio un problema».
Con un portiere così, però, anche la difesa ballerina vista ieri ne trae vantaggio. «Sullo 0-1 mi son detto: qui oggi è dura - aggiunge - ma è stato determinante lo spirito di gruppo, il cercare comunque una reazione in quel momento di difficoltà, arrivando anche a girare la partita nei minuti finali. Il Venezia stavolta ha tirato fuori gli attributi, e giustamente abbiamo festeggiato in spogliatoi al termine della gara».
Un pensiero speciale ai genitori. «Chi fa un gol a volte fa una dedica, io stavolta dedico a loro questa mia prestazione. Ben venga la sosta, avevamo bisogno di un momento di riposo per rilassarci e poter poi riprendere con l’inseguimento al Treviso. Ci attendono altre partite difficili».
- Simone Bianchi