«Io, indebitato per amore». L’ex patron Setten si sfoga.
Bancarotta Treviso Calcio, è già polemica politica
Bancarotta Treviso Calcio, indagato l’ex patron Setten
TREVISO —
«Sono amareggiato ma sereno perché non ho mai rubato. Se ho sbagliato l’ho fatto in buona fede perché amavo il Treviso Calcio». Ettore Setten, commenta con un vero e proprio sfogo, l’indagine della procura di Treviso che lo ha iscritto per bancarotta fraudolenta dopo il crac del Treviso F.B.C. 1993. E’ praticamente la prima volta che l’ex presidente parla dopo essersi ritirato dalla scena pubblica. Amareggiato per gli sviluppi dell’inchiesta, l’ex patron dei biancocelesti si difende con la grinta che lo ha sempre contraddistinto: «Non ho ricevuto nessun avviso di garanzia - spiega -, anche se il mio avvocato, dopo che ero stato sentito in procura dal pubblico ministero titolare dell’indagine, mi aveva anticipato che avrebbe potuto esserci un rilievo di bancarotta. Del resto oggi, chiunque fallisca deve fare i conti con queste contestazioni. Con il senno di poi, non ascolterei più chi all’epoca mi ha male consigliato sollecitandomi a chiedere il fallimento ed opterei invece per il concordato fallimentare».
L’imprenditore 62enne di Mansuè, amministratore unico dell’ex Treviso Calcio, aveva dichiarato fallita la società nel 2009 avviando l’iter per la definizione del passivo, stabilito dal curatore fallimentare in circa 20 milioni di euro. Un crac sul quale la procura ha indagato, rilevando elementi utili a sostenere l’ipotesi di reato di bancarotta. Ma Setten si dice sereno: «Sono tranquillo perché so di non aver mai commesso azioni fraudolente, ho venduto le mie proprietà per pagare le banche e ho sempre pagato quello dovevo come conferma il fatto che in Lega Calcio i soldi sono stati trovati.
Ho sbagliato, perché, evidentemente, non sono stato un buon manager, ma l’ho fatto in buona fede». E’ anche dispiaciuto per l’epilogo di una storia sportiva che lo ha visto arrivare alla serie A e che ora lo porta nelle aule di tribunale: «Sono amareggiato - conclude -. Per il calcio ho perso troppo. E sono deluso dall’atteggiamento delle persone, subito pronte ad osannarti quando le porti in serie Ama altrettanto pronte a calpestarti quando cadi in disgrazia, non per colpa tua e rimettendoci soldi tuoi».
Il Comune di Treviso, fra i creditori del Treviso Calcio, ha già fatto istanza di fallimento e continuerà sulla linea della richiesta di risarcimento, ma è scontro con le opposizioni. Il sindaco Gian Paolo Gobbo ha annunciato di voler procedere a livello legale: «Faremo tutto quello che si fa in questi casi». Più vicino a Setten è sempre stato il vicesindaco e tifoso Giancarlo Gentilini: «Se ha commesso il reato andrà sotto processo come vuole la legge, e se è colpevole verrà giudicato per questo». Gentilini non commenta l’accusa di bancarotta fraudolenta: «Io non do giudizi temerari, attendo l’esito del lavoro dei magistrati». L’opposizione invece parte al contrattacco. «Ora Ca’ Sugana dovrà spiegare i rapporti politici che per anni ha avuto con questo signore, particolarmente gradito all’amministrazione - commenta Nicola Atalmi, della Sinistra Trevigiana -. Chiederemo di discutere questa situazione in prima commissione consiliare. Vogliamo che il Comune rientri dei suoi soldi, il sindaco vada a fondo e faccia valere i diritti dei cittadini».
Milvana Citter
Silvia Madiotto
11 luglio 2011
corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2011/11-luglio-2011/io-indebitato-amore-l-ex-patron-setten-si-sfoga-19010641032...