da www.gazzettino.it
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Setten aveva ammesso 10 milioni di disavanzo: ora emerge che fra stadio, pullman e altre spese il Comune avanza 500mila euro
Calcio Treviso, il buco si allarga
Un fornitore ottiene un decreto ingiuntivo: la società biancoceleste è a rischio pignoramento
Martedì 17 Marzo 2009,
La morsa dei debiti che attanaglia il treviso si fa sempre più stretta. La nuova insidia arriva dall’amministrazione comunale, tra i maggiori creditori con cui il presidente Ettore Setten deve trattare. A conti fatti, mettendo assieme tutte le voci, Ca’ Sugana avanzerebbe dai biancocelesti circa 500mila euro. E, da quanto si apprende da via Foscolo, qualcuno ha già cominciato a presentare il conto. La TrevisoServizi, società comunale partecipata, ha recapitato ai biancocelesti un’ingiunzione di pagamento per circa 130mila euro. Un debito che risale all’anno della serie A ed è legato alle speciali transenne utilizzate per blindare il Tenni. Il Comune invece avanzerebbe 300mila euro di affitti non pagati per l’utilizzo dello stadio e l’Actt circa 70mila per le corriere delle trasferta.
Calia a pagina XIII
Treviso, il Comune ora batte cassa
La TrevisoServizi spedisce a Setten un’ingiunzione di pagamento da 130mila euro
Martedì 17 Marzo 2009,
Ancora guai sul Treviso e sempre in arrivo dal fronte finanziario. La morsa dei debiti che attanaglia la società si fa sempre più stretta. La nuova insidia arriva dall’amministrazione comunale, tra i maggiori creditori con cui il presidente Ettore Setten deve trattare. A conti fatti, mettendo assieme tutte le voci, Ca’ Sugana avanzerebbe dai biancocelesti circa 500mila euro. E, da quanto si apprende da via Foscolo, qualcuno ha già cominciato a presentare il conto. Ovviamente salato.
La TrevisoServizi, società partecipata a cui il Comune ha affidato varie mansioni tra cui la raccolta rifiuti, gestione del verde e il noleggio delle transenne, ha rotto gli indugi per prima recapitando alla società biancoceleste un’ingiunzione di pagamento. La partecipata avanza ancora circa 130mila euro. Un debito che risale all’anno della serie A ed è legato alle speciali transenne utilizzate per blindare il Tenni.
Nella stagione 2004/2005, quella dei lustrini del massimo campionato oltre che la base dei problemi attuali, il Treviso fu costretto ad attuare rigide misure di sicurezza per poter utilizzare lo stadio Tenni dopo un breve esilio a Padova. Queste misure prevedevano, essenzialmente, la chiusura di strade proprio con le transenne fornite dalla TrevisoServizi. Ma, a quanto pare, nessuno avrebbe mai pagato. Dopo anni di attesa la partecipata, temendo anche un intervento della Corte dei Conti, ha quindi deciso di passare alle vie di fatto e di provare a recuperare almeno una parte della somma. Da qui l’ingiunzione di pagamento che, in pratica, metterebbe la società biancoceleste con le spalle al muro. Con l’ingiunzione in mano la Treviso Servizi potrebbe chiedere il pignoramento di alcuni beni o degli incassi delle partite. Oppure, come ultima scelta, chiedere il fallimento del Treviso.
Il presidente Setten ha ancora in sospeso anche il pagamento di alcune rate del contratto di locazione dello stadio Tenni. Sotto questa voce il Comune avanzerebbe circa 300mila euro. Ma la giunta, per il momento, non ha intenzione di fare pressioni. Altra società debitrice è l’Actt, che sarebbe in attesa di circa 70mila euro per il servizio di noleggio delle corriere utilizzate durante le trasferte. Anche in questo caso però non si ha notizia di azioni legali in corso.
A tutto questo si deve poi aggiungere il buco da 10 milioni di euro denunciato dallo stesso presidente Setten le scorse settimane. Più che un buco, una voragine. Anche in questo caso l’origine dei guai è l’annata in serie A: una fugace apparizione che ha lasciato profondissime ferite. E guarire è sempre più difficile.
Paolo Calia